Opinioni

Quell’altalena non va tolta, va raddoppiata!

Un bimbo con disabilità sull'altalena accessibile inaugurata nell'aprile scorso ai Giardini Montanelli di Milano

«Quell’altalena non va tolta, ma raddoppiata – scrivono dall’Associazione L’abilità, commentando il danneggiamento dell’altalena accessibile ai bambini con disabilità, inaugurata solo qualche settimana fa ai Giardini Montanelli di Milano – e quello che è necessario non è mettere sigilli, sorveglianza, o addirittura togliere l’altalena, ma sensibilizzare la comunità a non distruggere quello che è il bene di tutti»

Gli obblighi di assunzione delle persone con disabilità e quei dati sconfortanti

Gli obblighi di assunzione delle persone con disabilità e quei dati sconfortanti

«Di fronte ai dati sconfortanti riguardanti le scoperture in Sicilia dell’obbligo di assunzione delle persone con disabilità, soprattutto da parte degli Enti Pubblici, crediamo sia venuto il momento – scrive Pippo Di Natale, portavoce del Forum del Terzo Settore Sicilia – di un’assunzione corale di responsabilità, a partire dal Governo Regionale, chiamato a dare indicazioni precise a tutti gli Enti sottoposti al proprio controllo di ottemperare alle disposizioni legislative e di verificare attraverso i propri organismi di controllo che anche le aziende private facciano lo stesso»

Occorre valorizzare e non “specializzare” le diversità

Occorre valorizzare e non “specializzare” le diversità

«Non mi interessa vivere in una città “a misura di disabili” – scrive Simonetta Nunziata, a proposito di un progetto avviato nella sua città -, mi sentirei discriminata e discriminante. Voglio vivere sulla base delle pari opportunità in una città accessibile ed a misura di tutti. Non mi interessa essere assistita, mi preme partecipare». E conclude sottolineando che «per costruire e promuovere una cultura della partecipazione sulla base delle pari opportunità occorre valorizzare e non “specializzare” le diversità, promuovendone i giusti contenuti e la corretta informazione»

Perché la paura di certi genitori non può essere archiviata come mammismo

Perché la paura di certi genitori non può essere archiviata come mammismo

«La storia di quella madre – scrive Antonio Giuseppe Malafarina – che chiede la bocciatura della figlia con disabilità, perché non si fida delle garanzie ricevute dal Ministero sulla continuità didattica e sull’assistenza, è una storia di mancanza di fiducia, che testimonia da una parte la perdita di credibilità del nostro apparato scolastico, dall’altra il timore dell’ambiente esterno alla scuola, ciò che sancisce la non credibilità del nostro sistema di tutela delle persone con disabilità. La credibilità, però, non si guadagna con la forza. E la paura di certi genitori non è mammismo»

Legge 180: i diritti e il valore dell’uomo

Franca e Franco Basaglia

«Il cammino della “Legge Basaglia” – scrive Domenico Massano – che quarant’anni fa portò a una vera e propria rivoluzione nell’àmbito dei servizi di salute mentale, non si è certo esaurito. Sembra, anzi, fondamentale recuperarne i presupposti, per poterlo proseguire con slancio e speranza in una società in cui le contraddizioni portate dalla malattia, dalla disabilità, dalla povertà, dalle migrazioni, sono sempre meno assunte e affrontate in un’ottica comunitaria e in cui le ingiustizie sociali sono, troppo spesso, trasformate in colpe da addossare alle persone più fragili»

Il welfare invisibile di Catania

«Nella campagna elettorale che sta portando alle Elezioni Amministrative di Catania – scrive Gianluca Rapisarda – i candidati a Sindaco di tutto stanno discutendo, fuorché di welfare. Al contrario, da cittadino catanese e da persona con disabilità, sono fortemente convinto dell’importanza e della centralità delle politiche sociali per il rilancio della città, incrementando il budget per la spesa sociale e trasformandola da una semplice “voce di costo” a un investimento “produttivo e cruciale”, per recuperare e includere realmente le fasce più deboli e in sofferenza della popolazione catanese»

Il Presidente della Sicilia e le sue parole pericolose

«Il Presidente della Regione Sicilia – scrive Tonino Urgesi – ha detto chiaramente e pubblicamente che le persone con disabilità sottraggono soldi ad altri settori e al di là delle sue inutili scuse, le sue parole innescano un nuovo pensiero perverso, ovvero che le persone con disabilità portino via denaro, diventando il “peso” di una società moderna, il “peso” di un’economia moderna»

I sogni del vecchio caregiver

«Essere più giovane e misurarsi con le tipiche malefatte della giovinezza. Essere al comando di un veliero a tre alberi in procinto di colare a picco nel mare in tempesta»: sono alcuni dei sogni «partoriti nei brevi momenti di pace nel cuore della notte» da Giorgio Genta, caregiver che assiste da trent’anni la figlia con grave disabilità e che con la consueta arguzia si chiede: «Che questi sogni siano una sorta di rivalsa sul presente, difficile e faticoso? Che siano generati dallo sbuffare tedioso del respiratore o dal repentino suonare di allarmi vari di cui purtroppo lo stesso è dotato?»

“Consigli per gli acquisti” al posto del parcheggio riservato

«Questa immagine – scrive Mario Caldora, commentando la foto da noi pubblicata – dimostra in modo evidente quanto venga tenuta in considerazione la condizione di disabilità nella nostra città di Napoli. Il posto riservato alle persone con disabilità, infatti, è l’unico, nel parcheggio di un supermercato, ma il direttore dello stesso non ha trovato di meglio da fare che occuparlo con la roulotte pubblicitaria qui ritratta». «Per fortuna – aggiunge – esistono anche casi positivi, anche se pochi, che tuttavia, proprio per la loro eccezionalità, meritano il riconoscimento da parte di tutti»

Diritto all’abitare: nove princìpi in cui credere

Nove princìpi in cui credere, scrive Fausto Giancaterina, «per sorreggere la cultura e i valori ispiratori dell’azione di accompagnamento delle persone con disabilità in un progetto del diritto all’abitare». A partire dal fatto di credere «nella centralità della persona, piuttosto che nella centralità del budget» e «che siano i diritti ad avere la priorità rispetto ai bisogni», ovvero che sia «l’esigibilità dei diritti stessi a determinare l’organizzazione dei servizi»

Bisogna tornare a investire sulla Salute e sul Benessere dei cittadini

«Un Paese che, pur in crescita, non investe sulla Salute e sul Benessere dei suoi cittadini, di tutti i suoi cittadini, calmierando le disuguaglianze, è un Paese il cui sviluppo è solo illusorio e di facciata»: lo scrivono Filippo Anelli, presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici e Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i Diritti del Malato di Cittadinanzattiva, commentando il Documento di Economia e Finanza approvato dal Governo uscente. «Al Governo che verrà – aggiungono – chiediamo di tornare a investire sulla Salute e sul Benessere dei suoi cittadini»

Il racconto di una rinascita interiore attraverso la scrittura

«Nel libro “La mia ombra è un leone danzante” – scrive Sandro Montanari – Laura Corbu descrive con efficacia l’impotenza, la rabbia e il senso di solitudine che si prova di fronte a barriere sociali e culturali che emarginano la persona sofferente e la costringono a sentirsi diversa e a chiudersi in se stessa per proteggersi. E ci insegna che dobbiamo impegnarci a spingerci al di là delle apparenze, che la parola non detta è a volte più importante della parola parlata, che il silenzio è domanda che pretende risposta»

Il diritto al piacere del gioco per tutti

«Abbiamo risposto a questa chiamata, perché per noi era l’occasione di far sentire le voci dei bambini, delle famiglie che continuamente ci chiedono spazi di aggregazione, di divertimento e di inclusione per i loro figli. Perché era l’occasione di mettere in primo piano il diritto al piacere del gioco per tutti»: l’Associazione L’abilità di Milano racconta come stia contribuendo al progetto “Parchi gioco per tutti”, che ha già portato nei giorni scorsi all’inaugurazione di un’area gioco accessibile a tutti i bambini e che prossimamente vedrà il capoluogo lombardo inaugurarne altre

Genitori da sostenere

«Ritengo giusto – scrive Vincenzo Gallo, riferendosi alla vicenda del piccolo Alfie Evans, il bimbo di Liverpool affetto da una grave malattia neurodegenerativa, al centro, suo malgrado, di una situazione che in queste settimane sta facendo discutere il mondo intero – lasciare la libertà di scelta di vivere o di morire a chi è ammalato gravemente, e in questo caso ai genitori, ma non certo ad altri soggetti, perché non devono essere questi ultimi a decidere quali vite siano degne di essere vissute»

Il male subdolo della nostra società

«La lotta contro il bullismo e il cyberbullismo – scrive Maria Pia Amico – tanto più quando a subire sono persone con disabilità, riguarda tutti, perché coinvolge i nostri figli e nipoti. Nessuno, dunque, si senta escluso, e finché ci sarà questo fenomeno, vorrà dire che non si sarà fatto abbastanza e che avremo costruito una società malata»

Tre riforme da riformare

Le motivazioni esposte dall’ANMIC (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili), in occasione della propria recente Seconda Conferenza Nazionale dei Quadri Dirigenti, sul perché sono necessarie alcune modifiche sia riguardo alla Legge 112/16, meglio nota come “Legge sul Dopo di Noi” (o sul “Durante e Dopo di Noi”), sia in àmbito di inclusione lavorativa e scolastica delle persone con disabilità

Che gli alunni con disabilità siano figli di un dio minore?

«Sembra proprio – scrive Gianluca Rapisarda – che l’esperienza di quarant’anni non abbia affatto insegnato al Ministero che precarietà e scarso investimento sulla formazione degli operatori non giovano ai ragazzi con disabilità e ricorrere a tanti insegnanti per il sostegno “senza titolo” non è garanzia di qualità dell’inclusione scolastica. È quanto si evince dall’incomprensibile mancata assunzione dei docenti di sostegno specializzati vincitori nel 2016 dell’ultimo concorso per la scuola secondaria di secondo grado in Toscana, ciò che putroppo avviene analogamente anche nel resto d’Italia»

Perché i caregiver scrivono?

«Perché scrivono – è la domanda che si pone Giorgio Genta – i caregiver che assistono familiari con grave disabilità? O forse sarebbe meglio dire: perché le caregiver scrivono? Lo fanno per inventarsi e poi vivere davvero quella parte della vita che il non scelto mestiere di caregiver aveva sottratto loro. Oppure lo fanno nella speranza che altre caregiver, leggendo quello che scrivono, sentano meno pesante il loro lavoro quotidiano di cura, sapendolo condiviso. O ancora perché sperano di creare un best-seller che venda un milione di copie, per potersi permettere un aiuto qualificato…»

L’indifferenza e lo sberleffo

«Tra le campagne in cui si chiede il cinque per mille, ve n’è una – scrive Simona Lancioni – che colpisce per lo stile comunicativo decisamente inconsueto. È quella dell’Associazione Insieme per la Ricerca PCDH19, impegnata sul fronte di una patologia genetica molto rara. Non si tratta però di uno spot didascalico: esso, infatti, dice pochissimo della malattia e ancor meno dell’Associazione che se ne occupa. Prevale piuttosto l’intento di mostrare, irridere e schernire la generale indifferenza con la quale talvolta si scontrano le persone affette da malattie rare e le loro famiglie»

Quella censura sì, che è un peccato!

«Ma cosa avranno visto di così scabroso – scrive Tonino Urgesi – quegli insegnanti che hanno vietato la visione del cortometraggio “Senza… peccato” ai ragazzi delle scuole superiori? Quale può essere il problema nel far vedere un uomo in carrozzina che ricerca il piacere del sesso? E se invece di attuare censure come questa, la scuola tornasse a educare i ragazzi su come vivere i sentimenti e le passioni, non sarebbe questo il modo migliore per poter interpretare il desiderio di amare e di essere amati, da parte di persone come il protagonista di “Senza… peccato”?»