Per dare gambe più robuste alla solidarietà

Un appello in dodici punti rivolto al Presidente della Repubblica, tramite il quale aprire un profondo dibattito nel mondo del sociale e del Terzo Settore, per ridare forza ad alcuni temi indispensabili, per far tornare a crescere i volontari, le loro forme organizzative autonome (piccole e grandi), e la loro capacità di incidere sul cambiamento necessario, in modo tale da dare gambe più robuste alla solidarietà: è quello presentato nei giorni scorsi dall’Associazione Luciano Tavazza, durante una conferenza stampa al Senato

immagine dedicata al volontariato

Un’immagine dedicata al volontariato

«Valorizzare il volontariato organizzato, non alla stregua di un’impresa sociale in formazione, nell’ottica di un Terzo Settore esclusivamente produttivo, ma per le sue peculiari missioni, culturale e politica, a cui corrispondono funzioni di difesa dei diritti dei cittadini (advocacy) e dei beni comuni, di anticipazione e sperimentazione di nuovi interventi, di diffusione della cultura della solidarietà e di allargamento della partecipazione democratica», nonché «offrire alle singole organizzazioni di volontariato e alle reti nazionali, un supporto concreto, di tipo economico e/o logistico (es. sedi), al fine di facilitarne l’operato, nel rispetto della loro libertà d’azione»: sono due tra i punti più qualificanti dell’appello al presidente della Repubblica Sergio Mattarella (disponibile integralmente a questo link. Per aderirvi accedere a quest’altro link), presentato nei giorni scorsi in una conferenza stampa al Senato dall’Associazione Luciano Tavazza, nata per mantenere attuali e diffusi i valori di uno dei “padri del volontariato” in Italia, Luciano Tavazza, appunto, e per custodirne l’archivio) (di tale iniziativa si legga già anche sulle nostre pagine).

«L’appello – spiegano i promotori – è ripartito in dodici punti e con esso intendiamo aprire un profondo dibattito nel mondo del sociale e del Terzo Settore, per ridare forza ad alcuni temi che riteniamo indispensabili, per far tornare a crescere i volontari, le loro forme organizzative autonome (piccole e grandi), e la loro capacità di incidere sul cambiamento necessario per dare gambe più robuste alla solidarietà».
I vari passaggi dell’appello sono stati illustrati da Maria Teresa Vinci, componente del Direttivo dell’Associazione Tavazza, che ha in particolare sottolineato la necessità di valorizzare la gratuità dell’azione volontaria, salvaguardando la presenza prevalente e determinante dei volontari nelle Associazioni di questo settore. «Il volontariato del futuro – ha dichiarato – deve avere una sua piena autonomia nel Terzo Settore, deve avere la possibilità di svilupparsi e di fare attività senza confonderle con le attività di servizio che richiedono l’utilizzo prevalente di lavoratori».
Dal canto suo, la senatrice Monica Cirinnà è intervenuta per annunciare l’impegno a proporre al proprio gruppo parlamentare, in condivisione con il senatore Luigi Zanda, di avviare un percorso per formulare una Proposta di Legge che accolga le richieste dell’appello, il tutto già in questa Legislatura, con la prospettiva di terminare il proprio percorso nella prossima. «Il volontariato – ha affermato Cirinnà – deve mantenere una propria libertà e autonomia e le proposte di riforma devono andare in questa direzione, difendendo le caratteristiche di dono, gratuità, prossimità».

Numerosi sono coloro che hanno già sottoscritto l’appello (se ne legga nel box in calce), per i quali è intervenuto Emanuele Alecci, portavoce della candidatura del volontariato a patrimonio immateriale dell’Unesco, ribandendo la necessità di «pensare al volontariato come organizzazione, perché i singoli volontari rischiano di non essere il fattore di cambiamento nella società e di lotta alle disuguaglianze che, invece, la gratuità e la solidarietà debbono avere».
Sempre secondo Alecci, inoltre, «il Parlamento deve prendere atto del disagio del volontariato italiano e valorizzarlo come vero bene comune».

A concludere la conferenza stampa è stato Giuseppe Lumia, altro componente del Direttivo dell’Associazione Tavazza, che ha chiesto a tutte le organizzazioni di volontariato, piccole e grandi, di farsi «promotrici di una riflessione approfondita sul ruolo che dovrà essere svolto nel futuro, anche nella prospettiva della costruzione di una Unione Europea che sia vero luogo di lotta alle povertà economiche e sociali». (S.B.)

Ricordiamo ancora il link cui accedere, per aderire all’appello di cui si parla nel presente contributo. Per ogni ulteriore informazione e approfondimento: Riccardo Guido (ricc.guido@gmail.com).

Associazione Luciano Tavazza
Nilla Manzi Tavazza, Carlo Tavazza, Franco Tavazza, Gabriela Tavazza, Luigi Tavazza, Mario Tavazza, Marino Tavazza, Maria Paola Tavazza, Raffaela Tavazza, Salvatore Amaro, Sofia Anastasia Ascalone, Anna Di Costanzo, Silvana Goretti, Vincenza Ilardi, Paolo Romano, Angelo Fanelli, Raffaele Pisani, Gianni Petraroia. Ermanno Di Bonaventura, Salvatore Nocera, Riccardo Guido, Andrea Pancaldi, Giuseppe Lumia, Maria Teresa Vinci.

Primi firmatari dell’appello
Domenico De Simone, presidente Associazione Luciano Tavazza; Renato Frisanco, vicepresidente Associazione Luciano Tavazza; don Vinicio Albanesi, presidente Comunità di Capodarco; don Rocco D’Ambrosio, ordinario di Filosofia Politica alla Facoltà di Scienze Sociali della Pontificia Università Gregoriana – di Roma; don Antonio Mazzi, presidente della Fondazione Exodus; Tiziano Vecchiato, presidente della Fondazione Zancan; don Luigi Ciotti, presidente del Gruppo Abele; Gian Candido De Martin, presidente del Centro Bachelet all’Università Luiss di Roma; Francesco Gregorio Arena, presidente emerito di Labsus; Ugo Ascoli, ordinario di Sociologia Economica all’Università Politecnica delle Marche; Mario Nasone, Centro Comunitario Agape; Giuseppe De Rita, presidente della Fondazione Censis; Antonio Gianfico, presidente della Società di San Vincenzo De Paoli; Gian Piero Farru, Associazione La Strada; Carlo Borzaga, presidente di Euricse e docente all’ Università di Trento; Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Caponnetto, Firenze; Michele Capasso, presidente della Fondazione Mediterraneo, NapoliSac; Antonio Mastantuono, consulente ecclesiastico nazionale di UCID (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti) e ACAI (Associazione Cristiana Artigiani Italiani); Emanuele Alecci, portavoce della candidatura del volontariato a patrimonio immateriale Unesco; Nicolò Lipari; Giuseppe Cotturri; Pellegrino Capaldo; Rosa Jervolino Russo; Francesca Russo; Livia Turco.

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