Risorse e politiche espressamente destinate alla tutela dei minori e la non più rinviabile istituzione di un Garante Nazionale per l’Infanzia. Maggiori tutele, interventi e misure in favore di un numero crescente di bambini in povertà, vittime di sfruttamento lavorativo e sessuale o di gravi e a volte sottovalutate forme di violenza – come quella “assistita” – e di minori particolarmente vulnerabili e che necessitano di supporto, come i bambini coinvolti e ascoltati nei procedimenti giudiziari, senza dimenticare i bambini con disabilità.
Si stimano in circa 2 milioni i bambini in povertà, tra i 450 e i 500.000 quelli costretti a lavorare, mentre se da una parte appare in diffusione esponenziale, anche a causa dell’uso del cellulare, il mercato della pedopornografia online, dall’altra arriverebbero addirittura a 1 milione i bambini e le bambine vittime di violenza “assistita”, ovvero testimoni di abusi e maltrattamenti ai danni soprattutto di fratelli e madri.
Sono solo alcune delle indicazioni e dei dati che emergono da I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia – 3° Rapporto di Aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza in Italia, ampio dossier pubblicato in questi giorni, riguardante la condizione dei minori nel nostro Paese e il grado di rispetto della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, ratificata dall’Italia il 27 maggio 1991*.
Il rapporto è stato redatto dal Gruppo di Lavoro per la CRC (Convention of the Rights of the Child), una rete di sessantadue organizzazioni e associazioni del Terzo Settore, coordinata da Save the Children Italia e della quale fa parte anche il CND (Consiglio Nazionale sulla Disabilità).
«L’attività di monitoraggio che abbiamo condotto nel corso di questo anno ci spinge a non abbassare il livello di attenzione e a sollecitare un sempre più forte e convinto impegno nella tutela e promozione dei diritti dei bambini», commenta Arianna Saulini, coordinatrice del Gruppo di Lavoro per la CRC e responsabile advocacy di Save the Children Italia. «Risulta innegabile infatti, e sotto gli occhi di tutti, come un numero crescente di bambini e bambine versi in condizioni di difficoltà, vulnerabilità, disagio e sfruttamento; è quindi necessario migliorare e implementare politiche, leggi e interventi a favore dei minori».
Le politiche, la legislazione italiana, le risorse per l’infanzia e l’adolescenza; gli standard di vita dei bambini; lo sfruttamento economico e sessuale; le violenze sui minori; il sistema della giustizia minorile e l’ascolto dei bambini nei processi: sono alcuni tra i principali temi presi in esame dal rapporto (ma vi sono capitoli anche sulla chiusura degli istituti, i minori stranieri non accompagnati, il diritto all’istruzione) che per ogni argomento affrontato enuncia e propone anche delle raccomandazioni.
Ai bambini con disabilità, in particolare, sono dedicati i capitoli I minori con disabilità in Istituto (III/c, nella Sezione Ambiente familiare e misure alternative); I diritti dei bambini con disabilità (IV/h, nella Sezione Salute e assistenza); Il diritto all’istruzione dei minori con disabilità (V/a, nella Sezione Educazione, Gioco e Attività culturali), oltre a vari altri riferimenti.
Per quanto riguarda i provvedimenti legislativi e amministrativi che ogni Stato dovrebbe prendere per dare piena attuazione ai diritti dei bambini e degli adolescenti, «rileviamo buone intenzioni e buoni propositi da parte del Governo – commenta Saulini – ma, nei fatti, una certa lentezza e incongruenza nell’approntare strumenti fondamentali per la tutela dei minori. Nella Finanziaria per il 2007, ad esempio, si cita il ripristino del Fondo per l’Infanzia, salvo poi non dire a quanto ammonti e lasciando permanere dubbi sulla sua effettiva esistenza».
Le risorse per l’infanzia e l’adolescenza appaiono, in generale, frammentate tra molti Dicasteri o incluse in fondi non espressamente dedicati ai bambini bensì alla famiglia.
«Accogliamo con favore l’incremento delle risorse stanziate per la famiglia – prosegue Saulini – ma siamo preoccupati che le politiche familiari globalmente intese rischino di oscurare la prospettiva di porre sempre al centro il bambino nell’allocazione dei finanziamenti, al fine di tutelarne il superiore interesse».
In questo senso a destare preoccupazione è anche la non operatività dell’Osservatorio Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, deputato al fondamentale ruolo di coordinamento delle politiche per l’infanzia.
Fra gli organismi poi la cui creazione non è più rinviabile, il Gruppo di Lavoro per la CRC indica il Garante Nazionale per l’Infanzia, sorta di difensore e tutore dei bambini, in grado di perseguire e indagare su eventuali violazioni dei loro diritti.
«Appare evidente – commenta in conclusione Arianna Saulini – che le lacune, le inadempienze e la mancanze nella tutela dei minori presenti in Italia siano ancora molte, a partire da un’esaustiva e documentata conoscenza dei problemi che affliggono milioni di bambini. Alla luce di ciò il rapporto del Gruppo di Lavoro per la CRC vuole essere uno strumento utile e costruttivo che oltre a rilevare le eventuali carenze nelle politiche, nelle leggi e nelle azioni messe in atto dal nostro Paese in favore dell’infanzia, offre una serie di raccomandazioni su cosa fare».
Ad esempio, «ci auguriamo che il nuovo Governo introduca un sistema di monitoraggio per analizzare ogni anno la quota di finanziamenti che l’Italia destina complessivamente e specificamente ai bambini. Che riconvochi e riattivi l’Osservatorio Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza. Che provveda all’istituzione del già citato Garante Nazionale per l’Infanzia, come promesso. Che adempia e dia seguito agli impegni stabiliti nell’ambito della strategia per la protezione e l’inclusione 2006-2008, al fine di ridurre la povertà. Che dia stabilità e continuità al Tavolo di Coordinamento sul Lavoro Minorile fra Governo e parti sociali, con l’obiettivo di elaborare politiche di contrasto dello stesso. Che si impegni maggiormente nell’identificazione delle vittime di pedopornografia, dotando il Centro Nazionale per il Contrasto della Pedopornografia di adeguate risorse umane ed economiche».
Altre priorità vengono ancora indicate, quali «una particolare attenzione alle nuove forme di maltrattamento e abuso scarsamente conosciute e sottovalutate, come la violenza “assistita”, attraverso programmi mirati di prevenzione primaria e secondaria; e ancora l’adozione di un sistema di monitoraggio esteso a tutto il territorio nazionale, sulle procedure giudiziarie coinvolgenti i minori, al fine di verificarne l’efficacia per ciò che riguarda la tutela e l’ascolto del bambino. Ed infine la modifica dei tempi di prescrizione dei reati sessuali ai danni dei minori, affinché le vittime vedano perseguito il reato e possano chiedere il risarcimento, qualora, da adulte, siano in grado di denunciare i fatti».
*La Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza è stata approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre del 1989 a New York ed è entrata in vigore il 2 settembre 1990. L’Italia l’ha ratificata il 27 maggio 1991 con la Legge 176/1991.
Per verificare che i principi sanciti dall’importante documento siano effettivamente rispettati, le Nazioni Unite chiedono ad ogni Stato di redigere e presentare ogni cinque anni un rapporto. Inoltre, per dare voce anche al punto di vista della società civile, le Organizzazioni Non Governative e del Terzo Settore hanno la possibilità di elaborarne uno supplementare.
Per questa ragione nel 2000 nasce in Italia il Gruppo di Lavoro per la CRC che l’anno successivo redige un rapporto sulla condizione dell’infanzia in Italia supplementare a quello che il Governo italiano aveva precedentemente presentato alle Nazioni Unite.
Successivamente il Gruppo di Lavoro ha deciso di proseguire nella sua opera di monitoraggio, redigendo annualmente un rapporto di aggiornamento che verifica lo stato di applicazione della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza nel nostro Paese.
Il Gruppo di Lavoro predisporrà nuovamente nel 2008 un rapporto supplementare a quello che il Governo italiano è tenuto a presentare al Comitato ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
Sono oggi ben sessantadue le associazioni e organizzazioni non profit a far parte del Gruppo di Lavoro per la CRC e che hanno sottoscritto il rapporto del 2007. A coordinarle è Save the Children Italia e tra esse vi è anche il CND (Consiglio Nazionale sulla Disabilità).
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