Io ho visto cose… (Avventura nei Balcani)

«Con il mio ultimo viaggio nei Balcani -scrive Claudio Imprudente -, in Bosnia e in Serbia, ho avuto modo di sviscerare la cultura della disabilità di quei luoghi, se è possibile parlare di “cultura” in contesti dove la situazione è lasciata ancora alla buona volontà del personale, dal momento che i servizi dedicati alle persone con disabilità sono davvero precari e marginali e la loro assistenza è lasciata alla cura degli “inconsapevoli promotori d’inclusività”»

Imprudente a Tuzla

Claudio Imprudente a Tuzla in Bosnia

«Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia […]».
Colgo al volo la storica citazione del replicante Roy Batty nel film di fantascienza Blade Runner (1982) – diretto da Ridley Scott, e ispirato al romanzo Il cacciatore di androidi di Philip K. Dick – per introdurre il mio ultimo viaggio: un’esperienza fuori dal comune che va ben oltre l’immaginazione possibile e ogni limite!
Ma adesso mi piacerebbe raccontarvi più nel dettaglio, per rendervi partecipi della mia avventura nei Balcani, svoltasi dal 28 marzo al 2 aprile, con l’Organizzazione di Volontariato Un bambino per Amico, in particolare nelle città di Tuzla in Bosnia e Banja Koviljača in Serbia.

Innanzitutto, ho constatato come passare le frontiere possa essere “bellissimo”! I controlli della polizia per me e i miei accompagnatori non erano minimamente previsti: una sbirciatina dal finestrino, uno sguardo un po’ imbarazzato su di me, per poi sentirci dire: «Andate pure!».
E ovviamente, quando dico “bellissimo” sono ironico, perché si ripresenta puntuale lo stereotipo della persona con disabilità “innocua, docile, inoffensiva”. Insomma, non si contempla nella maniera più assoluta la possibilità di potersi trovare di fronte a un… “malandrino”!
Ma a parte gli episodi esilaranti alla dogana, ho avuto modo di sviscerare quella che è la cultura della disabilità in questo Paese.

Mi sono chiesto, tuttavia, quanto fosse possibile parlare di “cultura” in questi contesti dove la situazione è lasciata ancora alla buona volontà del personale, dal momento che i servizi dedicati alle persone con disabilità sono davvero precari e marginali e la loro assistenza è lasciata alla cura degli “inconsapevoli promotori d’inclusività” (tutti/e coloro che non sono formati/e per lavorare in questo ambito, ma si mettono in gioco nelle relazioni con le persone con disabilità “sporcandosi le mani”).
Un esempio molto calzante è quello della cuoca Bosa, prossima alla pensione, che in un momento di libertà, prima di servire il pranzo, si è messa a giocare a calcio con i volontari del nostro gruppo e alcuni bambini appena rientrati da scuola, regalando a loro e a noi una parentesi di quella umanità, qui molto sentita.

Claudio Imprudente

Claudio Imprudente cura per «Superando.it» lo spazio fisso denominato “Pensiero Imprudente”

Poi ho visitato una di quelle “scuole speciali” (che in Italia non esistono più dagli Anni Settanta) in cui la direttrice, da buona discepola del compianto professor Andrea Canevaro, lotta tutti i giorni per avere una scuola il più possibile inclusiva, nonostante la burocrazia e la scarsità di risorse e strumenti. Mi spiegava che essendo stato per lungo tempo la disabilità ad appannaggio della sfera medico-infermieristica, l’introduzione in questi anni della figura dell’insegnante di sostegno, che ovviamente esce dai canoni medici, ricoprendo un ruolo pedagogico, rischia di non essere valorizzata adeguatamente.

Sono persino stato in un “orfanotrofio”, o meglio Dom ovvero “casa per bambini”, una struttura che accoglie minori, alcuni dei quali con lievi disabilità cognitive. In questa struttura si riscontrano problematiche di ogni tipo: personale scarsamente qualificato, a-specificità delle competenze, mancata valorizzazione delle differenze nei progetti di vita di ciascuno/a – questo forse mi rattrista più di ogni altra cosa: il rischio di essere un numero nel mucchio – e tutto questo avviene poiché è il governo che decide chi porre alla direzione degli istituti e dei servizi alla disabilità.

Ma vedere che nonostante tutti i problemi, gli operatori si adoperano con disponibilità per me è stato fondamentale: con poche risorse si mettono in gioco per ricostruire un tessuto sociale degno della parola “inclusione”. Ho potuto riflettere ancora una volta della grande opportunità che abbiamo in Italia di avere una legislazione sempre più favorevole verso il mondo delle persone con disabilità.
Così per la terza volta sono stato nei Balcani e concludendo con una battuta da “geranio”: dai balconi ai Balcani! E mi raccomando andateci polako, polako con la Rakja! (traduzione: “andateci piano con la grappa serba!”).

E voi siete mai stati nei Balcani?
Scrivete a claudio@accaparlante.it oppure sulle mie pagine Facebook e Instagram.

Pensiero Imprudente
Dalla fine del 2022 Claudio Imprudente è divenuto una “firma” costante del nostro giornale, con questa suo spazio fisso che abbiamo concordato assieme di chiamare Pensiero Imprudente, grazie alla quale sta impreziosendo le nostre pagine, condividendo con Lettori e Lettrici il proprio sguardo sull’attualità.
Persona già assai nota a chi si occupa di disabilità e di tutto quanto ruota attorno a tale tema, Claudio Imprudente è giornalista, scrittore ed educatore, presidente onorario del CDH di Bologna (Centro Documentazione Handicap) e tra i fondatori della Comunità di Famiglie per l’Accoglienza Maranà-tha. All’interno del CDH ha ideato, insieme a un’équipe di educatori e formatori specializzati, il Progetto Calamaio, che da tantissimi anni propone percorsi formativi sulla diversità e l’handicap al mondo della scuola e del lavoro. Attraverso di esso ha realizzato, dal 1986 a oggi, più di diecimila incontri con gli studenti e le studentesse delle scuole italiane. In qualità di formatore, poi, è stato invitato a numerosi convegni e ha partecipato a trasmissioni televisive e radiofoniche.
Già direttore di una testata “storica” come «Hp-Accaparlante», ha pubblicato libri per adulti e ragazzi, dalle fiabe ai saggi, tra cui Una vita imprudente. Percorsi di un diversabile in un contesto di fiducia e il più recente Da geranio a educatore. Frammenti di un percorso possibile, entrambi editi da Erickson. Ha collaborato e collabora con varie riviste e testate, come il «Messaggero di Sant’Antonio», per cui cura da anni la rubrica “DiversaMente”. Il 18 Maggio 2011 è stato insignito della laurea ad honorem dall’Università di Bologna, in Formazione e Cooperazione.

Nella colonnina qui a fianco (Articoli correlati), i contributi che abbiamo finora pubblicato, nell’àmbito di Pensiero Imprudente.

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