Il lavoro come presupposto dell’inclusione sociale

Sono sempre più concrete, da parte delle Istituzioni Europee, le iniziative in favore delle pari opportunità e per combattere le discriminazioni nei confronti delle persone con disabilità. Particolarmente importante, in ambito di lavoro, un seminario tenutosi a Bruxelles all’inizio di luglio, teso al raggiungimento di obiettivi reali e di azioni tangibili

Donna in carrozzina al lavoro su un computerLe pari opportunità e la non discriminazione nei confronti delle persone con disabilità sono tematiche sempre più importanti nell’agenda politica europea.
Ora però alle tematiche e ai princìpi si stanno affiancando anche attività di accrescimento della consapevolezza e iniziative concrete, inquadrate nel contesto di un intero Anno Europeo, il 2007, dedicato proprio a quelle sfide e teso a raggiungere quella tanto auspicata coesione sociale europea prevista già nel 2000 dalla Strategia di Lisbona*.

La sensibilizzazione sul diritto alle pari opportunità e alla non discriminazione, il rafforzamento della rappresentatività e della partecipazione alla vita sociale dei gruppi vittime di discriminazioni, il riconoscimento e la valorizzazione della diversità, la promozione di una società più solidale sono gli obiettivi di questo 2007, lanciato con la Decisione n. 771/2006 del Parlamento e del Consiglio dell’Unione Europea e ormai giunto al suo giro di boa.
In particolare, l’istituzione che rappresenta l’insieme dei cittadini europei, il Parlamento, e che mira a riflettere al proprio interno la società che rappresenta, sta svolgendo un intenso e continuo lavoro di promozione delle pari opportunità e dell’uguale trattamento verso le persone con disabilità, attraverso l’organizzazione di incontri, seminari, corsi di formazione, workshop, pubblicazioni e studi.
Lo scopo di queste attività è quello di porre le basi e poi costruire un’amministrazione pubblica europea aperta e inclusiva, modello per tutte le amministrazioni pubbliche e private, nel segno dell’uguale partecipazione di tutte le persone, senza distinzione sulla base del sesso, della razza, del credo religioso, della disabilità, dell’età e delle tendenze sessuali.
Lo strumento per raggiungere tale scopo, in seno all’amministrazione del Parlamento Europeo, è l’Unità Pari Opportunità e Diversità della Direzione Generale del Personale, da ormai una decina d’anni impegnata in attività di sensibilizzazione e accrescimento della consapevolezza sulla non discriminazione, la diversità come valore, le pari opportunità.

Da un’iniziale e tuttora esistente impegno per favorire l’equilibrio tra uomini e donne nell’Amministrazione Europea (Segretariato Generale del Parlamento Europeo), l’Unità ha via via ampliato il suo campo d’intervento e dal 2003 – Anno Europeo per le Persone con Disabilità – le tematiche dell’inclusione e della piena partecipazione delle persone con disabilità, la partecipazione, la rappresentanza e la responsabilità sociale delle istituzioni hanno ricevuto un forte impulso e sono state spesso al centro di attività di sensibilizzazione.
Un’attività “politica” dunque, quella svolta da questa Unità con sede a Lussemburgo, nell’ambito di una grande struttura amministrativa qual è il Segretariato Generale del Parlamento Europeo, un’attività necessaria ed essenziale a rintracciare, analizzare e comprendere le cause di una scarsa se non nulla presenza di personale con disabilità nelle istituzioni, un’attività impostata nel segno del duplice approccio del mainstreaming e delle azioni positive: azioni positive quali il progetto pilota di tirocinio per persone con disabilità – di cui abbiamo già parlato su queste pagine – lanciato dall’Unità in collaborazione con altri servizi e Unità del Segretariato del Parlamento e che sarà riproposto anche per il 2008; mainstreaming che si esplica invece nell’inserimento della disabilità in tutti i processi, le politiche e le strategie delle risorse umane, affiancato da una costante laboriosità nel proporre incontri di accrescimento della consapevolezza sulla disabilità, seminari e workshop interistituzionali, corsi di formazione, premiazioni, studi e ricerche.

Ad Altiero Spinelli, uno dei padri italiani dell'idea europeista, è dedicato l'edificio in cui si è tenuto il Seminario di BruxellesTema ricorrente di questi eventi tesi a promuovere e a migliorare l’accessibilità fisica – e “metafisica” – del Parlamento, e in generale delle istituzioni europee, è l’occupazione delle persone con disabilità, settore in cui rimane ancora molto da fare e nell’ambito del quale sono ancora molti i pregiudizi e gli stereotipi.
E tuttavia, il percorso verso un’amministrazione inclusiva è già stato intrapreso da parte del Parlamento Europeo ed è supportato da una serie di documenti ufficiali adottati dal Bureau, che ne sanciscono l’importanza e lo definiscono come una priorità su cui il Segretariato si impegna solennemente ad agire.

Nel solco di questo percorso si inserisce a pieno titolo il Seminario Interistituzionale denominato Equal Employment Opportunities for People with Disabilities in the European Institutions, organizzato il 5 luglio scorso a Bruxelles dall’Unità Pari Opportunità e Diversità, e volto a definire un piano d’azione concreto e a promuovere azioni positive per l’accesso delle persone con disabilità ad un impiego nell’Amministrazione Europea.
L’evento, tenutosi nell’edificio “Altiero Spinelli”, una delle sedi del Parlamento Europeo nella capitale belga, è stato aperto da Richard Howitt, deputato del PSE (Partito Socialista Europeo) e presidente del Disability Intergroup del Parlamento Europeo, e da Harald Rømer, segretario generale del Parlamento Europeo, a rappresentare, rispettivamente, la dimensione politica e istituzionale del Parlamento stesso.

Il Seminario ha sviluppato il tema dell’occupazione partendo dalla recente Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità: Giampiero Griffo, rappresentante dell’EDF (European Disability Forum), oltre che componente della Delegazione Italiana che ha lavorato alla stesura della Convenzione, ha presentato l’importante documento, sottolineando il diritto fondamentale al lavoro come presupposto all’inclusione sociale.
Dal canto suo, Wallis Goelen, capo dell’Unità Integrazione Persone con Disabilità della Direzione Generale Occupazione, Affari Sociali e Pari Opportunità della Commissione Europea, ha analizzato l’impatto della Convenzione sulla strategia europea riguardante la disabilità.

È seguita una tavola rotonda sulle politiche e le buone prassi esistenti presso le organizzazioni europee, occasione di scambio e condivisione, introdotta da Rosa Maria Brignone, responsabile dell’Unità Pari Opportunità e Diversità del Parlamento Europeo, la quale ha presentato gli obiettivi strategici dell’Unità stessa per il 2007 e i loro meccanismi di implementazione, citando il progetto pilota di tirocinio per persone con disabilità, esempio di azione positiva da diffondere anche presso le altre istituzioni.
La sessione è poi proseguita con l’intervento di altri rappresentanti della Commissione Europea e del Consiglio d’Europa.

La parte finale dell’incontro, moderata da Yves Quitin, direttore delle Risorse Umane della Direzione Generale del Personale del Parlamento Europeo, è stata dedicata alle procedure di selezione e reclutamento del personale nelle istituzioni europee e all’applicazione del principio dell’accomodamento ragionevole.
Il Parlamento Europeo di StrasburgoErik Halskov, direttore dell’EPSO (Ufficio Europeo di Selezione del Personale), ha illustrato i princìpi guida delle procedure di selezione, sottolineando l’impegno nell’offrire uguali condizioni di accesso alle competizioni europee per tutti i candidati, garantendo ambienti, servizi e tecnologie accessibili.
È stato poi il turno della SELOR, agenzia belga di selezione del personale per il pubblico servizio, modello di buone prassi per la gestione delle domande di assunzione provenienti da gruppi sociali in situazione di svantaggio, in particolare persone con disabilità. E qui si è posto l’accento sulle politiche della diversità gestite da un’innovativa figura professionale, quale il diversity manager.

Dopo il dibattito finale, cui hanno partecipato attivamente anche alcuni tirocinanti con disabilità, il Seminario è stato concluso da David Harley, vicesegretario generale del Parlamento Europeo, con la lettura delle conclusioni e le proposte d’azione per un’Amministrazione Europea che, in linea con i propri documenti statutari e di indirizzo, conceda più occasioni di lavoro alle persone con disabilità, per rendere il Parlamento specchio della società europea, effettivamente rappresentativo di tutte le diversità che in tale società si manifestano. 

Un seminario di qualità, dunque, con la partecipazione dei più alti livelli dell’Amministrazione Europea, connotato da una larga dimensione interistituzionale e allo stesso tempo supportato attivamente dal movimento europeo delle persone con disabilità, un incontro teorico, ma soprattutto teso al raggiungimento di obiettivi concreti e di piani d’azione tangibili.
Un’occasione imperdibile, in questo senso, affinché le persone con disabilità siano maggiormente rappresentate nell’Amministrazione Europea, dove la disabilità sia considerata come un bagaglio di conoscenze da mettere a disposizione per realizzare un ambiente di lavoro aperto e inclusivo, diventando essa stessa un’abilità.

*Riuniti nel marzo del 2000 a Lisbona, i capi di Stato e di governo dell’Unione Europea avevano lanciato l’obiettivo di fare dell’Europa «l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo» entro il 2010.
Da allora, le diverse misure da mettere in atto per raggiungere questo obiettivo hanno preso il nome di Strategia di Lisbona.

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