La volontà di costituire un’alleanza culturale e pratica tra operatori sanitari e cittadini-utenti, finalizzata al miglioramento della sicurezza, della qualità dei servizi e del rapporto tra medici e cittadini, è uno dei principi chiave ribaditi nel corso della conferenza stampa denominata Sicurezza clinica e qualità dei servizi. Medici e cittadini insieme, promossa congiuntamente a Roma dall’AMAMI (Associazione per i Medici Accusati di Malpractice Ingiustamente), dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e dalla Federazione Italiana ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi), per presentare un progetto di lavoro cui abbiamo già dedicato ampio spazio nei giorni scorsi.
Si tratta di un’urgenza particolarmente avvertita dalle organizzazioni promotrici, dovuta ad una situazione che Maurizio Maggiolotti, presidente dell’AMAMI, non ha esitato a definire «drammatica» e che vede letteralmente contrapposti da una parte i cittadini, impauriti dagli errori medici o dalla cosiddetta “malasanità” e dall’altra i medici stessi, «controllati dalla Magistratura», che ormai cominciano a praticare sempre più di “medicina difensiva”, pratica dettata maggiormente dalla cautela giudiziaria che da considerazioni scientifiche.
Ad alimentare questo clima – secondo Maggiorotti – sono soprattutto quei soggetti che hanno tutto da guadagnare da questo stato di cose, come chi è interessato al cosiddetto “business giudiziario”, oltre al mondo della comunicazione e alle stesse assicurazioni «che hanno aumentato i premi in capo ai medici del 400%».
«L’acquisizione di consapevolezza e di capacità nel saper individuare un errore clinico è di per sé un aspetto positivo – ha dichiarato Pietro Barbieri, presidente della FISH – ma l’aspetto negativo è rappresentato dal grande mercato delle richieste di rimborso che si è venuto a creare».
E tuttavia, nonostante vadano appunto a cozzare contro interessi economici importanti, i correttivi da apportare di intesa e di interesse comune da parte di medici e cittadini non mancano, a partire dall’istituzione di un Osservatorio dell’Errore Medico e del Contenzioso Paziente-Medico, per conoscere la reale portata del fenomeno e individuare le aree di criticità e di eccellenza.
«Basti pensare – ha sottolineato Maggiorotti – che i numeri riguardanti gli errori sanitari non esistono e che nessuno ha mai fatto luce sulla portata reale degli errori in sanità».
Tra i cittadini-utenti, poi, le persone con disabilità rappresentano senz’altro quelle con le condizione più complesse, ma l’interesse a questi temi da parte di un’organizzazione come la FISH è dettato anche dall’attenzione alle situazioni che possono mettere a rischio la salute delle persone o causarne una disabilità. «Noi siamo i primi – ha dichiarato infatti Barbieri – a parlare di diritti e di qualità della vita delle persone con disabilità, ma la prevenzione delle cause di una disabilità resta una priorità. Inoltre, non è nostro interesse fermarci alle questioni del risarcimento, ma ci interessa aggredire le cause stesse che sono fonte di errore clinico e di disabilità, spesso relative all’organizzazione sanitaria; è quindi necessario concentrarsi sulle criticità del Sistema Sanitario Nazionale che generano questi problemi».
«Passare dall’autoreferenzialità al dialogo», come ha suggerito Dario Petri, presidente della Federazione Italiana ABC, oltre che uno slogan buono per questa nuova alleanza tra medici e cittadini, potrebbe dunque rappresentare anche un primo passo nella soluzione dei problemi culturali e gestionali denunciati nel corso della conferenza stampa di Roma. (Giuliano Giovinazzo)