Disabilità e lavoro: quali interventi?

Caratteristica comune tra il nostro Paese e gli Stati Uniti è la mancata soddisfazione sulla crescita occupazionale per le persone con disabilità, che in entrambe le realtà raggiunge poco più del 40%. Le ragioni, però, sono abbastanza diverse, così come molto diverso è l’approccio alle imprese.Se n’è parlato in un seminario a Torino, il 24 novembre scorso

Donna in carrozzina al lavoroIl 24 novembre scorso a Torino ha avuto luogo un’iniziativa svoltasi nell’ambito del Comparative Domestic Policy Program, progetto del German Marshall Fund (GMF) che prevede la costituzione di un gruppo di ricerca con l’obiettivo di costruire punti stabili di collaborazione a livello internazionale sui temi dello “sviluppo dei sistemi locali”, con particolare riferimento alla qualità dei processi di trasformazione urbana e territoriale.

Si tratta del seminario – organizzato con il sostegno della Compagnia di San Paolo e del SiTI del Politecnico (Istituto Superiore sui Sistemi Territoriali per l’Innovazione) – denominato Disabilità e lavoro. Quali interventi per favorire l’inserimento lavorativo di soggetti disabili? – Proposte per l’Italia dall’esperienza americana, iniziativa che ha visto intervenire sul tema Patrizia Saroglia, CDP Fellow e coordinatrice del Laboratorio di Politiche (LAPO) di Torino.

Pare dunque che caratteristica comune tra il nostro Paese e gli Stati Uniti sia infatti la mancata soddisfazione sulla crescita occupazionale per i disabili, che in entrambe le realtà avrebbe raggiunto poco più del 40%, pur per ragioni diverse. La grande differenza tra l’Italia e il colosso d’oltreoceano sembra risiedere soprattutto nell’approccio alle imprese: negli States il rapporto con i datori di lavoro non è regolato in alcun modo, ma piuttosto influenzato da numerosi tipi di incentivi che spingono le imprese all’assunzione. Quest’ultima, invece, da noi è obbligatoria per legge tramite un sistema  di quote, con la conseguenza che spesso le aziende preferiscono pagare multe anziché impiegare disabili.
Dall’esperienza americana la ricercatrice ha appreso un rinnovato approccio agli interventi, più incentrato sulle abilità che sulle disabilità. Tre i programmi che sono stati esposti: il Ticket to Work, basato sull’incentivo orientato al risultato, lo Start on Success, sulla transizione scuola-lavoro e il Comprehensive Assessment and Emplacement, messo in atto dalla città di New York. (Orietta Cazzola)

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