Dura presa di posizione sulla Manovra e sull’operato del Governo da parte del Direttivo Nazionale dell’Auser, la principale organizzazione italiana impegnata sul fronte della terza età. «Dopo tre anni di ritardo – è stato sottolineato – il Governo ha capito che la crisi c’è, che è forte e che non durerà poco. C’è bisogno di restituire fiducia e stabilità ai mercati e di equilibrare gli interventi in funzione di una crescita che dia lavoro e sviluppo in tutto il Paese e che non si accanisca sulle condizioni di vita dei Cittadini più deboli, quelli che hanno pagato e che continuano a pagare e che non si oscurino o cancellino i diritti fondamentali delle persone. È quanto mai necessario, insomma, rilanciare la crescita e dare respiro al mondo del lavoro, per evitare una nuova pericolosa recessione, un fronte dal quale non si vedono segni positivi. Mancano infatti provvedimenti seri di lotta contro la corruzione dilagante, contro l’evasione e l’elusione fiscale e soprattutto nulla è stato fatto per abbattere drasticamente i costi della politica. Un segnale di equità e di giusta redistribuzione dei carichi e dei pesi per avviare il risanamento e la crescita del Paese, non può non partire da questi punti».
Il Direttivo dell’Auser si è espresso inoltre sui contenuti della Legge Delega sull’Assistenza [Disegno di Legge, Camera n. 4566, N.d.R.], ritenuta «una legge che mira indiscriminatamente a tagliare, un’operazione di particolare iniquità, che colpisce le donne, le famiglie, i disabili, gli anziani, gli orfani e le vedove, ovvero circa 7 milioni e 200 mila persone che percepiscono le diverse provvidenze assistenziali. Se si pensa al clamore sollevato sul contributo di solidarietà che riguardava meno di 600.000 persone con redditi superiori a 90.000 euro l’anno, la disattenzione dei media sulla riforma dell’assistenza e sulle sue conseguenze appare intollerabile e scandalosa. Non si può inoltre pensare di tagliare sull’assistenza per trovare le risorse per realizzare la riforma fiscale. Il rapporto fisco-assistenza va rovesciato: è dal prelievo e dalla lotta contro l’evasione e l’elusione che vanno reperite le risorse per una seria riforma dell’assistenza».
«Questa Legge Delega – ha sottolineato ancora il Direttivo dell’Auser – prevede sostanzialmente la liquidazione della Legge 328/00 che fa seguito al ripetuto taglio, negli ultimi anni, esercitato sul Fondo Nazionale delle Politiche Sociali. L’attacco alla 328 diventa radicale, spariscono i Livelli Essenziali e si compromette il principio dell’universalità dei diritti, mentre compare un nuovo riferimento, quello cioè ai “soggetti autenticamente bisognosi“, espressione che la dice lunga sull’indiscriminata criminalizzazione nei confronti di coloro che percepiscono assegni di invalidità e accompagnamento. Ne deriva l’idea di un sistema pubblico di protezione sociale rivolto esclusivamente alle condizioni estreme, legato a una concezione di sussidiarietà fortemente sostitutiva e nello stesso tempo assolutamente disorganico e incompleto. Nulla si dice sulle misure di contrasto alla povertà, sui disagio giovanile, sulle famiglie con minori».
È stata infine ribadita la necessità di un intervento nazionale di riordino per evitare duplicazioni e sovrapposizioni e, in particolare, per perseguire una gestione integrata dei servizi sanitari, socio-sanitari e assistenziali. «Occorre rilanciare la 328 – si è sottolineato – e definire i Livelli Essenziali di Assistenza, ribadendo la competenza esclusiva delle Regioni nell’organizzazione e nella gestione del sistema pubblico di protezione sociale. Una legge profondamente diversa da quella ipotizzata, che dovrebbe essere affiancata dalla legge istitutiva del Fondo Nazionale per la non Autosufficienza».
Per tutte queste ragioni, dunque, l’Auser sarà in prima fila nelle iniziative di mobilitazione e di lotta, promosse dalla CGIL e dallo SPI CGIL [Sindacato Pensionati Italiani, N.d.R.], per cambiare la politica economica e sociale del Governo Nazionale. (Giusy Colmo)