Una canzone, una straordinaria musica, un immenso piacere che ha accompagnato un’esperienza unica e innovativa. I passi portati avanti insieme da una band unita a un gruppo sportivo, costituito da persone che tutti i giorni lottano per la vita e per una migliore qualità del proprio destino. Voglia di vincere, di comunicare, emozionare e sentimenti: il tutto unito in un videoclip che tratta quella che è la vita, la vera vita.
I Controtempo, gruppo musicale rock, hanno voluto infatti per il videoclip del loro secondo singolo Eroi la squadra Sen Martin Modena, partecipante al Campionato di A2 di wheelchair hockey (hockey su carrozzina elettrica). Formatasi nel 2004, la band – dopo vari live e un primo singolo dal grande successo (Come Bud Spencer e Terence Hill) – ha deciso dunque di portare avanti un progetto insieme alla Sen Martin, dopo l’incontro tra il cantante Marco Spaggiari, ideatore del pezzo (e di tutti gli altri pezzi) e Lorenzo Vandelli (fondatore della Sen Martin), avvenuto con la consapevolezza che il secondo singolo potesse dar vita a un progetto più ampio. Proprio da ciò – oltreché da ore di lavoro e dal supporto di volti noti nel mondo dello sport – è arrivato il videoclip che ritrae frammenti di ciò che significa essere “in tutti i giorni eroi” (nome del primo album della band lanciato nel 2011).
Si è trattato di un’esperienza che ha senz’altro portato molto a chi vi ha partecipato. Una crescita morale, di conoscenze e di vita, che ha potuto favorire la fruibilità di ciò che è la disabilità e di come essa venga affrontata positivamente per vincere non solo nelle “grandi imprese”.
Le “icone sportive” che hanno partecipato al video (Robert Acquafresca, Franco Bertoli, Luca Cantagalli, Angel Dennis, Marco Di Vaio, Alessandro Diamanti, Loris Manià, Armando Perna, Daniele Portanova, Alberto Tomba e Luca Toni), hanno dal canto loro dimostrato che un’unione forte può lanciare un messaggio diverso, facendo intendere che le vittorie vere sono le conquiste della quotidianità. In riferimento alla partecipazione di questi ultimi, Lorenzo Vandelli dice che «sono stati coinvolti non come sportivi vincenti, ma nel ruolo di tifosi e amici. Abbiamo invertito i ruoli: noi eravamo i protagonisti e loro i nostri tifosi; è stata una esperienza bellissima».
Un capovolgimento della medaglia, dunque, che ha reso soddisfatti ed estremamente emozionati i ragazzi della Sen Martin, con un video che imprime per sempre la storia delle loro gesta sportive e della loro forza di volontà.
«Con questa canzone – afferma il manager Damiano Bonvini, parlando dell’esperienza – si pone l’accento sull’essere “in tutti i giorni eroi”, nel quotidiano, non solo nelle grandi imprese, ma nel concreto della vita di tutti i giorni. Essere eroi non significa arrivare primi, ma giocarsi la vita al 100%, sfidando e cercando di superare le proprie difficoltà. Si è scelto di coinvolgere gli atleti della Sen Martin, in quanto esempio di chi, nonostante l’impossibilità a camminare e le difficoltà conseguenti, riesce a realizzare la propria vita, ad esempio nello sport».
Quasi doveroso, a questo punto, scambiare qualche impressione anche con Marco Spaggiari, leader dei Controtempo.
Cosa ha portato questo progetto al bagaglio culturale e di vita del vostro gruppo?
«Avevo sentito parlare della Sen Martin da tempo e non vedevo l’ora di conoscerli. Quando poi ho conosciuto Lorenzo Vandelli – capitano e fondatore della squadra – mi sono trovato davanti a una persona che con la sua vita e la sua storia incarnava perfettamente ciò che volevo esprimere attraverso le parole della canzone Eroi. Lui, come tutti gli altri ragazzi della Sen Martin, è l’esempio di chi ha ancora il coraggio di crederci sempre e comunque. Mi sono sentito di essere davanti agli eroi più autentici che avessi mai incontrato: gente che non cerca scuse per “non fare”, gente che non si ferma a lamentarsi di ciò che non va, gente che non si spaventa davanti alla fatica da fare per raggiungere un obiettivo. Semplicemente gente che con tutto il cuore “vive al massimo”, tirando fuori la parte migliore di sé. E questo è veramente vivere “da eroi”. Infatti, l’eroe delle favole è sempre uno che si trova ad affrontare un nemico o un male da sconfiggere e anziché scappare o rinunciare per paura, si differenzia dagli altri per il coraggio che ha nell’affrontare quell’avventura che lo porta a un lieto fine.
Questo è l’approccio alla vita che ho trovato in Lorenzo e negli altri e quindi ho subito pensato che fossero i migliori protagonisti per il video di una canzone che cercasse di trasmettere questi valori di vita. Davanti al loro esempio, per tutti noi è migliorato il modo di vivere la vita. Ci hanno spinto a dare ancora di più, a dare tutto quello che abbiamo ogni giorno, senza porre alcun limite, perché – come dice la frase del loro gagliardetto – “i nostri limiti non sono quelli che ci impone il fisico, ma quelli che ci imponiamo con il cervello e con il cuore”».
Ci sono altre collaborazioni in serbo per il futuro?
«Con i ragazzi della Sen Martin c’è ormai un rapporto di grande amicizia. Appena possiamo, andiamo a vedere le loro partite e partecipiamo ai loro eventi.
Personalmente ho trovato in Lorenzo un caro amico, che vado spesso a trovare e con il quale posso confidarmi e confrontarmi sulla vita, oltre che fare sempre una buona dose di risate! Di progetti ne abbiamo in mente tanti, penso che non ci staccheremo più.
Una cosa bellissima che stiamo facendo adesso – altra esperienza inedita – è quella dei concerti-incontro nelle scuole. Di solito andiamo io, lui e Paolo Zarzana, il responsabile del CSI (Centro Sportivo Italiano) per il progetto di attività motoria per ragazzi con disabilità. Sono incontri in cui si parte dalla proiezione dei video fatti insieme, per poi parlare dei contenuti che ci sono dietro».
Le ore di ripresa per la realizzazione del video hanno portato il vostro gruppo a seguire anche il rapporto tra numerose “grandi icone” dello sport e la squadra di wheelchair hockey. Quali sono le vostre impressioni?
«Purtroppo nello sport, come nella vita, si “quantificano” le persone in base ai risultati, in modo fine a se stesso, e si perde la capacità di riscoprire ogni persona come unica e irripetibile.
Lo “scambio dei ruoli” tra i grandi dello sport e i giocatori della Sen Martin è avvenuto per rovesciare questo concetto: nella vita non conta se vinci o se perdi, ma se hai dato tutto quello che hai. Anche se vinci con uno stratagemma o senza aver dato tutto, per me e per noi in realtà è come aver perso. Quindi i ragazzi della Sen Martin sono stati posti come protagonisti del video perché loro – per me e per noi – sono l’esempio di chi dà tutto senza risparmiarsi.
Campioni sportivi arrivati anche a vincere i Mondiali, invece, non sono stati “etichettati” per i loro risultati, ma si sono voluti valorizzare per il loro aspetto umano, per il loro essere uomini prima ancora che atleti. Anche perché ognuno di loro ha avuto una storia bellissima da raccontare rispetto alla storia di vita che sta dietro ai successi sportivi, una storia fatta di sacrifici e di tanto cuore impiegato a seguire un sogno. Questo, secondo me, è il più bell’aspetto che ci regala lo sport: ci mette davanti a persone che imparano a mettere il cuore nelle cose. E questo aspetto va valorizzato ancor più dei risultati ottenuti, che sono la “conseguenza” di tutta la fatica e dell’impegno di prima.
Penso che nel video sia emerso questo. Lo sport è una delle cose più belle che possa esprimere una persona, che non dev’essere schiava di un risultato da raggiungere con ogni mezzo, ma deve appunto esprimere se stessa per la propria unicità. E come dice la nostra canzone: “Niente fenomeni, ma giorno per giorno uomini”».
La musica e il singolo Eroi possono dunque essere un buon modo per sensibilizzare e integrare il pensiero che rende la disabilità una condizione superabile?
«Speriamo di sì e speriamo che sia un modo per portare questo esempio di vita all’attenzione di chi non vive la disabilità. Spesso assistiamo al fatto che le persone con disabilità riescono a tirar fuori quello che hanno, mentre chi ha meno problemi non lo fa e “si accontenta” di “tirar fuori solo un po’”, magari per paura, per evitare la fatica.
Penso che il significato di questo video e di questa canzone non sia solo quello di dare visibilità a una realtà stupenda, come quella dello sport praticato da persone con disabilità, ma più che altro quello di proporre un modello di vita che interpella tutti noi e che ci stimola ad avere sempre il coraggio di affrontare le difficoltà sicuri del lieto fine. Insomma, “Voglia di credere negli eroi, in gente che non si arrende mai”».