Le organizzazioni di volontariato in Italia

Si presenta oggi, all’interno dell’Expo di Milano, il Primo Rapporto Nazionale delle 44.000 organizzazioni di volontariato censite dal sistema dei Centri di Servizio di Volontariato (CSV), indagine dalla quale emerge una fotografia inedita e di portata nazionale di come e dove operano tali organizzazioni

Tanti omini blu collegati in reteProprio mentre scriviamo, viene presentato a Milano, presso la Cascina Triulza di Expo 2015, il primo Rapporto Nazionale delle 44.000 Organizzazioni di Volontariato censite dal sistema dei Centri di Servizio per il Volontariato.
L’indagine è frutto della collaborazione fra CSVnet – il Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato – e la Fondazione IBM Italia, nell’ambito del programma IBM Impact Grants, che mette a disposizione software e servizi erogati dai suoi professionisti a favore delle organizzazioni non profit.
Il documento si basa sui dati forniti dai Centri di Servizio per il Volontariato soci di CSVnet e rappresenta il primo risultato di un processo avviato circa un anno fa, con l’obiettivo di armonizzare le diverse banche dati dei Centri di Servizio, per ottenere una fotografia inedita e di portata nazionale di come e dove operano queste organizzazioni di volontariato.

Il Rapporto si presenta in linea con i dati e le tendenze rilevate con il recente Censimento ISTAT sulle istituzioni non profit relativo all’anno 2011, confermando, in termini assoluti, che sono sei le Regioni dove si concentra il maggior numero di organizzazioni di volontariato (d’ora in poi OdV), vale a dire la Lombardia, la Toscana, il Lazio, il Piemonte, l’Emilia Romagna e il Veneto.
Il raggio d’azione delle OdV censite è prettamente locale: il 50%, infatti, ha il Comune come àmbito territoriale di riferimento, mentre solo 5 OdV su 100 hanno un riferimento territoriale nazionale o internazionale.
L’indagine ha analizzato anche il campo di attività in cui operano le associazioni: il 55% si occupa di assistenza sociale e sanità, seguono le organizzazioni impegnate nella cultura, nello sport e nella ricreazione.
A livello operativo la metà delle OdV può contare su meno di 16 volontari; solo il 15% ne ha un numero superiore a 50. E ancora, la metà delle OdV ha meno di 60 soci, poco più del 10%, invece, ha una base associativa molto estesa (oltre 500 soci).
Dal punto di vista “storico”, i risultati del Rapporto confermano una crescita costante delle OdV dal 1980 al 2007, con picchi nel 1991, in coincidenza dell’emanazione della Legge Quadro sul volontariato 266/91 che ha istituito i Centri di Servizio; negli ultimi sette anni, invece, si osserva una costante diminuzione dell’incremento annuale del numero di OdV costituite.
La rappresentanza legale è composta per i due terzi da uomini. Le donne sono il 33% del totale in tutte le ripartizioni geografiche. La componente femminile è maggiormente presente nei settori dell’educazione, dell’istruzione e della ricerca (dove raggiunge il 50%), della tutela dei diritti e dell’assistenza sociale.

«Acquisire informazioni, cogliere tendenze, osservare cambiamenti, misurare la realtà del volontariato per comprenderla nell’insieme e nelle sue parti – dichiara Stefano Tabò, presidente di CSVnet – risulta immediato per il sistema dei Centri di Servizio per il Volontariato, che ha il compito di promuoverne i valori e le espressioni operative. Ciò che si sta profilando è uno strumento agile e affidabile, dinamico e costantemente aggiornato. I primi destinatari sono le stesse organizzazioni di volontariato, ma non fatichiamo a coglierne l’utilità per le Pubbliche Istituzioni, per il mondo accademico, per i media, per i donatori di risorse economiche e competenze, per tutti coloro che hanno interesse a conoscere e incoraggiare le espressioni di cittadinanza attiva e solidale».

Oltre ai dati emersi, per altro, anche la metodologia, il patrimonio scientifico e tecnologico sperimentato per la raccolta e la sistematizzazione dei dati sono il valore aggiunto di questo Rapporto e costituiscono un contributo originale al miglioramento della conoscenza del volontariato e del Terzo Settore in Italia.
«Questo Rapporto – sottolinea in tal senso Angelo Failla, direttore della Fondazione IBM Italia – è frutto di un percorso collaborativo che favorirà in misura crescente la comprensione di un fenomeno vitale per il Paese, valorizzando la grande mole di dati eterogenei a disposizione del sistema dei Centri di Servizio per il Volontariato e testimonia la volontà della nostra Fondazione di creare un impatto reale nelle comunità in cui opera, grazie alle competenze che può mettere in campo». (C.C.)

Per ulteriori iunformazioni e approfondimenti: ufficiostampa@csvnet.it (Clara Capponi).

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