Un altro passo avanti nella pubblicità

«Siamo particolarmente soddisfatti di questa pubblicità, che mostra come si stiano facendo concreti passi avanti per una reale inclusione delle persone con sindrome di Down. Ci auguriamo di vedere sempre più persone con disabilità rappresentate in normali contesti quotidiani. L’inclusione passa anche attraverso i messaggi pubblicitari»: a dichiararlo è Anna Contardi, coordinatrice nazionale dell’AIPD (Associazione Italiana Persone Down), commentando una pubblicità di Fisher Price, compagnia produttrice di giocattoli per bambini, nella quale uno dei bimbi ha la sindrome di Down

Pubblicità di Fisher Price (uno dei due bimbi ha la sindrome di Down)

La pubblicità della compagnia produttrice di giocattoli Fisher Price, in cui uno dei bimbi ha la sindrome di Down

«Oggi – aveva scritto qualche giorno fa sulle pagine del nostro giornale il CoorDown (Coordinamento Nazionale Associazioni delle Persone con Sindrome di Down), commentando positivamente una pagina pubblicitaria in cui una giovane con sindrome di Down veniva ritratta nel suo ruolo professionale – la visibilità delle persone con disabilità nella cultura di massa e in particolare nella pubblicità, è uno dei passi fondamentali per vincere la sfida legata a un nuovo approccio culturale, mettendo in discussione gli stereotipi e i pregiudizi che sono ancora oggi l’ostacolo più grande della piena inclusione nella società».
Concetti analoghi vengono ora espressi dall’AIPD (Associazione Italiana Persone Down), a proposito di una pubblicità lanciata recentemente da Fisher Price, nota compagnia produttrice di giocattoli per bambini e neonati, ove si mostrano due bimbi alle prese con due piccole automobili e un castello e uno di loro ha la sindrome di Down.

«Siamo particolarmente soddisfatti di questa pubblicità – dichiara Anna Contardi, coordinatrice nazionale dell’AIPD – che mostra come si stiano facendo concreti passi avanti per una reale inclusione delle persone con sindrome di Down». «Ci auguriamo – aggiunge – di vedere sempre più persone con disabilità rappresentate in normali contesti quotidiani. L’inclusione passa anche attraverso i messaggi pubblicitari».

Per l’occasione, anche l’AIPD, come già aveva fatto il CoorDown, segnala il lavoro svolto in questo àmbito dall’Associazione statunitense Changing the Face of Beauty (letteralmente: “Cambiare il volto della bellezza”), attivissima nei social network, che ha avviato anche una campagna di sollecitazione alle aziende, alle quali chiede esplicitamente di includere persone con sindrome di Down nelle loro pubblicità. La sfida è arrivare a contarne 50 nel 2017. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampaaipd@gmail.com (Marta Rovagna).

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