Assegno Unico e Universale: quello che conta è l’“ISEE ristretto”

«Permangono casi in cui l’INPS non tiene conto del cosiddetto “ISEE ristretto” ai fini del calcolo dell’Assegno Unico e Universale, contrariamente a quanto invece previsto dalla normativa nazionale»: a sottolinearlo è l’ANFFAS Nazionale, che per questo si è rivolta direttamente all’INPS, chiedendo di intervenire tempestivamente affinché si risolvano le criticità causate dalla difformità di una Circolare dell’INPS stesso, rispetto alla normativa nazionale, oltre a sanare tutte le prassi poste in essere anche a livello territoriale, in conseguenza di tale difformità

INPS: Assegno Unico Universale figli a caricoA seguito dell’ennesima segnalazione registrata dal proprio Centro Studi Giuridici e Sociali, l’ANFFAS Nazionale (Associazione Nazionale di Famiglie e Persone con Disabilità Intellettive e Disturbi del Neurosviluppo) si è rivolta direttamente all’INPS, e per conoscenza alla Ministra per le Disabilità, per porre all’attenzione quella che  viene ritenuta come «una rilevante e gravosa questione che pone inevitabili e gravi conseguenze nei confronti delle persone con disabilità e delle loro famiglie».

Si tratta in sostanza del permanere di casi in cui l’INPS non tiene conto del cosiddetto “ISEE ristretto” ai fini del calcolo dell’Assegno Unico e Universale, contrariamente a quanto invece previsto dalla normativa nazionale. «Infatti – sottolineano dall’ANFFAS -, l’articolo 1, comma 2 del Decreto Legislativo 230/21, che ha istituito l’Assegno Unico e Universale per i figli a carico, afferma espressamente che “nel caso di nuclei con figli maggiorenni, l’ISEE è calcolato ai sensi degli articoli da 2 a 6 e 9 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 dicembre 2013, n. 159”. Ed è proprio a norma dell’articolo 6 del Decreto da ultimo richiamato che si sancisce, ai fini del calcolo dell’ISEE, la facoltà, per le persone maggiorenni, di dichiarare un nucleo familiare ristretto rispetto a quello ordinario».

«Tuttavia – proseguono dall’ANFFAS -, nonostante l’espresso richiamo normativo, continuiamo a riscontrare come non sempre si tenga conto di tale possibilità, richiedendo l’ISEE dell’intero nucleo familiare. Ciò anche in forza di quanto disposto dalla Circolare dell’INPS n. 23 del 9 febbraio 2022, la quale al punto 6.2 prevede espressamente e difformemente da quanto sancito dal Decreto Legislativo 230/21 che “Per i figli maggiorenni, il riferimento è all’ISEE di cui agli articoli da 2 a 5 [e non da 2 a 6, come in realtà recita il Decreto] del D.P.C.M. n. 159/2013 (ISEE ordinario) e all’articolo 9 del medesimo decreto (ISEE ordinario corrente)», escludendo così, di fatto, proprio il richiamo alla disposizione che prevede il cosiddetto ISEE “ristretto”. È del tutto evidente, allora, come ciò comporti delle gravissime conseguenze in capo alle persone con disabilità richiedenti, le quali si trovano innanzi ad una situazione assolutamente paradossale, quale quella per cui in forza di un atto normativo nazionale avrebbero diritto ad una prestazione di un certo importo, la quale non viene, poi, concretamente garantita. E il tutto diviene ancora più grave ove si pensi che il diniego provenga proprio dall’INPS stesso, sulla base di un proprio atto attuativo di una normativa nazionale, ma in parte dal contenuto difforme dalla stessa».

«Alla luce di quanto detto – concludono quindi dall’ANFFAS – e dando voce alle esigenze delle persone con disabilità e delle famiglie rappresentate, abbiamo richiesto un tempestivo intervento affinché possano essere risolte le criticità rilevate, riallineando alla normativa vigente in materia la Circolare dell’INPS n. 23 del 2022, nonché tutte le prassi poste in essere, anche a livello territoriale, in conseguenza della stessa». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: comunicazione@anffas.net.

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