Il sociale fa parte di un arcipelago

Un arcipelago fatto di tanti aspetti della cittadinanza (casa, sanità, lavoro, scuola, mobilità, cultura, informazione) e non quindi un’“isola a sé stante”. Ed è questa la filosofia su cui si basa il lavoro degli Sportelli Sociali del Comune di Bologna, che hanno recentemente rinnovato anche le due newsletter fornite agli utenti, una delle quali interamente dedicata alla disabilità

Persone con diversi tipi di disabilità e di ausili, sul viale di un parcoGli Sportelli Sociali del Comune di Bologna rappresentano la porta unitaria di accesso alle informazioni e all’eventuale presa in carico da parte dei servizi sociali. Essi hanno sede presso i nove quartieri cittadini e sono uno dei tasselli di un più vasto disegno di riorganizzazione dell’intera rete dei servizi socio-sanitari territoriali. Vi possono accedere di regola persone anziane, con disabilità, immigrati, famiglie con minori e adulti in situazione di grave disagio sociale, ma anche persone singole o nuclei familiari, per problematiche attinenti a situazioni di difficoltà dei nuclei stessi.
Continuamente aggiornato, il sito internet degli Sportelli conta su una media di circa quarantamila visite al mese e recentemente le due newsletter di esso (Newsletter Sportelli Sociali e Newsletter Disabilità), bimestrali e con più di quattromila iscritti, sono state rinnovate da un punto di vista grafico, oltreché da un arricchimento dei contenuti
Ne abbiamo parlato con Andrea Pancaldi e Annalisa Bolognesi della Redazione Sportelli Sociali.

Perché avete deciso di realizzare ben due newsletter?
«È stata in un certo senso una decisione obbligata; nel 2008, infatti, sono stati aperti i dieci Sportelli Sociali nei quartieri che hanno riassorbito in parte alcuni sportelli specializzati preesistenti. Questo è successo in particolare per l’area della disabilità, dove esisteva uno Sportello Informahandicap dal 2002 (il CRH). Quest’ultimo produceva un’apprezzata newsletter che ovviamente si è deciso di portare avanti, dato l’alto numero di abbonati e i cento numeri già editi. Poi ne abbiamo avviata una specifica dello sportello sociale, rivolta a tutti e dedicata al tema dei servizi e delle politiche sociali in generale, che in tre anni ha raggiunto lo stesso livello di abbonati.
Il senso di queste produzioni è quello di realizzare uno Sportello Sociale che non si limiti ad attendere l’utente, ma che porti le informazioni a casa, per aiutare l’utente stesso a farsi una propria rete personale di riferimenti informativi e di documentazione. In questo modo, in alcuni casi, si evita di andare allo Sportello, ma si qualificano anche le richieste che arrivano, grazie a utenti più informati e competenti.
Ci sono stati infine dei cambiamenti di tipo tecnico, come l’adozione di un programma informatico ad hoc per produrre newsletter, che ci permette di gestire meglio la fase d’invio e gli abbonati».

Rispetto a quella sulla disabilità, la nuova newsletter ha introdotto novità?
«Certamente, perché il pubblico che raggiunge è molto più variegato di quello specifico dell’area disabilità. Poi nella newsletter degli Sportelli, sono state introdotte diverse nuove rubriche, come contenitori per cercare di raccogliere i tanti stimoli, temi e le tante parole nuove che la crisi ci costringe, nel bene e nel male, a maneggiare. Una prima rubrica è dedicata alla condizione dei giovani (mancanza di lavoro, migrazione all’estero, difficoltà a trovare una casa). Una seconda è dedicata ai “numeri”, all’attività di programmazione dei servizi, prestando attenzione anche agli Open Data [“dati aperti”, ovvero tipologie di dati liberamente accessibili a tutti, N.d.R.]e al giornalismo dei dati, che ben si adatta a raccontare il lavoro sociale i cui risultati spesso sono poco apprezzati socialmente. Una terza rubrica è poi dedicata alle storie – di utenti o di operatori – che raccontano gli incontri e gli scontri con i servizi sociali.
Stiamo pensando anche a due altri nuovi spazi, uno dei quali dedicato a temi nuovi che si presentano (microcredito, fondazione di comunità, responsabilità sociale di impresa, welfare aziendale) e una ai cambiamenti culturali e di abitudini che coinvolgono il nostro modo di spendere, alimentarsi, consumare, agire nell’ambiente e come tutto ciò si interfaccia con il mondo dei servizi sociali».

A chi vi rivolgete?
«Le due newsletter – come il sito d’altronde – cercano di rivolgersi sia al mondo degli utenti, dei Cittadini in situazione di difficoltà, che degli operatori dei servizi dell’Ente Locale e del Terzo Settore».

In generale come sono strutturate le newsletter?
«La struttura di quella sulla disabilità, essendo monotematica, è più analitica, toccando spesso anche argomenti molto specialistici, pur mantenendo sempre un’informazione, come si dice, “di servizio”, legata a bandi, procedure, accesso ai servizi, novità legislative ecc. E questo sia in campo locale che nazionale.
La newsletter degli Sportelli, avendo un’utenza vasta e articolata, cerca invece di tenere in equilibrio quattro elementi: il dato locale, quello nazionale, le notizie di servizio e gli inviti ad approfondire, a leggere, a produrre non solo servizi, ma anche cultura sociale.
Le due newsletter hanno complessivamente circa quattromila, iscritti di cui più o meno la metà sono singoli Cittadini. Abbiamo poi un 15% di iscritti appartenenti al Terzo Settore e un 35% di iscritti dei Servizi (del Comune, della Regione, della Provincia, dell’ASL, dell’INPS).
Anche i numeri di uscita delle newsletter  sono ormai ragguardevoli: centoventi uscite per quella sulla disabilità e dodici per quella degli Sportelli Sociali, più una ventina di supplementi tra quelli bibliografici sulla disabilità e alcuni cataloghi (delle newsletter sociali, dei centri documentazione bolognesi) per l’altra».

Che tipo di risposta avete dal pubblico?
«Salvo che per quella sulla disabilità, cinque-sei anni fa, non abbiamo per ora fatto indagini strutturate; i ritorni sono periodici e sempre positivi, sia per la puntualità e la costanza del servizio, sia per il mix di tematiche e modi di approccio che le newsletter complessivamente offrono e che cercano di non fare del sociale un’isola a sé stante, ma un pezzo di un arcipelago fatto di tanti aspetti della cittadinanza (casa, sanità, lavoro, scuola, mobilità, cultura, informazione…)».

Avete in programma altre novità?
«Due nuovi cataloghi in omaggio ai lettori della newsletter degli Sportelli Sociale, di cui uno dedicato ai Centri Documentazione italiani specializzati sul sociale e l’altro riguardante le riviste specializzate che circolano in Italia, su carta o su web.
Stiamo poi valutando se rendere pubblico – sotto forma di una sorta di newsletter – anche un servizio che per ora svolgiamo solo per i servizi sociali, ovvero una rassegna stampa sociale tratta dalle pagine dei quotidiani locali». (N.R.)

Per ulteriori informazioni: Redazione Sportelli Sociali del Comune di Bologna, tel. 051 2193772, redazionesportellosociale@comune.bologna.it.

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