Disabilità in Sicilia: molto fumo, ma poche e confuse idee

Tanti provvedimenti normativi sulla disabilità, nel giro di soli novanta giorni, presumibilmente dettati dal clamore mediatico sollevato da una vicenda di qualche mese fa, che oltretutto, come denuncia l’ANFFAS Sicilia, «anziché produrre aiuti concreti per tutte le persone con disabilità e loro famiglie, hanno finito per creare tanta confusione in un sistema già confuso e approssimativo di suo». Per questo la stessa ANFFAS Sicilia, insieme a varie altre organizzazioni, ha chiesto urgentemente una circolare di chiarimento sui tanti punti «farraginosi e incongruenti» delle nuove norme

Viso di uomo con mano sul volto ed espressione di sconforto«La battaglia sui diritti non può e non deve diventare un “talent show”», aveva dichiarato qualche tempo fa Giuseppe Giardina, presidente dell’ANFFAS Sicilia (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), come riportato dal nostro giornale. E invece… Invece in Sicilia, a quanto pare, le politiche sulla disabilità sembrano proprio assomigliare a un talent show, del quale però sono in pochi a comprendere il funzionamento!
Per capire cosa stia esattamente succedendo, ci affidiamo ancora al Presidente dell’ANFFAS Regionale, il quale informa innanzitutto che «il 12 giugno scorso siamo stati convocati e riuniti con altri Enti del comparto disabilità presso il Dipartimento Regionale della Famiglia e delle Politiche Sociali e del Lavoro, e in tale sede è stato coralmente richiesto al Governo dell’Isola, nella persona dell’Assessore alla Famiglia e alle Politiche Sociali Carmencita Mangano, di predisporre una circolare di chiarimento da inviare a tutte le Aziende Sanitarie Provinciali e a tutti i Comuni, per porre finalmente fine alla perdurante confusione applicativa seguita ai provvedimenti emanati in questi mesi».
È dallo scorso mese di marzo, infatti, che si è assistito a un vero e proprio “bombardamento” di provvedimenti, tanto da far pensare che la disabilità si sia collocata in questo periodo al primo posto nell’agenda di governo della politica siciliana. A tal proposito, Giardina pone un paio di quesiti dal taglio del tutto retorico. «Forse qualcuno – annota – a partire dal governatore Rosario Crocetta, desidera finalmente mostrare contrizione e penitenza per le “disattenzioni” perpetrate nei confronti delle persone con disabilità e dei loro familiari negli anni precedenti? O forse si è voluto dare finalmente risposta ad anni e anni di battaglie e denunce da parte del movimento siciliano delle Associazioni che rappresentano le persone con disabilità e le loro famiglie, a partire dalla storica figura dello scomparso Salvatore Crispi, per passare poi a quanto posto in essere dall’ANFFAS, nonché dal Forum del Terzo Settore e da tante altre meritorie organizzazioni?».
Ebbene, la risposta, secondo Giardina è ben altra: «Nulla di tutto ciò. Solo il clamore mediatico che i fratelli Pellegrino sono stati capaci di creare attorno al loro caso è riuscito a smuovere le acque [il riferimento è alla vicenda dei fratelli Gianluca e Alessio Pellegrino, che aveva portato a due video trasmessi dal programma televisivo “Le iene” e a una manifestazione di piazza, cui aveva partecipato anche il regista e conduttore televisivo e radiofonico Pif, N.d.R.]».

«Dobbiamo quindi desumere – rileva il Presidente dell’ANFFAS Sicilia – che i drammatici problemi dei cittadini con disabilità e dei loro familiari in Sicilia possano vedere la giusta attenzione e le dovute risposte non già per il dialogo tra le Istituzioni e le organizzazioni rappresentative degli stessi, come per altro sancito dalla stessa Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ma dalla capacità di singoli cittadini a suscitare “clamore mediatico”? Non solo tale modalità non è da noi condivisibile, ma è anche improduttiva e testimone di una “politica” di altri tempi! Oltretutto i rimedi posti in essere appaiono peggiori dei mali che volevano affrontare e risolvere! Infatti, la “fregola” nel “normare e regolamentare” l’emergenza solo per alcuni, anziché produrre aiuti concreti per tutte le persone con disabilità e loro famiglie, ha finito per creare “caos” rispetto a un sistema già confuso e approssimativo di suo, confusione che oggi pervade le stesse persone con disabilità, le loro famiglie e le loro organizzazioni di rappresentanza, ma crediamo anche tutti gli operatori del settore, a vario titolo deputati a dare attuazione ai controversi provvedimenti emanati dalla Regione».

Si parlava, a tal proposito di una sorta di “bombardamento normativo”, dall’inizio di marzo in poi, ed è proprio così, se è vero che dopo la Legge Regionale 4/17 (1° marzo), istitutiva di un «Fondo Regionale per la disabilità gravissima», sono arrivati i due Decreti attuativi (532/Gab del 31 marzo, poi modificato dal 545/Gab del 10 maggio), che ne avrebbero dovuto chiarire gli àmbiti e le modalità di attuazione.
Ma non solo: in seguito, infatti, sono arrivate anche la Legge Regionale 8/17 (9 maggio), che ha istituito un «Fondo Unico sulla Disabilità», e l’ancor più recente Circolare n. 45033 del 31 maggio. «Tutti provvedimenti – sottolinea Giardina – intrisi di procedure farraginose e ricchi di incongruenze interne».

Di fronte a tutto ciò arriva una serie di precise richieste da parte dell’ANFFAS siciliana: «Chiediamo alla Regione (visto che non ci riusciamo con i canali ordinari) di rispondere pubblicamente e con chiarezza a mezzo stampa ai seguenti quesiti: le famiglie che sottoscrivono il patto di cura per avere accesso al beneficio economico (1.500 euro mensili per 12 mensilità), previsto per le persone con disabilità gravissima, rinunciano a qualsiasi altra forma di assistenza indiretta, come prevede espressamente il modello a tal fine predisposto dalla Regione? Tale somma è a vita oppure, come sembra scritto negli atti della Regione, va considerata solo come temporanea nelle more della predisposizione del progetto personalizzato? La suddetta somma è sottoposta all’ISEE [Indicatore della Situazione Economica Equivalente, N.d.R.]? E se sì, a quello ristretto o a quello familiare? E ancora, per le famiglie che non sottoscrivono il patto di cura, sarà redatto, come previsto, il PAI (Piano di Assistenza Individuale) e lo stesso conterrà, oltre alle misure economiche, anche i servizi sanitari, socio-sanitari e sociali? Per tutte le persone con disabilità e per i loro familiari che vivono in Sicilia e che non rientreranno tra i destinatari delle risorse previste per le persone con “gravissime disabilità”, che cosa prevede di fare la regione Sicilia?».
Di fronte a tanta confusione normativa, non si potrebbe essere più chiari! (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: info@anffasicilia.net.

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