Imperfetto come sinonimo di autentico

«È importante quando una grande azienda decide di realizzare uno spot pubblicitario che esalta l’imperfezione – scrive Claudio Arrigoni -, come è accaduto con la campionessa paralimpica Martina Caironi». «In tal modo si dà visibilità – aggiunge Sandrino Porru, presidente della FISPES – all’importanza stessa della diversità, che ci porta a fare le stesse cose, ma ciascuno con modalità diverse. E l’esempio che testimonia Martina Caironi nella corsa è proprio questo»

Martina Caironi

La bergamasca Martina Caironi, campionessa mondiale e paralimpica dell’atletica leggera

L’elogio dell’imperfezione che esalta le diversità e fa diventare forza la debolezza: è una delle sintesi possibili di quello che è lo sport paralimpico. Passare alla “società paralimpica” vuol dire anche questo. Uno straordinario ribaltamento di ruoli. Lo si nota ogni volta. Ognuno nella sua condizione risorsa per la comunità. Questo è il senso. Gli atleti paralimpici lo incarnano alla perfezione. Gli esempi sono lì da vedere, sempre, a qualunque livello. Ecco perché quando una grande azienda decide di realizzare uno spot pubblicitario che esalta l’imperfezione ragiona “paralimpicamente”: non siamo i più belli, i più alti, i più forti, o forse sì, ma poco importa, perché siamo noi stessi. Grandi nella nostra imperfezione. E sceglie, fra gli altri esempi, una delle più grandi atlete del mondo. Paralimpica.

Martina Caironi ha portato la bandiera italiana alla Cerimonia di Apertura della Paralimpiade di Rio de Janeiro dello scorso anno. Bellissima fra gioia e sorrisi. E oggi è fra le protagoniste del nuovo spot di Grom [catena di gelaterie, N.d.R.], intitolato Imperfetto Ma Vero, che gira fra le TV. Lei e la sua corsa all’oro brasiliano, le sue mani sul volto, il bacio alla medaglia che tintinna, perché fra i campioni c’erano anche quelli ciechi.
In quei pochi secondi c’è l’elogio dell’imperfezione. «Come la bellezza», è la scritta, e la voce a sottolinearlo. Perché poi è così. Martina lo mostra nella maniera più semplice, attraverso la gioia e la grande passione che trasuda da come affronta la vita e lo sport, che poi si intrecciano sempre.

«Imperfetto come sinonimo di autentico», dicono Guido Martinetti e Federico Grom che hanno voluto lo spot. Significativo che, fra le altre piccole storie presenti, ci sia anche quella di Martina, simbolo dei paralimpici nel mondo. Lo spiega la stessa Martina: «La perfezione che non esiste. La sensibilità con cui lo sport paralimpico è stato inserito in questo contesto segna un passo avanti. Viene messo in risalto ciò che è dietro l’apparenza, le tante appassionate imperfezioni necessarie per qualsiasi perfezione. Ci si scorda facilmente di un gesto banale, di un sapore scontato, di uno stile comandato, ma si ricorda bene quando si incontra qualcosa di vero. Quello che è ancora in grado di sorprenderci e ha in sé quella semplicità di cui le storie in questo video esaltano il valore».

E lo sottolinea anche Sandrino Porru, che è stato un grande atleta in carrozzina ed è il presidente della FISPES (Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali), la Federazione in cui è inclusa l’atletica paralimpica: «Tutto ciò – dice – è a supporto di quanto è importante nella nostra vita l’“imperfezione” o meglio la diversità. La luce, che è la fonte primaria della vita, è rappresentata e si manifesta con il colore bianco, ma stranamente il bianco si ottiene con la miscela di tutti i colori. Credo che questa sia la dimostrazione di quanto sia importante la diversità, che ci porta a fare le stesse cose, ma ciascuno con modalità diverse. L’esempio che testimonia Martina nella corsa è proprio questo».

L’imperfezione che è anche quella di Piergiorgio Cattani, protagonista con Martina di Niente sta scritto, un bellissimo progetto di docufilm della Fondazione Fontana.
Cattani è un giornalista e uno studioso trentino che vive con una malattia degenerativa e usa un carrozzina. La sua storia e quella di Martina riempiono di senso la vita. Perché nella vita niente è scontato, nel bene e nel male: «La vita è segnata dalla libertà, il destino dalla necessità: ma la vita supera il destino». Per realizzare pienamente il progetto servono fondi, e per quelli tutti possono partecipare (a questo link c’è il sito per la raccolta fondi nel web).

Testo già apparso in “InVisibili“, blog del «Corriere della Sera.it», con il titolo “Martina, le sue corse e l’elogio dell’imperfezione”. Viene qui ripreso – con alcuni riadattamenti al diverso contenitore – per gentile concessione.

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