Tutti dovrebbero aderire a quel Manifesto sui diritti delle donne con disabilità

Dopo una serie di importanti adesioni provenienti dal mondo dell’Associazionismo della disabilità, al “Secondo Manifesto sui diritti delle Donne e delle Ragazze con Disabilità nell’Unione Europea”, quella proveniente dall’UDI Catania (Unione Donne d’Italia) costituisce un ulteriore salto di qualità, rafforzando un messaggio fondamentale che ormai da anni cerchiamo di far passare anche sulle pagine del nostro giornale, ovvero che la disabilità dev’essere inclusa nelle politiche di genere e il genere in quelle della disabilità

Far passare il messaggio che la disabilità deve essere inclusa nelle politiche di genere e il genere in quelle della disabilità è una priorità, come scriviamo ormai da molti anni anche sulle pagine di «Superando.it». Per questo la scelta dell’UDI Catania (Unione Donne in Italia) di aderire al Secondo Manifesto sui diritti delle Donne e delle Ragazze con Disabilità nell’Unione Europea. Uno strumento per attivisti e politici segna un salto di qualità nella promozione dei diritti di queste donne.

Come avevamo ampiamente riferito a suo tempo, il Manifesto era stato adottato a Budapest il 28-29 maggio 2011 dall’Assemblea Generale dell’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, in seguito a una proposta giunta dal Comitato delle Donne dello stesso EDF. Da qualche mese ne è disponibile la versione italiana, curata da Simona Lancioni e Mara Ruele, per conto del Centro Informare un’H di Peccioli (Pisa).
Alcune importanti adesioni erano già arrivate dal mondo dell’associazionismo impegnato sulla disabilità, come quella della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – che recentemente ha dichiarato di volerne fare un caposaldo per una serie di iniziative in programma per la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne del prossimo 25 novembre – o da organizzazioni pure aderenti alla FISH, come la UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) e nei giorni scorsi l’ADV (Associazione Disabili Visivi). «Finalmente – ha dichiarato in tal senso Giulio Nardone, presidente dell’ADV – un formidabile strumento di analisi, progettazione e operatività che si affianca alle esistenti Carte dei Diritti internazionali e italiane, in difesa e tutela dei diritti universali, arricchendole con la prospettiva e l’approccio di genere».
E tuttavia, come sottolinea Simona Lancioni, l’adesione dell’UDI Catania acquisisce un ulteriore valore aggiunto. «Che anche l’associazionismo femminile mostri attenzione per questi temi – sottolinea infatti la Responsabile di Informare un’H – è un apprezzabile salto di qualità nella promozione dei diritti delle donne e delle ragazze con disabilità. Infatti, far passare il messaggio che la disabilità deve essere inclusa nelle politiche di genere e il genere in quelle della disabilità è una priorità, e, dunque, il movimento delle donne – di tutte le donne – non può essere estraneo a questa rivendicazione».

L’adesione dell’UDI Catania al Manifesto è stata comunicata in Facebook, con il seguente testo: «Aderiamo con convinzione agli intenti del Secondo Manifesto sui diritti delle Donne e  delle Ragazze con Disabilità nell’Unione Europea, accogliamo con gratitudine analisi e contenuti che diventeranno parte integrante del nostro lavoro politico. Condividiamo il motto Nulla sulle donne con disabilità senza le donne con disabilità, e la nostra presenza è da leggersi come rispettosa condivisione e ricerca di tutto quello che può arricchire la nostra associazione. Le nostre iniziative UDI Catania. 6 mesi stop femminicidio ospiteranno un’iniziativa di presentazione del Manifesto».
«A questo punto l’auspicio – conclude Lancioni – è che altre associazioni femminili e femministe, e la stessa UDI nazionale, seguano l’apprezzabile esempio dell’UDI Catania». (S.B.)

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