Sui diritti si legiferi senza dividere famiglie e associazioni

«Rispetto all’approvazione della Legge Regionale “Disposizioni per l’inclusione sociale, la rimozione delle barriere alla comunicazione, il riconoscimento e la promozione della lingua dei segni italiana e della lingua dei segni italiana tattile”, critichiamo il Consiglio Regionale della Campania – scrivono dall’Associazione FIADDA e dalla FISH Campania – per avere scelto una risposta parziale, dividendo, di conseguenza, il mondo della disabilità. Pretendiamo quindi che il Consiglio Regionale stesso riconosca la necessità di affrontare tutti i nodi irrisolti, dopo l’approvazione di quel testo»

Particolare di donna sorda, con mano sull'orecchioL’approvazione di questi giorni del testo di legge regionale sul linguaggio dei segni da parte del Consiglio Regionale della Campania [“Disposizioni per l’inclusione sociale, la rimozione delle barriere alla comunicazione, il riconoscimento e la promozione della lingua dei segni italiana e della lingua dei segni italiana tattile”, N.d.R.], per riconoscerlo come una lingua ufficiale della “comunità sorda”, è un atto sul quale più volte le persone con disabilità uditiva e famiglie che afferiscono alle nostre organizzazioni [FIADDA-Famiglie Italiane Associate in Difesa dei Diritti degli Audiolesi e FISH Campania-Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, N.d.R.] hanno chiesto invano di costruire un percorso condiviso nell’àmbito delle politiche sulla disabilità.
Le nostre motivazioni partono dal presupposto che la disabilità in generale, e quella sensoriale/uditiva nello specifico, meritino un diverso impianto di azioni, che tutelino tutte le persone, a partire dagli interventi precoci e dalla prevenzione, finalizzati all’autonomia e all’indipendenza delle persone stesse, superando logiche assistenzialistiche.

Ci saremmo aspettati che venissero se non accolte, almeno evidenziate, alcune nostre riflessioni, se non addirittura fatte pervenire delle risposte formali. Nulla di tutto questo è avvenuto, creando un pericoloso precedente che allarma non solo la FIADDA territoriale, ma tutte le Associazioni federate alla FISH Campania. Un precedente sulla quale noi critichiamo il Consiglio Regionale per non avere favorito la ricerca di un terreno comune sul quale dare risposte alle persone, alle famiglie e alle organizzazioni di rappresentanza, scegliendo la strada di una risposta parziale e di conseguenza dividendo il mondo della disabilità.

Prima che le nostre parole vengano strumentalizzate, sottolineiamo che le azioni dei singoli Consiglieri, delle Associazioni (siano esse di persone con disabilità e/o di interpreti del LIS), e delle persone singole a favore dell’impianto normativo sul LIS meritano il rispetto da parte di tutti, certi che siano nati con il solerte e preciso proposito di occuparsi dei diritti delle persone con disabilità uditiva.

Per tutte le ragioni esposte, pretendiamo che il Consiglio Regionale riconosca la necessità di affrontare tutti i nodi irrisolti, a partire dalle difformità sui percorsi di riabilitazione logopedica (e non solo), sui LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), sui tempi di attesa per l’implantologia cocleare, sulla qualità della protesizzazione, sulla formazione del personale a vario titolo coinvolto nella scelta delle persone per il percorso oralista, sui rischi degli stereotipi soprattutto nel mondo del lavoro e della conoscenza e così via.

Noi crediamo che la strada migliore da percorrere sia quella della Carta Costituzionale, quella della storia del nostro Paese che ha scelto di superare le scuole speciali quali erano gli Istituti per i Sordomuti e di praticare l’inclusione delle persone senza etichette.
Attendiamo fiduciosi un riscontro da parte del Consiglio Regionale stesso, con la consapevolezza che il tema riguarda tutta la società e non solo le persone con disabilità.

FIADDA sta per Famiglie Italiane Associate in Difesa dei Diritti degli Audiolesi; la FISH è la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap.

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