Formazione e consapevolezza, per evitare che si resti fuori dalla porta

«Rifiuto, esclusione, discriminazione: sono le parole più usate – scrivono dall’Associazione L’abilità – per raccontare e commentare la recente notizia di un gruppo di viaggiatori con autismo, e delle loro famiglie, messi alla porta da un hotel del Frusinate. Ma poco abbiamo letto o ascoltato altre due parole secondo noi importanti: formazione e consapevolezza. Perché solo mettendo in pratica questi due concetti si possono evitare situazioni come quella o gli innumerevoli casi di “esclusione” che si verificano quotidianamente in tanti àmbiti di vita dei bambini e delle persone con disabilità»

Porta chiusa in faccia a un bimboÈ dell’inizio di questo nuovo anno la notizia di un gruppo di viaggiatori con autismo, e delle loro famiglie, messi alla porta da un hotel del Frusinate. Rifiuto, esclusione, discriminazione: queste le parole più usate per raccontare e commentare il fatto di cronaca. Ma poco abbiamo letto o ascoltato altre due parole secondo noi importanti per comprendere questa vicenda: formazione e consapevolezza. Perché solo mettendo in pratica questi due concetti si possono evitare situazioni come quelle dell’hotel di Ferentino o gli innumerevoli casi di “esclusione” che, senza andare troppo lontano, si verificano quotidianamente in tanti àmbiti di vita dei bambini e delle persone con disabilità: dalla scuola, al tempo libero, alla strada.

Un esempio. Lo scorso anno la nostra Associazione [L’abilità, N.d.R.] è stata scelta dal gruppo alberghiero Best Western, per avviare insieme un progetto legato all’accoglienza in hotel delle persone con disturbo dello spettro autistico.
Il progetto si chiama Inclusive Hotel [se ne legga ampiamente anche sulle nostre pagine, N.d.R.] ed è stato pensato per fare in modo che persone con autismo, le quali proprio a causa della loro disabilità sono spesso escluse dalla maggior parte delle esperienze di tipo sociale, possano invece trovare in hotel un ambiente preparato ad accoglierle. Il non poter muoversi di casa, infatti, limita tantissimo le opportunità delle famiglie dei bambini e degli adulti con autismo, perché dormire, mangiare, stare in un luogo non conosciuto, sono attività molto difficili da sopportare per le persone con disturbo dello spettro autistico.

Nel percorso fatto con Best Western, il personale degli hotel del gruppo che hanno accolto con entusiasmo il progetto e hanno deciso di diventare degli Inclusive Hotel hanno partecipato a degli incontri di formazione con i nostri esperti di autismo, affinché fossero consapevoli dei bisogni di questo tipo di ospiti e fossero preparati ad accoglierli.
Ma non solo. Insieme li abbiamo aiutati a individuare quali fossero le camere ideali e le caratteristiche di un soggiorno di benessere per tutti, e abbiamo strutturato una guida, scaricabile online dal sito dell’hotel, con tutti i dettagli e le spiegazioni utili riguardanti la struttura, per prepararsi al soggiorno e predisporre schede informative con i simboli della CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa), relativa ai servizi dell’hotel stesso e della città a disposizione degli utenti.
Il percorso fatto fino ad oggi continua tuttora, poiché l’obiettivo è la copertura capillare di tutto il territorio italiano, dalle grandi città alle destinazioni di vacanza e le mete d’arte.

Si tratta di un progetto ampio e complesso, che per noi rientra nel lavoro che stiamo portando avanti nell’ambito dell’accessibilità per i musei, per i luoghi di cultura, per i parchi giochi, perché creare percorsi accessibili significa inclusione per le persone con disabilità e consapevolezza per tutti gli altri.

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