Sono in tanti a chiedere di non snaturare il 5 per mille

Sia il Forum Nazionale del Terzo Settore, che già lo aveva fatto nell’aprile scorso, sia varie altre organizzazioni (Action Aid, AIRC, Emergency, FAI, Save the Children, AISM e Lega del Filo d’Oro) hanno pronunciato tutta la loro contrarietà, durante un’audizione in Commissione Bilancio alla Camera, nei confronti di quella Proposta di Legge in discussione proprio alla Camera, che intende modificare sostanzialmente lo strumento del 5 per mille, utilizzandone le risorse per finanziare il fondo assistenza per il personale in servizio delle Forze di Polizia e delle Forze Armate

5 per milleGià nello scorso mese di aprile, come avevamo riferito anche sulle nostre pagine, il Forum Nazionale del Terzo Settore si era pronunciato contro quella Proposta di Legge già approvata al Senato e ora in discussione alla Camera, che intende modificare sostanzialmente lo strumento del 5 per mille, utilizzandone le risorse per finanziare il fondo assistenza per il personale in servizio delle Forze di Polizia e delle Forze Armate. È tornato farlo durante un’audizione in Commissione Bilancio della Camera, nel corso della quale la portavoce del Forum Vanessa Pallucchi ha ribadito: «Il 5 per mille nasce per finanziare attività sociali di interesse generale che non trovano altre fonti di finanziamento specifico. Utilizzare questi fondi per l’assistenza del personale delle Forze dell’Ordine lo snaturerebbe e creerebbe un pericoloso precedente, anche perché sono svariate le categorie che potrebbero ambirvi. È bene ricordare che il 5 per mille, per il quale il Legislatore ha già dato precise finalità, è ad oggi uno strumento essenziale per settori, come la ricerca scientifica in àmbito sanitario, che il nostro Paese troppo spesso trascura».
«E del resto – ha aggiunto Pallucchi a margine dell’audizione – una penalizzazione è già in atto, se è vero che le espressioni dei contribuenti nel devolvere il 5 per mille sono storicamente superiori alle risorse effettivamente ripartite a causa di un tetto stabilito per legge. Chiediamo quindi che si lavori per migliorare questo stato di cose, non per peggiorarlo. L’approvazione di quella Proposta di Legge rappresenterebbe un segnale estremamente negativo per il mondo del Terzo Settore, dell’associazionismo e del volontariato, che lavora quotidianamente per il beneficio collettivo, rispondendo gratuitamente ai bisogni dei cittadini».

Ma non solo dal Forum arrivano le proteste per quel Progetto di Legge. In una nota, infatti, diffusa congiuntamente da Action Aid, AIRC (Associazione Italiana Ricerca sul Cancro), Emergency, FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano), Save the Children, AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) e Lega del Filo d’Oro, organizzazioni, queste ultime due, aderenti anche alla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), si legge: «Dal 2006 il 5 per mille consente agli Enti del Terzo Settore di svolgere attività di interesse generale con ampia ricaduta sociale che diversamente non si potrebbero realizzare. Attraverso questo strumento di sussidiarietà fiscale, lo Stato dà al contribuente la possibilità di decidere a chi destinare una quota delle imposte dovute, scegliendo fra gli Enti non profit che perseguono finalità e interessi generali collegati all’educazione, alla ricerca scientifica o a quella sanitaria, alla cultura, alla tutela delle persone con disabilità, all’assistenza e all’inclusione sociale. Requisito fondamentale è che abbiano ampie ricadute sociali che vadano oltre il beneficio al singolo soggetto destinatario e siano volte al perseguimento del principio di sussidiarietà orizzontale tipico del Terzo Settore».
Rispetto dunque alla Proposta di Legge di cui si è detto, le citate organizzazioni hanno anch’esse partecipato come Gruppo Terzo Settore all’audizione alla Camera, premettendo che «il lavoro delle Forze di Polizia e delle Forze armate è essenziale per la sicurezza di tutti i cittadini». «E tuttavia – come sottolineato da Niccolò Contucci, direttore Generale della Fondazione AIRC e portavoce in audizione dello stesso Gruppo Terzo Settore – tale lavoro non dovrebbe essere sostenuto togliendo risorse al Terzo Settore, che svolgono attività fondamentali a beneficio della collettività, complementari a quelle svolte dallo Stato. Qui, infatti, rispetto alle altre forme di sostegno alle attività di interesse generale, sono i cittadini stessi a scegliere dove e come indirizzare questi fondi. Il 5 per mille, quindi, è uno strumento che consente alle persone di dire che cosa è importante per loro e quali problemi vogliono che siano risolti prioritariamente, ricordando che le attività del Terzo Settore sono la priorità per milioni di cittadini e cittadine». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: stampa@forumterzosettore.it; ufficiostampa@savethechildren.org; ufficiostampa@actionaid.org.

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