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Il punto in cui inizia la civiltà

Edvard Munch, "Melancholy" ("Malinconia"), 1894

«Se prendersi cura di qualcuno segna l’inizio della civiltà – scrive Maurizio Gaido -, allora dovremmo chiederci se nella nostra cultura, quella prodotta in questi ultimi decenni e che l’attuale emergenza sanitaria sta mettendo alla prova, la civiltà sia iniziata oppure no». E aggiunge: «Un sistema di welfare insufficiente in tempi normali non può affrontare alcuna emergenza, cosicché persone anziane, con disabilità, malati cronici, sono stati letteralmente abbandonati. Ma è successo per ignoranza, menefreghismo o per deliberata scelta rispetto a chi si poteva anche lasciare indietro?».

Inciviltà senza confini?

Inciviltà senza confini?

“Ritardi burocratici”? Malattie del motoneurone giudicate “lievi”? Persone con disabilità costrette a patire la fame? Appare a dir poco inquietante la notizia proveniente dalla Gran Bretagna, secondo cui un cospicuo numero di persone con disabilità, anziane e ammalate sarebbero state escluse dalla possibilità di accedere al servizio di distribuzione dei pacchi alimentari erogato dalle autorità locali o di usufruire della consegna prioritaria della spesa ordinata online, non possedendo i criteri necessari per iscriversi al registro riservato alle famiglie inglesi estremamente vulnerabili

Rinviare il nuovo Piano Regionale per la Non Autosufficienza della Lombardia

Rinviare il nuovo Piano Regionale per la Non Autosufficienza della Lombardia

Numerose organizzazioni della Lombardia, impegnate per la tutela dei diritti delle persone con disabilità, hanno chiesto alla propria Regione di rinviare l’avvio del nuovo Piano Regionale per la Non Autosufficienza alla fine dell’emergenza coronavirus, per non creare ulteriori fonti di stress a numerose persone e famiglie coinvolte. Inoltre, il Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi della Federazione LEDHA ha rilevato alcuni aspetti problematici sotto il profilo della legittimità, in due recenti Deliberazioni sul medesimo tema, prodotte dalla Giunta Regionale Lombarda

Chiediamo risposte sulla mobilità delle persone con disabilità abruzzesi

Chiediamo risposte sulla mobilità delle persone con disabilità abruzzesi

«Ora più che mai – sottolineano dall’Associazione Carrozzine Determinate Abruzzo – verso la “fase 2” dell’emergenza coronavirus, diventa inaccettabile che le persone con disabilità debbano attendere per moltissimo tempo autobus accessibili, subire pedane non funzionanti, indisponibilità degli autisti, cinture di sicurezza rotte, campanelli non funzionanti, barriere sensoriali e percettive. E tuttavia, annunciando una “rivoluzione” dei trasporti, né TUA Abruzzo (Società Unica Abruzzese di Trasporto), né la Regione hanno speso una sola parola sulla mobilità delle persone con disabilità»

Vivere il territorio, per contrastare l’istituzionalizzazione della disabilità

Vivere il territorio, per contrastare l’istituzionalizzazione della disabilità

«Ciò che stiamo vedendo – scrivono dal GRIDS, Laboratorio di Ricerca Disability Studies e Inclusione Scolastica e Sociale dell’Università Roma Tre – ovvero le difficoltà, le incertezze, l’abbandono delle persone fragili, anziani e disabili nell’affrontare il coronavirus, conferma la crisi delle prospettive politiche e del sociale già presenti negli anni precedenti. Bisogna dunque innanzitutto pensare a un servizio per le persone con disabilità come territorio e come parte di esso, contrastando l’istituzionalizzazione, un fenomeno che riguarda tante persone con disabilità, anche giovani»

Rinascere più umani, tutti insieme

Francesco Zavatta, "Explosion", olio su tela

«Ora – scrive Carla Volpe – l’obiettivo dev’essere quello di rinascere dalle “macerie” del Covid-19, tutti, anche i soggetti più deboli, che devono avere il loro posto nella vita della comunità e concorrere al benessere dell’umanità, quando sarà pronto un piano organizzativo chiaro, a tutela della salute pubblica, e con una chiara visione d’insieme. Il motto dev’essere “fatichiamo tutti di più”, ovvero accettiamo di fare un passo indietro nelle nostre abitudini, e con l’essenziale rinasceremo più umani, tutti insieme»

Ma i lavoratori con disabilità devono ancora aspettare…

Ma i lavoratori con disabilità devono ancora aspettare…

«Ai lavoratori in possesso del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità o in condizione di rischio derivante da immunodepressione, da esiti da patologie oncologiche, viene riconosciuto sino a fine aprile lo status di ricovero ospedaliero sulle assenze effettuate»: lo aveva stabilito un articolo del Decreto Legge “Cura Italia”, rimasto però di fatto inapplicato, a causa delle ambiguità presenti nel testo. Ora il “Cura Italia” è divenuto legge, dopo un emendamento che ha complicato ulteriormente le cose. I lavoratori con disabilità aspettano le istruzioni applicative…

L’emergenza e i bambini e adolescenti con problematiche neuropsichiatriche

L’emergenza e i bambini e adolescenti con problematiche neuropsichiatriche

È l’IRCCS Fondazione Stella Maris di Calambrone (Pisa) il riferimento per l’Italia di un’ampia indagine a livello europeo, che coinvolgerà centinaia di famiglie, per valutare l’impatto che l’emergenza coronavirus ha avuto sui bambini e sugli adolescenti con problematiche neuropsichiatriche, sia sul piano psicologico che sulla possibilità di proseguire almeno in parte le cure. Lo studio non ha limitazioni geografiche ed è aperto a tutte le famiglie italiane con bambini e ragazzi con disturbi neuropsichiatrici, il cui contributo potrà essere realmente importante

Programmare insieme un ritorno graduale alla normalità per i centri diurni

Un centro diurno chiuso a causa dell'emergenza

«Ormai da più di quaranta giorni – scrive Vincenzo Bozza, presidente dell’UTIM di Torino (Unione per la Tutela delle Persone con Disabilità Intellettiva) – sono chiusi i centri diurni frequentati dalle persone con disabilità intellettive in situazione di gravità, disposizione che ha messo in difficoltà più o meno grande le famiglie, sobbarcatesi la cura e l’accudimento dei congiunti con disabilità in totale solitudine. È ora il momento che ci si attivi, per programmare insieme a tutte le parti interessate, tenuta nel debito conto ogni precauzione del caso, un ritorno graduale alla normalità»

Ci siamo “messi in moto” per consegnare farmaci a chi ha la sclerosi multipla

Uno degli "Angeli in Moto" pronto a consegnare i farmaci a persone con la sclerosi multipla

«Da soli si va veloci, ma insieme si va più lontano»: è il motto dei centauri dell’Associazione Angeli in Moto che per l’emergenza coronavirus, hanno moltiplicato il loro già consolidato impegno al fianco dell’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla). Ben seicento motociclisti, infatti, stanno consegnando farmaci a domicilio alle persone con sclerosi multipla, colpite due volte dalla crisi sanitaria e sociale scatenata dal virus, poiché a causa della fragilità del loro sistema immunitario, devono adottare ancor più cautele e misure di isolamento più rigide per evitare il contagio

“Fase 2”: diritti a rischio per le persone con disabilità visiva?

“Fase 2”: diritti a rischio per le persone con disabilità visiva?

«Chiediamo che l’organizzazione della “fase 2” tenga conto anche delle nostre esigenze di cittadini fragili e soprattutto chiediamo di partecipare ai tavoli istituzionali in cui se ne discute»: lo dichiara Giuliano Frittelli, presidente dell’UICI di Roma, a proposito dei provvedimenti, in via di definizione, per la gestione della cosiddetta “fase 2” dell’emergenza coronavirus, rilevando una serie di rischi per i diritti delle persone con disabilità visiva, riguardo ai trasporti, alla mobilità e all’accompagnamento, nonché alle ormai note applicazioni software, quasi sempre inaccessibili

La strage degli anziani malati cronici non autosufficienti: accadrà ancora?

Anziano non autosufficiente

«Di fronte alla situazione drammatica degli anziani malati cronici non autosufficienti, ricoverati nelle RSA – scrive Maria Grazia Breda – urgono modifiche importanti all’attuale organizzazione delle cure, perché non debbano più ripetersi fatti di inaudita crudeltà come questo. Ma se passata l’emergenza, non ci sarà il riconoscimento delle esigenze sanitarie vitali di queste persone, le cose non andranno meglio e per cambiare mentalità è indispensabile anche usare termini appropriati, precisando innanzitutto che una RSA non è una “casa di riposo”, ma una struttura del Servizio Sanitario»

Un virus rallenta ma non arresta il cammino delle persone con X Fragile

I partecipanti al progetto "Corp-Osa-Mente Abili" dell'Associazione Sindrome X Fragile Puglia, in questo tempo di emergenza coronavirus

«Disabilità non significa inabilità. Significa semplicemente adattabilità»: questa frase sintetizza al meglio la sostanza di un progetto (“Corp-Osa-Mente Abili”) promosso dall’Associazione Sindrome X Fragile Puglia, impegnata su questa condizione genetica – la sindrome X Fragile, appunto – che è la seconda causa di disabilità intellettiva su base genetica dopo la sindrome di Down. E anche in quest’epoca di emergenza, l’iniziativa procede online, perché, come scrive la psicologa Alice Montanaro, «un virus può rallentare il cammino delle persone con sindrome X Fragile, ma arrestarlo mai!»

La didattica a distanza ora è obbligatoria, ma diventi un diritto per tutti

La didattica a distanza ora è obbligatoria, ma diventi un diritto per tutti

«Perché la didattica a distanza divenga davvero un diritto esigibile – scrive Donatella Morra -occorre che ai genitori di persone con disabilità vengano confermati i permessi e le agevolazioni previsti dalla normativa emergenziale, che si distribuiscano tablet e chiavette a chi non li possiede, che alle famiglie e agli alunni mancanti di mezzi e competenze informatiche si affianchino degli esperti, che l’inclusione a distanza venga programmata e realizzata in modo congiunto dagli insegnanti curricolari e di sostegno, insieme agli assistenti all’autonomia e alla comunicazione e alle famiglie»

Per noi il tatto è vista, per alcuni di noi anche molto di più

Un bimbo sordocieco insieme a un'operatrice della Lega del Filo d'Oro

«Per noi il tatto è vista – dice Francesco Mercurio, presidente del Comitato delle Persone Sordocieche della Lega del Filo d’Oro – e per alcuni di noi anche molto di più. Questo virus, purtroppo, si trasmette anche con il contatto delle mani e questo è atroce per chi, attraverso il tatto, si orienta e comunica con il mondo. Avere quindi accesso ai presìdi sanitari di prevenzione è necessario per allentare la morsa del nostro isolamento»: per questo la Lega del Filo d’Oro ha lanciato la campagna “Un contatto che vale”, volta appunto all’acquisto di dispositivi di protezione individuale

Ogni persona è persona sempre ed è più della sua condizione

Ogni persona è persona sempre ed è più della sua condizione

«Prima o poi doveva succedere – scrive Salvatore Cimmino – ed è successo, in Italia, negli Stati Uniti e non solo: alle persone con disabilità vengono spesso negate le cure salvavita contro il coronavirus. Oltre che ignorare la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con disabilità, il concetto “prima le persone sane” fa venir meno l’impianto della stessa Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Trovo aberrante negare il diritto ad essere diversi, ma ogni persona è persona sempre ed è più della sua condizione»

Riattivati i progetti di Servizio Civile sospesi

Una volontaria in Servizio Civile insieme a una persona con disabilità

In questi giorni sono tornati in attività numerosi operatori volontari, dei quali 9.500 sono in servizio presso le organizzazioni aderenti alla CNESC (Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile). «Si tratta – sottolineano da quest’ultima – di un risultato concreto delle disponibilità congiunte fra organizzazioni e operatori volontari, in un momento delicato e su territori che vivono in modo diverso l’impatto del coronavirus. La ripresa delle attività, in gran parte da remoto, ma anche, in specifiche situazioni, sul campo, è un segno di vitalità di organizzazioni del privato sociale»

Un modello di assistenza che ha fallito ed è tutto da ripensare

Un modello di assistenza che ha fallito ed è tutto da ripensare

«Nei presìdi residenziali socio-assistenziali e socio-sanitari – scrive Silvia Cutrera -, tante persone anziane e con disabilità non sono morte solo di malattia, ma sono state vittime di un sistema sanitario impreparato che le ha considerate “sacrificabili”. Eppure dovrebbero essere i diritti umani a guidare le decisioni in materia di salute anche in caso di emergenza sanitaria. Ora molte di loro continuano a rimanere confinate nel perimetro della loro camera, sperando di sopravvivere. In futuro andrà ripensato questo modello di assistenza, perché è sotto gli occhi di tutti il suo fallimento»

La didattica a distanza, gli esami e le persone con sindrome di Down

Videochiamata da parte di un bimbo con sindrome di Down

«Può la didattica a distanza assicurare l’inclusione, oltre che l’istruzione? In che modo la stanno affrontando gli studenti con sindrome di Down? Con quali difficoltà e con quali supporti viene loro garantito il percorso scolastico “a casa”? E come sarà il futuro prossimo, soprattutto per coloro che dovranno affrontare l’Esame di Stato?»: sono tutti quesiti ai quali l’AIPD (Associazione Italiana Persone Down), in attesa delle prossime disposizioni governative, sta cercando di rispondere, innanzitutto tramite un documento elaborato dal proprio Osservatorio Scolastico

E se fosse proprio questo il tempo di marciare uniti?

E se fosse proprio questo il tempo di marciare uniti?

«Si ripropone il tema di una scelta unitaria – scrive Gianfranco Vitale -, di un intervento che – nel caso specifico del coronavirus – se espresso con una voce sola assumerebbe ben altro impatto e forza contrattuale. Se personalità del mondo della scienza e dell’educazione speciale fossero disponibili a spendersi nell’elaborazione di un testo intorno al quale movimenti e associazioni impegnate sul fronte dell’autismo non potrebbero che riconoscersi, questo sarebbe il momento di farlo. Non c’è tempo da perdere»