Io non ti vedo, tu non mi senti, tu non mi parli è il titolo completo del convegno organizzato dall’APIC (Associazione Portatori Impianto Cocleare) che avrà luogo sabato 10 marzo a Torino (Centro Incontri della Regione Piemonte, C.so Stati Uniti, 23).
L’appuntamento, che affronterà il tema dell’integrazione sociale in relazione alla specifica realtà della sordità, si protrarrà per l’intera giornata (ore 8-18) e – attraverso gli interventi di importanti esperti del settore – approfondirà i più significativi aspetti medico-scientifici e sociali che caratterizzano questo binomio.
Per l’occasione, quindi, si parlerà di prevenzione, diagnosi, riabilitazione e impianti cocleari da un lato, di comunicazione, linguaggio, diritti e integrazione scolastica e lavorativa dall’altro.
L’APIC sostiene e promuove il superamento della situazione di emarginazione dovuta dalla sordità, anche attraverso l’uso dell’impianto cocleare, «una vera e propria protesi – ha spiegato Antonio Cotura* alcuni mesi fa sul periodico Mobilità e in Superando – rappresentata da un dispositivo elettronico sofisticato, capace di sostituire in parte la funzione della coclea posta nell’orecchio interno.
L’impianto cocleare converte le informazioni acustiche in segnali elettrici che vengono trasmessi direttamente alla coclea e quindi al cervello. La sua parte esterna è composta da un microfono, un elaboratore di suoni a tecnologia digitale (speech processor) e un’antenna di trasmettitore, mentre quella interna è formata da un ricevitore collocato vicino all’orecchio in una nicchia ossea sotto il cuoio capelluto e da elettrodi inseriti all’interno della coclea».
(C.N.)
*Vicepresidente della FIADDA (Famiglie Italiane Associate per la Difesa dei Diritti degli Audiolesi).
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