Questa mattina alle 6 l’Istituto Papa Giovanni XXIII di Serra d’Aiello è stato occupato dalle Forze dell’Ordine, che ne hanno avviato la fase di sgombero.
Avevamo richiesto anni addietro, più volte, la chiusura di quella struttura per le condizioni di degrado in cui si trovava. E nonostante ciò, negli ultimi due anni – dopo l’avvio delle indagini e il sequestro dell’Istituto – molte cose erano cambiate. Erano stati intrapresi processi di deistituzionalizzazione e, benché la struttura non avesse tutti i requisiti e vi fosse assenza di risorse economiche adeguate, la qualità della vita delle persone ricoverate era migliorata. Ad ogni modo, tutti eravamo convinti che il loro futuro non potesse essere certo lì.
Il processo di deistituzionalizzazione puntava del resto a costruire prospettive mirate che facessero intravedere una nuova realtà caratterizzata da ambienti accoglienti in cui ricreare delle serene relazioni. All’interno di tale contesto, con la nomina di amministratori di sostegno scelti, molti dei quali impegnati nel mondo del volontariato, le persone ricoverate che non avevano famiglia o tutori avevano ritrovato un supporto e un punto di riferimento importante.
Sulla base di questa esperienza era nata ad esempio l’Associazione di Volontariato degli amministratori di sostegno, denominata “In direzione ostinata e contraria”, il cui impegno era quello di restituire dignità e diritti a chi per anni se li era visti negati.
Questa mattina, con una sorta di “golpe” che era nell’aria da più giorni, tutto ciò che era stato costruito, le speranze delle persone ricoverate e di coloro che si erano prodigati per un futuro migliore, si è sgretolato. E mentre le ambulanze trascinavano via “come deportati” le persone ricoverate, fuori dal cancello gli amministratori di sostegno, i parenti e tutti quelli a cui sta a cuore la vita e il futuro di queste persone, assistevano inermi, senza poter entrare, avere un contatto, dare un supporto alle persone, per non farle sentire sole e abbandonate.
Solo intorno alle 11 sono state loro aperte le porte dell’Istituto, ma molte delle persone ricoverate erano già state portate via, senza sapere esattamente dove.
La FISH Calabria ONLUS (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e le associazioni di persone con disabilità e dei loro familiari ad essa aderenti, gridano indignati: «Questa è violazione dei diritti umani! Ed è inconcepibile che nel 2009, a pochi giorni dalla ratifica della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, alcune di esse vengano umiliate in tal modo».
Intendiamo dunque denunciare il mancato coinvolgimento delle famiglie, degli amministratori di sostegno, dei tutori e delle persone stesse che sono in grado di poter scegliere, perché tale modalità di “sgombero”, che non ha ascoltato nessuno, ha violato i diritti umani e la dignità delle persone ricoverate.
*Presidente della FISH Calabria (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).
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