Si ridimensionano gli organici comunali a vantaggio degli affidamenti e delle esternalizzazioni, con un aumento dei carichi di lavoro per gli addetti e un coinvolgimento sempre maggiore del Terzo Settore nell’erogazione dei servizi alla persona (in particolare riguardo all’infanzia e all’assistenza agli anziani).
In base ai principali risultati che emergono dalla quinta rilevazione nazionale sul rapporto fra Enti Locali e Terzo Settore, promossa dall’Auser – la principale associazione italiana impegnata sul fronte della terza età – il nuovo welfare locale è sempre meno “comunale”. E tuttavia, in controluce, il forte ricorso al Terzo settore è ancora poco regolato e appare motivato soprattutto dalla necessità di ridurre i costi.
La rilevazione – effettuata su bandi di concorso e capitolati d’appalto pubblicati dai Comuni negli ultimi sei mesi (ottobre 2011-marzo 2012) e che fa anche il punto sul rapporto tra Enti Locali e volontariato dell’Auser, attraverso l’esame di circa mille convenzioni stipulate negli ultimi due anni – verrà presentata martedì 17 aprile a Roma (Centro Convegni Carte Geografiche, Via Napoli, 36, ore 11), da Francesco Montemurro, direttore dell’IRES (Istituto di Ricerche Economiche e Sociali) “Lucia Morosini”. Introdurrà l’incontro il presidente nazionale dell’Auser Michele Mangano. (G.C.)
Welfare sempre più ridimensionato e sempre meno pubblico
Sono queste le principali risultanze della quinta rilevazione nazionale sui rapporti fra Enti Locali e Terzo Settore, promossa dall’Auser, che verrà presentata il 17 aprile a Roma. Dal documento emerge infatti che il welfare locale è sempre meno “comunale” e che tuttavia, in controluce, il forte ricorso al Terzo settore è ancora poco regolato e appare motivato soprattutto dalla necessità di ridurre i costi