Tutti sembrano d’accordo: quei piani non si possono tagliare

Il Comitato dei Familiari per l’Attuazione della Legge 162/98 in Sardegna dichiara che i fondi arriveranno dalle economie attuate dai Comuni; la Commissione Sanità della Regione sottolinea che «quei piani non possono essere tagliati»; l’Assessore alla Salute, infine, non vuole in alcun modo «creare danno a persone già sofferenti e alle loro famiglie». Come andrà dunque a finire, nell’Isola, la vicenda dei prospettati tagli a migliaia di piani personalizzati delle persone con disabilità grave?

Mappa della Sardegna con le Province e a fianco loghi di alcune forme di disabilità

«Ci saranno almeno 6 milioni di economie che i Comuni dovranno comunicare all’Assessorato Regionale entro il 10 settembre, tali da coprire i circa 3 milioni di euro previsti dai tagli»: questo hanno sottolineato con forza gli esponenti del Comitato dei Familiari per l’Attuazione della Legge 162/98 in Sardegna, ricevuti in audizione dalla VI Commissione Sanità della Regione, contestando anche nelle cifre – oltreché nel merito del provvedimento – i prospettati tagli per quasi 30.000 piani personalizzati derivanti dalla Legge 162/98 (Delibera di Giunta Regionale 33/11 del 30 giugno scorso), ciò di cui avevamo riferito nei giorni scorsi. «Si tratta – avevano sottolineato dal Comitato – di un fatto mai accaduto con nessuna Giunta regionale precedente, di un gravissimo errore, non per la quantità stessa dei tagli, ma per il brutto segnale che arriva, tenendo conto tra l’altro del fatto che più di 2.400 bambini e minori con disabilità gravi (autismo, sindrome di Down, disabilità intellettiva, tetraparesi spastica, distrofia muscolare) si vedranno tagliare il proprio progetto».
Tali concetti sono stati ribaditi in audizione presso la Commissione Sanità da Francesca Palmas, che in rappresentanza del Comitato ha parlato di «tagli che pur sembrando esigui (vanno da 75 a 250 euro in sei mesi a persona) riguardano circa 29.000 piani di cui 2.414 di minorenni da zero a 18 anni, persone con sindrome di Down o affette da patologie gravi come l’autismo. E ben sappiamo che i programmi personalizzati per i bambini, in particolare, possono portare a importanti risultati per quanto riguarda l’aspetto cognitivo, relazionale e dell’autonomia e quindi dell’inclusione sociale».

Ricevuto a propria volta in audizione, l’assessore regionale alla Salute Luigi Benedetto Arru, secondo quanto riferisce una nota diffusa dal Consiglio Regionale, ha dichiarato «che non c’è alcuna volontà di creare danno a persone già sofferenti e alle loro famiglie», dando la propria disponibilità a verificare ed eventualmente rivedere le posizioni dei minori. Ha ribadito però che «questo piccolo taglio» è dovuto «alla mancanza di fondi».
Più in generale, l’Assessore ha sottolineato la necessità di «rivedere nella sua interezza il welfare regionale, per impostare politiche sociali e sanitarie mirate a tutte le necessità». «Secondo i nostri dati – ha affermato poi – si sta usando la Legge 162/98 per sopperire ad altri tipi di esigenza sociale, anche se assolutamente da tenere in massima considerazione. Su questo aspetto è necessario un ragionamento complessivo».

In conclusione, la Commissione tutta – maggioranza e opposizione – ha concluso che «i piani della Legge 162 non possono essere tagliati» e che si dovrà aiutare l’Assessorato «a trovare i fondi mancanti, per concludere i piani del 2015, per poi partire con la nuova programmazione».
Dal canto suo, il Comitato dei Familiari continua la propria mobilitazione – altre riunioni sono in programma nei prossimi giorni – restando altresì in attesa di ulteriori convocazioni da parte delle Istituzioni Regionali. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: comitatofamiglie162@gmail.com.

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