Disability case manager e malattie croniche

«Con l’aumento delle patologie croniche, la figura del disability case manager è più che mai attuale: egli, infatti, è un professionista in grado di valutare i bisogni della persona con disabilità e con malattie croniche, garantendone la partecipazione e migliorando la qualità delle politiche territoriali»: se ne parlerà domani, 19 maggio, a Milano, durante il workshop su “Case Management e malattie croniche”, organizzato dal Centro di Ateneo di Bioetica dell’Università Cattolica e dell’Istituto Neurologico Besta, in collaborazione con la SIDIMA (Società Italiana Disability Manager)

Realizzazione grafica con un omino che inserisce un pezzo rosso in un puzzle di pezzi bianchi«Con l’aumento delle patologie croniche, la figura professionale del disability case manager è più che mai attuale. Si tratta infatti di un professionista che, attraverso competenze specifiche e strumenti culturali, è in grado di valutare i bisogni della persona con disabilità e con malattie croniche, garantirne la partecipazione, a tutti i livelli, e migliorare la qualità e l’efficacia delle politiche territoriali»: così Matilde Leonardi, responsabile della Struttura Organizzativa Semplice Dipartimentale di Neurologia, Salute Pubblica e Disabilità della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Besta di Milano, presenta uno dei principali argomenti del workshop intitolato Case Management e malattie croniche. La figura e la rete professionale del disability case manager e i progetti realizzati in Italia e in Europa nel settore socio-sanitario: una risorsa professionale per rispondere ai bisogni delle persone affette da malattie croniche, incontro in programma domani, venerdì 19 maggio a Milano (Aula Maria Immacolata dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Largo Gemelli 1, ore 14-18), a cura del Centro di Ateneo di Bioetica dell’Università ospitante e dell’Istituto Besta, in collaborazione con la SIDIMA (Società Italiana Disability Manager).

Durante il workshop, alcuni autorevoli esperti del settore si confronteranno sul quadro etico in cui opera questa nuova figura professionale e sulle modalità di utilizzo del modello biopsicosociale dell’ICF (la Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute, fissata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità) che, con la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, promuove l’implementazione di modelli di intervento centrati sull’integrazione e sulla multidisciplinarietà, per favorire l’autonomia e la partecipazione sociale delle persone con disabilità.
«Vogliamo formare specialisti in grado di costruire reti con i vari soggetti istituzionali – sottolinea Adriano Pessina, direttore del Centro di Ateneo di Bioetica dell’Università Cattolica di Milano e del Corso di Perfezionamento Case-Disability Manager -, per non lasciare sole le persone affette da malattie croniche, aiutandole a inserirsi nella vita sociale e a trovare risposte adeguate alla pluralità dei loro bisogni. Un nuovo modo per pensare e attuare contesti capaci di dare assistenza globale ai pazienti, che sono prima di tutto persone con esigenze non soltanto sanitarie».

Nell’evidenziare come il ruolo del case manager si inserisca nell’evoluzione dei sistemi e servizi sociosanitari e nel nuovo panorama epidemiologico e di crisi economica, Marco Trivelli, direttore generale dell’Ospedale Niguarda di Milano, illustrerà – nel corso dell’incontro di domani – il possibile ruolo del Case Management nei percorsi sociosanitari integrati tra Ospedale e Territorio previsti nella Riforma Sanitaria della Regione Lombardia, mentre Silvia Schiavolin presenterà il lavoro biennale di Case Management per il paziente neuro-oncologico realizzato all’ Istituto Besta.
Come emergerà infine dalla relazione di Graziano Onder del Policlinico Agostini Gemelli di Roma, il Case Management per le malattie croniche e la multimorbilità è oggi una figura definita a livello europeo dal Progetto CHRODIS, approvato dalla Commissione Europea e da ventotto Paesi, Italia inclusa,  nello scorso mese di marzo.
«Va per altro sottolineato – aggiunge Leonardi – che in questo campo siamo stati precursori, visto che già dal 2006 il Centro di Bioetica dell’Università Cattolica e la mia unità di ricerca dell’Istituto Besta hanno realizzato appositi corsi in Disability-Case Manager, formando decine di persone che già oggi operano in Italia».
Da ricordare in tal senso che la giornata di studio di domani costituirà un momento formativo e informativo collocato nell’àmbito di un progetto di sviluppo e approfondimento dei corsi di perfezionamento e aggiornamento di cui parla Leonardi fin qui svolti e sarà anche il preludio, come ricorda Pessina, «a un ulteriore workshop del 9 giugno sul tema Disability Management e lavoro, durante il quale si approfondirà un’altra area di intervento dei case managers, prevista dal Piano Nazionale di Azione sulla Disabilità e dallo stesso Jobs Act, una linea di intervento di cui dovranno dotarsi le aziende italiane e che favoriranno nuove possibilità di lavoro e integrazione sociale». (S.B.)

L’ingresso al workshop di Milano (di cui è disponibile a questo link il programma completo) è libero (gradita l’iscrizione). Per ulteriori informazioni e approfondimenti: centrodibioetica@unicatt.it.

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