Anche gli infermieri e i fisioterapisti prescrivano dispositivi medici monouso

A chiederlo in un appello rivolto al ministro della Salute Speranza sono state le organizzazioni FINCOPP, FAVO, AISTOM, FAIP, FISH, AIMAR e ASBI, «in virtù degli spaventosi iter burocratici che i Cittadini devono subire per ottenere ogni due mesi i dispositivi medici monouso (sacche, placche, cateteri, cannule tracheali, pannoloni, traverse ecc.) dalle Regioni, dalle Aziende Sanitarie Locali e dai Distretti Socio-Sanitari. Se formato ad hoc, infatti, l’infermiere è in grado di farlo, così come il fisioterapista, contribuendo così alla sburocratizzazione delle procedure»

Disegno tedesco dedicato ai disability manager

Secondo le organizzazioni che hanno inviato l’appello al ministro Speranza, gli iter burocratici per accedere ai vari dispositivi medici monouso costituiscono una vera e propria corsa a ostacoli

«In virtù degli spaventosi iter burocratici che i Cittadini devono subire per ottenere ogni due mesi i dispositivi medici monouso (sacche, placche, cateteri, cannule tracheali, pannoloni, traverse ecc.) dalle Regioni, dalle Aziende Sanitarie Locali e dai Distretti Socio-Sanitari, chiediamo che quanto contenuto nel Decreto del Presidente del Consiglio (DPCM) del 12 gennaio 2017 venga esteso, ad esempio, anche all’infermiere stomaterapista, all’infermiere uro-riabilitatore e al fisioterapista, per quanto di loro competenza»: lo hanno scritto le organizzazioni FINCOPP (Federazione Italiana Incontinenti e Disfunzioni del Pavimento Pelvico), FAVO (Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia), AISTOM (Associazione Italiana Stomizzati), FAIP (Federazione delle Associazioni Italiane di Persone con Lesione al Midollo Spinale), FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), AIMAR (Associazione Italiana Malformazioni AnoRettali) e ASBI (Associazione Spina Bifida Italia), in un appello inviato qualche settimana fa al ministro della Salute Roberto Speranza, che è anche Presidente della Commissione Nazionale dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza Sanitaria).

Il DPCM del 12 gennaio 2017 cui si fa riferimento nell’appello, infatti, è quello che ha appunto definito i nuovi LEA e nello specifico il riferimento è all’articolo 11, comma 2 di esso, ove si scrive che «è fatta salva la possibilità per le regioni e per le province autonome di individuare le modalità con le quali la prescrizione è consentita ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta ed ai medici dei servizi territoriali. I prodotti per la prevenzione e il trattamento delle lesioni da decubito sono prescritti dal medico nell’ambito di un piano di trattamento di durata definita, eventualmente predisposto dallo stesso medico; il medico prescrittore è responsabile della conduzione del piano».
Tale richiesta, scrivono le organizzazioni, è motivata dal fatto che «l’infermiere, professionista di prossimità, se formato ad hoc è in grado garantire la presa in carico della persona assistita anche per quanto attiene la prescrizione dei dispositivi medici monouso, oltre che per favorire la sburocratizzazione dei percorsi (PDTA-Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali) per l’acquisizione degli stessi. Altrettanto dicasi per l’importante figura del fisioterapista, specie in materia di incontinenza e riabilitazione del pavimento pelvico».

Le organizzazioni si sono rese altresì disponibili ad essere audite su tale questione in Commissione Parlamentare o dallo stesso Ministro della Salute cui hanno rivolto l’appello. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: presidenza@finco.org.

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