Si è concluso con pieno successo il convegno Sport terapia e Mielolesione: dalla ricerca all’applicazione clinica in Unità Spinale, tenutosi il 24 e 25 ottobre all’Ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano, a cura di AUS Niguarda (Associazione Unità Spinale Niguarda ONLUS), di POP ’84 ONLUS (Polisportiva Ospedaliera Paratetraplegici) e della stessa Unità Spinale Unipolare dell’Ospedale Niguarda, in collaborazione con la Fondazione Don Gnocchi ONLUS.
Obiettivo dell’appuntamento, accreditato ECM per medici e fisioterapisti, era quello di fornire informazioni tecnico-scientifiche sull’utilità della sport terapia nella riabilitazione del paziente mieloleso e di individuare un possibile percorso di lavoro da realizzare nelle Unità Spinali.
A tal proposito, vale la pena di ricordare, come ha sottolineato Tiziana Redaelli, direttore dell’Unità Spinale Unipolare di Niguarda, che «la lesione midollare è una delle cause di invalidità permanente o di mortalità più frequenti nel nostro Paese (20-25 nuovi casi annui per milione di abitanti) e che essa coinvolge in prevalenza una parte molto giovane della popolazione, con un’età media che varia, per oltre l’80%, dai 10 ai 40 anni».
Nella riabilitazione delle persone che hanno subito una lesione tanto invalidante come quella midollare, si tratta per altro di ripristinare l’intera struttura della personalità nella sua integrità fisica, intellettuale, psichica. Ciò significa impegnare tutti gli specialisti e i mezzi disponibili per ridare alla persona, per quanto possibile, la sua indipendenza personale, sociale e professionale.
Per questo, l’utilizzo di attività sportive, sia come metodiche riabilitative sia come strumento per riacquisire un’identità del proprio corpo mediante un nuovo equilibrio psicofisico, rappresenta uno degli aspetti più innovativi e importanti del percorso riabilitativo.
Dall’analisi della letteratura scientifica compiuta da Chiara Arienti, referente del progetto di Sport Terapia presso l’Unità Spinale Unipolare di Niguarda, è emerso che «nelle persone con lesione midollare la ridotta attività fisica è la prima causa di un circolo vizioso che col tempo porta alla cosiddetta “sindrome ipocinetica”, vale a dire ad uno stato di debilitazione fisica progressiva, dovuto a una quantità di movimento inadeguata al mantenimento di una buona forma fisica».
L’attività fisica attraverso lo sport è quindi un valido mezzo terapeutico per affiancare, valorizzare e rinforzare gli effetti della fisioterapia; recuperare le capacità motorie delle “strutture anatomo-fisiologiche residue” postlesione; prevenire l’insorgere di patologie cardiovascolari e traumi a carico dell’apparato muscolo-scheletrico e ridurre il rischio di obesità.
E ancora, oltre ai benefici fisici diretti, la sport terapia e la pratica sportiva producono notevoli benefìci psicologici e sociali: accrescono l’autostima e la voglia di fare, facilitano il raggiungimento di un buon livello di autonomia nelle attività di vita quotidiana e migliorano l’integrazione sociale.
Adriana Cassinis, medico fisiatra dell’Unità Spinale Unipolare di Niguarda, ha illustrato il Progetto di avviamento precoce alla Sport Terapia, avviato nel 2003 presso la stessa struttura e realizzato in collaborazione con l’Istituto di esercizio Fisico, Salute ed attività Sportiva dell’Università di Milano, con il Centro di Medicina dello Sport della Fondazione Don Gnocchi, con POP ’84 e con AUS Niguarda.
Tale progetto si propone di mettere a punto un percorso di sport terapia per favorire e potenziare l’autonomia e il benessere psicofisico delle persone con lesione midollare a partire già dalla fase iniziale del ricovero, ed è condotto da un’équipe multidisciplinare integrata – prima e unica nel suo genere in Italia -composta da medici (neurologo, fisiatra, fisiopatologo respiratorio, medico dello sport, fisiologo), laureati in Scienze Motorie e fisioterapisti.
A questo proposito, Guido F. Fumagalli, preside della Facoltà di Scienze Motorie dell’Università di Verona, ha evidenziato l’importanza di prevedere l’inserimento nell’équipe di riabilitazione delle Unità Spinali del dottore in Scienze Motorie, nuova figura professionale nata con la costituzione della Laurea in Scienze Motorie e Sportive. Un corso, questo, che affronta per la prima volta insieme gli aspetti biomedici, pedagogici e tecnici del movimento e dei giochi sportivi. In particolare, la specializzazione in Attività Motorie Preventive e Adattate è stata specificamente disegnata per formare operatori in grado di progettare, implementare e valutare specifici programmi di attività motoria riguardanti fasce particolari della popolazione, come le persone con disabilità o gli anziani.
Infine, Martina Maggioni, ricercatrice del Centro di Medicina dello Sport della Fondazione Don Gnocchi, ha evidenziato come nella sport terapia applicata a persone con lesione midollare sia di fondamentale importanza la fase di valutazione funzionale: «Comprendere a fondo la classificazione neurologica, valutare attentamente l’opportunità e i rischi dell’attività sportiva, è fondamentale perché l’esercizio fisico produca i benèfici effetti documentati e non divenga fonte di ulteriori danni per un organismo già compromesso. Per questo la valutazione funzionale del soggetto con paraplegia dev’essere il più possibile articolata e globale».
Ed è proprio questo uno degli aspetti centrali del progetto sulla sport terapia avviato all’Unità Spinale di Niguarda, che mira a fornire a questa disciplina riabilitativa solide basi scientifiche che ne supportino la validità e la sicurezza.
(S.F.)
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