«Provate altrove, qui non possiamo prenderli, non sappiamo come mantenerli. Di istituti ce ne sono tanti altri, orientatevi altrove». Questo – secondo quanto denunciato dal quotidiano «la Repubblica» nei giorni scorsi – aveva detto Abele Ciampa, dirigente dell’Istituto Alberghiero Duca di Buonvicino di Napoli alle famiglie di otto ragazzi con disabilità che a tale scuola intendevano iscriverli. Aggiungendo anche, a quanto sembra: «Ne prendiamo solo tre, per ciascuna delle sedi della scuola, e non devono essere gravi. Gli altri che vadano nei centri appositi»…
Un caso di discriminazione sin troppo palese e visibile, che questa volta, però, non ha lasciato indifferente nessuno, come purtroppo in altre occasioni è accaduto. È stato infatti lo stesso direttore scolastico regionale della Campania Alberto Bottino – dopo che i genitori dei ragazzi avevano sporto denuncia alla Procura della Repubblica – ad intervenire in prima persona con atti concreti. «Non vogliamo negare a nessuno il diritto allo studio – ha dichiarato Bottino – e men che meno agli alunni disabili. I ragazzi che si sono visti rifiutare l’iscrizione all’Alberghiero Duca di Buonvicino sappiano che la loro richiesta è accolta e che potranno frequentare quella scuola». E così è stato, concedendo sostanzialmente una classe in più all’Istituto.
Rapida anche la “marcia indietro” del dirigente Ciampa, dopo la visibilità avuta da questa storia. «Avevamo rifiutato quelle iscrizioni – ha spiegato infatti – solo per offrire un servizio migliore, per non dover inserire, in una stessa classe, più ragazzini disabili. Ora accoglierò quelle famiglie per dir loro che tutto è risolto».
Tant’è, anche se crediamo che la “sollevazione” vera e propria, seguìta alla denuncia di «Repubblica», con il biasimo espresso pure dal sindaco di Napoli, dal presidente della Commissione Scuola Comunale, dall’assessore provinciale e da quello regionale all’Istruzione, un certo peso l’abbia avuto nell’arrivare a una rapida soluzione.
Dal canto suo l’associazione napoletana Tutti a Scuola aveva preparato una manifestazione proprio davanti al Duca di Buonvicino, durante la quale al preside sarebbero state consegnate una copia della Costituzione e una della Legge 104/92, delle quali non si era certo tenuto conto in quella delibera del Consiglio d’Istituto che aveva appunto fissato un limite al numero degli studenti con disabilità da accogliere: non più di tre per ciascuna delle sedi della scuola e non in situazione di gravità. Una delibera, ovviamente, diventata ora del tutto illegittima.
«Gli istituti scolastici – ha dichiarato a tal proposito l’assessore regionale all’Istruzione Corrado Gabriele – non possono certo fissare il “numero chiuso” per gli alunni con disabilità ed è inconcepibile che le scuole tengano fuori proprio i soggetti più deboli». Anzi, ha aggiunto, «non permetteremo agli istituti che fissano il numero chiuso sui disabili di partecipare alla programmazione regionale per la formazione permanente».
Certo, viste le premesse, l’amaro in bocca resta, anche se la vicenda sembra avere trovato – almeno per una volta – una soluzione positiva. Da parte nostra non mancheremo di inviare al dirigente dell’Istituto Duca di Buonvicino anche una copia della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. (S.B.)