Storie di “fragili” nel Paese delle mancanze

«Nel suo intenso saggio “Dove siete tutti? Storie di ordinaria ingiustizia intorno alla disabilità e alla fragilità sociale” – scrive Elisabetta Piselli – Cristina Carpinelli, giornalista, ma soprattutto donna con umanità e sensibilità spiccate, racconta di come ci sia una città nella città, una società nella società, in un Paese dove mancano tantissime cose, ma non mancano le risorse personali di tantissime persone, che sono andate oltre difficoltà immense. Sono le storie di persone vere, raccontate nel libro»

Carpinelli, "Dove siete tutti?"Dove siete tutti? Storie di ordinaria ingiustizia intorno alla disabilità e alla fragilità sociale è un piccolo e intenso saggio scritto da Cristina Carpinelli, giornalista, ma soprattutto donna con umanità e sensibilità spiccate [di tale pubblicazione si legga già sulle nostre pagine a questo link, N.d.R.].
Da anni è autrice e conduttrice di Si può fare. Storie dal sociale, trasmissione radiofonica in onda su Radio 24 e forse, dopo tutte le storie sentite e raccontate negli anni, era giunto il momento di provare a metterne insieme i pezzi. Per farlo è partita dalla domanda «Ma dove siete tutti?».

Carpinelli mi racconta, con voce pacata, di come ci sia una città nella città, una società nella società. Nei mondi paralleli nei quali è stata e che racconta nel suo libro, ci sono le persone con disabilità e le loro famiglie. Ci sono persone con difficoltà economiche che spesso sviluppano poi problemi di salute che li portano ad avere delle disabilità. Ci sono persone straniere che non riescono ad inserirsi perché magari banalmente nessuno insegna loro la lingua e le usanze di un Paese nuovo che le ospita (improvvisamente colgo il senso del corso seguito da esame che si tiene in Svizzera se si vuol prendere la cittadinanza), ci sono Associazioni che nascono in continuazione perché le persone comuni hanno bisogno di trovare risposte e aiuti ed è più facile ottenere queste due cose facendo rete, invece che attendere risposte e aiuti istituzionali.
Ma in questo mondo complesso e così distante dagli occhi dei più, lei ci ha trovato sorrisi e risorse incredibili.

Facciamo una breve analisi della situazione generale che emerge dal suo libro.
Mancano i numeri reali sulla disabilità e anche in questo caso mancano perché le Istituzioni non si parlano tra di loro. E allora ci hanno pensato alcune Associazioni che, con un lavoro immenso, hanno creato il portale Disabled Data (online dal mese di ottobre dello scorso anno [se ne legga anche sulle nostre pagine, N.d.R.]). Mancano gli insegnanti di sostegno (troppo pochi e con scarsa formazione e quindi non in grado di svolgere al meglio quello che dovrebbe essere un ruolo fondamentale quanto quello degli insegnanti “normali”). Mancano le informazioni e la conoscenza di quelle che potrebbero essere le reali possibilità del “Dopo di Noi” (come il progetto dell’Associazione SON nato a Milano dalla Casa della Carità di don Virginio Colmegna e un gruppo di genitori con figli con disabilità grave). Mancano i soldi. Forse manca pure un nuovo Basaglia e la sua lungimiranza, che nel suo disegno completo immaginava le realtà istituzionali locali capaci di entrare nel tessuto sociale facendosi carico della disabilità, creando al contempo percorso di apertura ed integrazione. Manca il lavoro. Manca poter realizzare i propri sogni.
Mancano tantissime cose e paradossalmente queste cose potrebbero esserci quasi tutte se solo tutti gli ingranaggi che compongono la macchina burocratica che gestisce la vita dei cittadini, fossero collegati bene tra di loro.

Quello che non mancano sono le risorse personali delle tantissime persone incontrate da Carpinelli, persone che sono andate oltre difficoltà immense. Le storie che racconta hanno il nome di persone straordinarie. Perché essere straordinari non significa avere successo e tanti soldi, quello capita a pochi nella realtà. Essere straordinari significa andare oltre la propria condizione, i propri limiti e le proprie fragilità.
Carpinelli racconta storie di emarginati veri, e le racconta così bene che ti sembra di vederne i volti. Sono esseri umani che vivono per strada, in quelle stesse strade che tutti noi attraversiamo quotidianamente. Li vediamo, tutti quegli esseri umani buttati per terra e poi ci giriamo dall’altra parte. E poi ci sono i nuovi poveri, quelli che durante il lockdown hanno perso il lavoro e con esso la dignità di vivere in maniera normale. Ci sono storie di persone vere, ognuna col proprio nome.
Sono i dettagli che rendono questo libro speciale, sono i pensieri dell’Autrice tra una storia e l’altra, le sue riflessioni intime e profonde quelle che ti portano davvero a chiederti «Ma dove siete tutti?».

Il presente contributo è già apparso in “InVisibili”, blog del «Corriere della Sera.it», con il titolo “Il mondo dei fragili: le storie straordinarie di Carpinelli nel Paese delle mancanze” e viene qui ripreso – con minimi riadattamenti al diverso contenitore – per gentile concessione.

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