Opinioni

Tragedie della disperazione e progetti di vita

Tragedie della disperazione e progetti di vita

«Il progetto di vita delle persone con disabilità – scrive Sonia Zen, riflettendo sulle recenti tragedie della disperazione accadute in famiglie con autismo – non dovrebbe essere elaborato in emergenza, ma accompagnare l’esistenza delle stesse persone con disabilità, costruendo “durante noi” una dimensione gratificante, per dare dignità e valore alla vita di tutti. Troppo spesso, però, continuiamo a trovarci di fronte a offerte sull’emergenza, piuttosto che a proposte che abbiano coerenza e continuità»

La nuova Legge sul cinema e l’accessibilità

Una scena sottotitolata del film "Salvate il soldato Ryan"

«La nuova Legge sul cinema – scrive Daniela Trunfio – approvata in via definitiva dalla Camera, prevede effettivamente alcune “buone pratiche” riguardanti l’accessibilità, sulle quali sarà comunque necessario vigilare affinché trovino via via sistemi di regolamentazione più mirata alla resa accessibile del prodotto audiovisivo e culturale in genere»

Un macigno troppo pesante da sopportare

Makoto Sasaki, "La divisione del buio"

«Come in tanti altri casi – scrive Liana Baroni, riferendosi all’ennesima tragedia riguardante una famiglia con autismo – era la mamma la “roccia” su cui poggiava tutta la vita dei componenti e quando lei è mancata, la solitudine, per il padre, è stata un macigno troppo pesante. Chiediamo a tutta la collettività vicinanza concreta alle persone con autismo e ai loro familiari, che si fanno carico di tanti e gravi problemi, anche di quelli che non spetterebbe loro risolvere. E cerchiamo di avere pietà per quel padre che, rimasto solo, non è stato in grado di reggere le dure prove della vita»

Legalità, trasparenza, appropriatezza e diritto alla mobilità

Legalità, trasparenza, appropriatezza e diritto alla mobilità

Sono questi i quattro princìpi che varie Associazioni di Napoli chiedono di rispettare all’Amministrazione Comunale della città partenopea, in una situazione di grave crisi del welfare, nella quale, scrivono le stesse Associazioni, «la condizione dei circa 20.000 disabili napoletani, insieme alle loro famiglie, è oggi diventata insostenibile, a causa della perdurante e colpevole inerzia delle Istituzioni. Pretendiamo dunque che il Comune di Napoli rispetti i nostri diritti, dando innanzitutto piena attuazione alla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità»

Teatro d’incontro, con attori sordi e udenti

Gli attori Giorgio Lupano e Rita Mazza, durante la rappresentazione teatrale di "Figli di un Dio minore"

«Durante la rappresentazione teatrale di “Figli di un Dio minore” – scrive Claudio Arrigoni – che sta girando in questi mesi per l’Italia, non ci si annoia mai e c’è un teatro con scelte innovative, fra attori segnanti e parlanti in una maniera indifferenziata. Un teatro realmente “integrato”, in cui per la prima volta attori sordi e udenti recitano in questo modo sullo stesso palco, portando una grande verità, ovvero che “ci si può incontrare, ma solo andando tutti verso l’altro”»

LEA e Nomenclatore: una riforma a metà

«Abbiamo atteso da troppi anni questo riordino del Nomenclatore – scrive Alessandro Giustini -, che finalmente adeguasse all’interno dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) il settore delle prestazioni protesiche e di ausilio per la riabilitazione delle persone con disabilità: non dev’essere quindi l’ennesima riforma che mentre indica alcune prospettive positive, le vanifica con disposizioni organizzative e burocratiche del tutto inadeguate agli obiettivi di cura efficace per i problemi dei cittadini»

L’inclusione della disabilità nella pubblicità

«Oggi – scrivono dal CoorDown – la visibilità delle persone con disabilità nella cultura di massa e in particolare nella pubblicità, è uno dei passi fondamentali per vincere la sfida legata a un nuovo approccio culturale, mettendo in discussione gli stereotipi e i pregiudizi che sono ancora oggi l’ostacolo più grande della piena inclusione nella società. Nel caso specifico di una pagina pubblicitaria apparsa in questi giorni sul quotidiano “la Repubblica”, il valore è doppio, perché la giovane con sindrome di Down che vi appare è ritratta nel suo ruolo professionale»

Occasioni da cogliere, per la formazione sulla disabilità visiva

«Alcune novità introdotte dalla Legge sulla “Buona Scuola” – scrive Gianluca Rapisarda, direttore scientifico dell’IRIFOR (Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione) dell’UICI – offrono occasioni importanti per promuovere un’adeguata formazione degli insegnanti di sostegno e curricolari sulla disabilità visiva. Come IRIFOR, sarà nostro compito “sfruttare” al meglio e al massimo queste occasioni di visibilità e di crescita, ricordando anche che una delle “priorità tematiche” del piano di formazione obbligatorio dei docenti italiani sarà proprio la disabilità e l’inclusione»

Sostegno senza titolo, studente senza inclusione!

«Gli sforzi del Ministero per l’assunzione in ruolo dei docenti – scrive Gennaro Pezzurro del Gruppo Scuola di FISH Campania – e l’avvio del piano triennale per la loro formazione in servizio sono un ottimo punto di partenza per migliorare l’inclusione nella scuola italiana, ma i tempi previsti per la piena messa a regime risultano troppo lunghi per le esigenze quotidiane degli allievi con disabilità e delle loro famiglie. Cosa possiamo dunque fare oggi? Innanzitutto la formazione sull’inclusione da parte dei docenti in servizio»

Università e disabilità intellettiva: altre riflessioni

Dopo avere avviato il dibattito su queste stesse pagine, ponendo il delicato quesito se «sia utile per i ragazzi con disabilità intellettiva la frequenza dell’Università, ai fini di una loro crescita umana, intellettuale e sociale», Salvatore Nocera replica all’intervento con cui Evelina Chiocca gli aveva risposto, sottolineando che «certe sfide, se non superate positivamente, possono produrre depressione e non rafforzamento dell’io»

Cinque giorni di vacanza al di sopra delle aspettative, ma…

Il racconto di cinque giorni di vacanza insieme ad Antonio, giovane con autismo, seguiti dalla madre, passo dopo passo. Cinque giorni all’insegna di un’accoglienza decisamente superiore alle aspettative. E tuttavia… «Tuttavia – scrive Maria Grazia Pinna – non è così che lo voglio vedere in vacanza! Le strutture ricettive si dovrebbero adoperare per fornire un pacchetto di servizi in cui assicurare alle persone con disabilità partecipazione attiva ed integrazione, al di fuori del tempo che potrebbero passare con la loro famiglia. Troverò qualcuno che abbia la volontà di ascoltarmi?»

Deficit di attenzione e iperattività: il vuoto della Campania

«In Campania – è la denuncia dell’AIFA di tale Regione (Associazione Italiana Famiglie ADHD) – la questione dell’identificazione dei Centri per gli adulti con ADHD (disturbo da deficit di attenzione e iperattività) risulta essere del tutto inevasa e disattesa, cosicché al compimento del diciottesimo anno di età, la disponibilità di servizi di presa in carico dei soggetti adulti con tale patologia è caratterizzata da un totale vuoto, ciò che delinea un quadro preoccupante, sia per i pazienti adulti che per quelli in età evolutiva, pregiudicandone il diritto alla cura»

Università e disabilità intellettiva: ognuno fa storia a sé

«Rispetto al quesito posto nei giorni scorsi su queste stesse pagine da Salvatore Nocera – scrive Evelina Chiocca – ovvero se sia utile per i ragazzi con disabilità intellettiva la frequenza dell’Università, ai fini di una loro crescita umana, intellettuale e sociale, credo che prima di qualsiasi altra valutazione e considerazione, dovrebbero prevalere il diritto soggettivo e la significatività, per ogni singola persona, del percorso intrapreso. Non si può generalizzare, perché si rischia di omologare persone fra loro differenti»

Questo è la terapia occupazionale

«Quella tra terapista occupazionale e paziente/persona assistita e/o familiare – scrivono dall’AITO (Associazione Italiana Terapisti Occupazionali), riferendo di un proprio recente convegno – è una collaborazione tra esperti, in cui vi è crescita continua e scambio. La terapia occupazionale, infatti, ritiene che la salute sia supportata e mantenuta quando le persone sono in grado di impegnarsi in occupazioni e attività che permettono la partecipazione nella vita in casa, a scuola, al lavoro e nella collettività». Proprio oggi, 27 ottobre, è la Giornata Internazionale della Terapia Occupazionale

Diritti umani, Convenzione e movimento italiano sulla disabilità

«Sarebbe importante – scrive Giampiero Griffo – che il movimento italiano delle persone con disabilità e delle loro famiglie si interrogasse su come utilizzare i nuovi strumenti di pressione internazionale, provenienti dalle Nazioni Unite e anche dall’Europa. Spesso, invece, si ignorano i nuovi standard di politiche internazionali sui diritti umani delle persone con disabilità che i Governi si sono impegnati a rispettare, mentre sono temi che dovrebbero portare ad approfondimenti specifici, per rafforzare la nostra stessa capacità di partecipazione e interlocuzione sulle politiche e le decisioni che ci riguardano»

Inclusione, “scuole speciali”, sostegno e altro

«Bisogna potenziare l’attuale sistema di inclusione scolastica – scrive tra l’altro Gianluca Rapisarda – definendo i profili delle figure professionali dell’assistente alla comunicazione e del tiflologo e creando una rete tra tutti i “centri di supporto” al sistema scolastico del sostegno e, soprattutto, un ruolo “specifico” del sostegno stesso nella scuola di tutti e di ciascuno. Solo così si potranno fugare le tentazioni di ritorni anacronistici alle “scuole speciali”, garantendo veramente accoglienza e inclusione a tutti gli alunni con disabilità visiva»

Per rieducare al rispetto della diversità

«In casi come quello di Avellino – scrive Sergio Silvestre – che ha visto un Pubblico Ufficiale utilizzare in modo dispregiativo il termine “mongoloide”, le scuse servono a poco o niente, ma quale formidabile segnale, culturalmente esemplare, sarebbe se quel Vicequestore fosse “affidato” per un congruo periodo come operatore volontario all’associazione locale che si occupa di persone con sindrome di Down? Avrebbe così l’opportunità di conoscerle da vicino e di scoprire con sorpresa quanto siano diverse rispetto alla sua arcaica e distorta concezione di disabilità»

Disabilità multipla: la necessità di un nuovo mondo inclusivo

«La disabilità multipla – scrive Antonio Giuseppe Malafarina – consiste nel concentrarsi su un individuo di più deficit, generando una disabilità non ascrivibile a un solo genere in senso stretto. Si tratta di situazioni che possono essere superate solo attraverso un intervento multidisciplinare, anzi interdisciplinare, della società, perché “occuparsi di famiglia e bambini con disabilità multipla – come è stato detto a un recente convegno – vuol dire occuparsi di un nuovo mondo inclusivo, di condivisione, dove nasce una nuova cultura della disabilità”»

Includere, non separare

Secondo il Gruppo FAND Scuola, «lo schema di Decreto Delegato sull’Inclusione Scolastica degli alunni con disabilità sembra ispirarsi più a una cultura della separazione che a quella dell’inclusione. E a giudicare da quello che vi si legge, c’è il rischio che si debba continuare ad assistere a docenti titolari che si dichiareranno “incompetenti” nell’istruzione dei disabili, delegandola al docente di sostegno e a Dirigenti Scolastici che “inviteranno” le famiglie a tenere a casa il figlio con disabilità in attesa del docente di sostegno»

Protagonista sarà la terapia occupazionale

Riceviamo e ben volentieri pubblichiamo la replica ricevuta da Gabriella Casu dell’Ufficio di Segreteria Nazionale dell’AITO (Associazione Italiana Terapisti OccupazIonali), a un intervento pubblicato dal nostro giornale, con cui Vincenzo Falabella, presidente della FAIP (Federazione Associazioni Italiane Paratetraplegici), aveva motivato la mancata concessione del patrocinio, da parte della stessa FAIP, a un imminente evento convegnistico promosso dall’AITO per il 21 ottobre ad Ancona