È duro il commento della Consulta Regionale Ligure per la Tutela dei Diritti delle Persone Handicappate, alle parole di Giuliana Pupazzoni, direttore dell’Ufficio Scolastico della Liguria, secondo la quale in tale Regione «non esisterebbero problemi nella scuola».
In una nota, infatti, di Giacomo Piombo, segretario della Consulta, si intende innanzitutto sottolineare come «le famiglie, gli insegnanti e i dirigenti scolastici ci informino quotidianamente che nelle scuole di ogni ordine e grado ci sono invece problemi enormi, sia in generale che nello specifico degli alunni con disabilità».
«Parliamo di classi – scrive Piombo – che superano le 30-35 unità, con più alunni disabili; di insegnamento per il sostegno concesso con il contagocce, con molte persone che resteranno senza ore. Ed è concreto anche il rischio che le insegnanti di sostegno debbano sostituire le insegnanti di classe quando queste saranno assenti».
Di fronte a tutto ciò, dunque, la Consulta Regionale – insieme a quelle della Provincia e del Comune di Genova – ha scritto direttamente alla stessa dirigente Pupazzoni, chiedendo che venga «rispettato il rapporto minimo di un insegnante di sostegno ogni 2 alunni disabili, rapporto che deve essere mantenuto e incentivato a partire dalle esigenze dell’alunno»; che «il numero massimo sia quello di 20 alunni per classe, in presenza di un alunno con disabilità, come previsto dalle leggi»; che «l’insegnante di sostegno venga utilizzato attentamente, senza distoglierlo dal suo compito all’interno della classe, né impiegandolo in sostituzioni o supplenze in altre classi»; che «vengano urgentemente convocati i GLH (Gruppi Lavoro Handicap) nelle scuole, come previsto dalla Legge 104/92 (articolo 15), al fine di essere messi a conoscenza di quanto sta accadendo».
Si tratta, secondo le Consulte liguri, di punti fondamentali «per l’avvio di un proficuo lavoro di integrazione», rispetto ai quali, in mancanza di risposte positive, verranno intraprese «tutte le iniziative possibili, fino all’organizzazione di azioni legali di massa presso il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR), oltre a proteste e cortei». (S.B.)