Abbiamo già pubblicato un racconto di viaggio di Carla Castagna. Era stata in Giordania insieme a Walter Cagno (anche di quest’ultimo abbiamo pubblicato i racconti di viaggio). Continuiamo dunque ad aggiornare i nostri Lettori sulle “avventure” di Carla, che questa volta ci racconta di una sua esperienza a Pechino. Non lo inseriamo a pieno titolo nella serie di racconti di “viaggi avventura”, non essendo questa esperienza “estrema” nel senso in cui abbiamo presentato le altre (si veda ad esempio la testimonianza di Giampiero Griffo a Machu Picchu). Ma si tratta pur sempre di un bel viaggio in una terra lontana, vissuto da una persona in carrozzina che, pur essendosi aggregata a un gruppo, si è poi mossa per lo più da sola. È insomma per noi un’altra importante testimonianza dell’intraprendenza di una persona con una limitata mobilità. «È stato un po’ di tempo fa, era il 2008», ci dice Carla.
Come sei finita a Pechino quella volta?
«Mi sono aggregata a un viaggio organizzato dal CIP (Comitato Italiano Paralimpico). L’allora presidente Tiziana Nasi aveva organizzato un viaggio di gruppo aperto a chi voleva aggregarsi per andare a vedere le Paralimpiadi.
Se devo dire la verità, non era stato quello il vero motivo della mia decisione di aggiungermi alla lista degli interessati. In realtà volevo approfittare dell’occasione per seguire sì i Giochi, ma anche e soprattutto per vedere la grande città».
Com’è andata? Gli spostamenti sono facili a Pechino per chi è in carrozzina?
«Ci sono i taxi. Mi sono mossa praticamente sempre in taxi. Perché la metropolitana, invece, purtroppo è inaccessibile. Ovviamente questo comporta una differenza di costi. Per cui, in quanto disabile, ho dovuto spendere molto di più nei trasporti di quanto spende una persona che riesce a usufruire della metropolitana. Inoltre, un problema dei taxi è trovarli. Perché se all’uscita dagli alberghi ne passano in continuazione, nelle zone dei templi o in altri siti turistici interessanti non ne passavano mai. Ho atteso anche intere ore. Dico sul serio. È stato molto stancante. Ho saputo solo all’ultimo momento che altri viaggiatori del gruppo del CIP si erano organizzati affittando un pulmino attrezzato con tanto di guida. L’avessi saputo prima mi sarei aggregata fin dall’inizio, invece così l’ho fatto solo alla fine dell’avventura. E fino ad allora mi sono mossa sempre da sola, con tutte le complicazioni dei taxi che dicevo prima. Chiaro che il pulmino, essendo noleggiato, resta sempre a disposizione e non occorre attenderlo per ore!».
Quanto tempo è durato il vostro viaggio?
«Siamo rimasti una decina di giorni, poco meno».
Cosa ti è rimasto impresso di Pechino?
«Alcuni templi, soprattutto. Sono di una bellezza indescrivibile a parole. Emozionanti. Bisogna anche dire che purtroppo molte cose antiche a Pechino sono state distrutte perché ogni potere nuovo ha abbattutto quanto edificato dal precedente. Per ultimo, il maoismo ha distrutto molto di quanto costruito durante il Vecchio Impero. Così, almeno io, mentre andavo in giro pensavo un po’ anche a tutto quello che c’era, ma di cui non vi è più traccia».
Hai visto anche qualcos’altro di particolarmente affascinante?
«Le tombe della dinastia Ming. Sono solo in parte accessibili e mi sono anche fatta un po’ aiutare. Ma anche da fuori sono uno spettacolo indimenticabile».
Hai visitato la Città Proibita?
«Non è stato facile perché è piuttosto inaccessibile. Ne ho attraversata una parte, quella in cui è stato predisposto un percorso accessibile. E ho visto i vari templi, del Buddah, del Sole, e i parchi in mezzo ai templi sono bellissimi. Mi sono piaciuti moltissimo».
E la Grande Muraglia?
«La Grande Muraglia credevo fosse inaccessibile. Ci sono scale dappertutto. Invece, per fortuna, qualcuno mi aveva detto dell’esistenza anche di una parte di percorso accessibile, con tanto di scivoli e di pedana elevatrice. Però bisogna saperlo e sapere dove si trova il punto d’accesso».
Delle Paralimpiadi, infine, cosa ci dici?
«Ho assistito a diverse gare. Mi è rimasta impressa la cerimonia di inaugurazione, molto complessa e di grande impatto visivo».