Servizi accessibili e inclusivi nel territorio della Basilicata e non solo

«Sono tantissime le famiglie e i giovani – scrive Elisabetta Piselli – che si ritrovano alle prese con la prenotazione di una vacanza magari non perfetta, ma almeno accessibile: questo filtro iniziale nella ricerca ancora oggi limita a troppe persone una scelta vera, che viene obbligatoriamente barattata con un “vado dove posso…”. Ecco perché sono degni di nota progetti come “Open City”, piattaforma che nasce per creare una rete di servizi accessibili e inclusivi in Basilicata e non solo, diventando anche il luogo di incontro tra domanda e offerta occupazionale nel sistema del turismo sociale»

Giovane in carrozzina guarda il mare da uno stabilimento balneare accessibileIl turismo accessibile è da anni un grande tema, non sempre però trattato nella sua complessità e nella sua interezza. Bisogna quindi partire dal concetto di accessibilità, troppo spesso legata alle persone con disabilità motoria. L’inclusione turistica dovrebbe invece tenere conto delle esigenze di tutti e tutte, anche se può sembrare un’utopia.
Con l’avvicinarsi dell’estate sono tantissime le famiglie e i giovani che si ritrovano alle prese con la prenotazione della vacanza magari non perfetta, ma almeno accessibile: questo filtro iniziale nella ricerca ancora oggi limita a troppe persone una scelta vera, che viene obbligatoriamente barattata con un «vado dove posso…». Ecco perché progetti come Open City meritano di essere segnalati.
Si tratta di una piattaforma che nasce con la volontà di creare una rete di servizi accessibili e inclusivi nel territorio della Basilicata, ma non solo. Vuole infatti diventare anche il luogo di incontro tra domanda e offerta occupazionale nel sistema del turismo sociale.

L’idea nasce qualche anno fa, grazie al Consorzio di Cooperative Sociali La Città Essenziale, che include ventitré Cooperative (tra Matera e la Puglia), le quali mettono in atto servizi di welfare dedicati a persone con disabilità e anziani. Consapevole delle bellezze territoriali e con il desiderio di renderle accessibili, il Consorzio lavora anche in àmbito turistico al fine di creare inserimento lavorativo delle persone più fragili.

Lo scorso anno il Lido di Bernalda (Matera) è diventato accessibile sia come struttura, sia sotto l’aspetto dell’accoglienza. Il progetto Open City prevede infatti che le strutture ricettive che ne entreranno a far parte seguiranno dei corsi di formazione sull’accoglienza, proprio per andare oltre quel concetto di accessibilità dovuta “per Legge”, e rimettendo la persona al centro.
Giuseppe Pino, presidente del Consorzio La Città Essenziale, racconta con orgoglio il progetto e sottolinea che la prima scadenza importante è stata quella del 28 aprile, quando le strutture che desiderano entrare a far parte del circuito Open City hanno iniziato il percorso formativo che le porterà ad essere incluse tra le strutture presenti sul portale.

La piattaforma (www.opencity.it), che sarà online da metà maggio, è progettata per assicurare che ogni utente, indipendentemente dalle proprie abilità, possa navigare con facilità e ottenere le informazioni desiderate. Attraverso l’uso di marcatori semantici, i contenuti saranno strutturati logicamente per lettori di schermo e altre tecnologie di assistenza. Un contrasto elevato tra testo e sfondo riduce gli ostacoli visivi, mentre la sintesi vocale fornisce un’ulteriore modalità di accesso ai contenuti, garantendo che le informazioni siano fruibili da tutti e tutte.

L’obiettivo di Open City è quello di diventare un brand nazionale, riconoscibile come garanzia di inclusione e accessibilità. Inizia così il suo viaggio alla scoperta dello stivale, partendo dalla meravigliosa e complessa Basilicata.

Il presente contributo è già apparso in “InVisibili”, blog del «Corriere della Sera.it», con il titolo “Parte dalla Basilicata il viaggio inclusivo di Open City” e viene qui ripreso – con minime modifiche dovute al diverso contenitore – per gentile concessione.

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