Sono a dir poco duri, da parte della LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità) – la Federazione che riunisce in Lombardia diciassette associazioni regionali di persone con disabilità e dieci coordinamenti territoriali, in rappresentanza di oltre duecento associazioni e che costituisce la componente regionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – i toni usati in una nota per denunciare «lo smantellamento dell’integrazione scolastica in atto nella nostra Regione, non diversamente che nelle altre Regioni d’Italia».
È infatti un vero e proprio “Cahier de doléances” l’elenco proposto dalla Federazione lombarda, per dar voce all’esasperazione e alle proteste raccolte dalle famiglie degli alunni con disabilità, che essa rappresenta e di cui tutela i diritti. Vale senz’altro la pena riprendere l’intera lista di ciò che secondo la LEDHA “proprio non va”:
«– riduzione drastica delle ore di sostegno: è disponibile per ogni alunno con disabilità, anche in situazione di gravità, mediamente un’ora al giorno, con conseguente invito frequente da parte della scuola alle famiglie di diminuire l’orario di frequenza dei propri figli;
– classi sovraffollate, in violazione della legge che prevede un limite massimo di venti-ventidue allievi in presenza di un alunno con grave disabilità;
– presenza di più allievi con disabilità, anche grave, nella stessa classe;
– utilizzo improprio degli insegnanti di sostegno per supplenze;
– impiego di insegnanti di altre classi “camuffato” da sostegno;
– mancata continuità didattica di insegnanti curricolari e di sostegno;
– mancata collaborazione tra ordini di scuola e carenti o intempestive iniziative di orientamento in vista del passaggio da un ordine all’altro;
– mancata attivazione dei Gruppi di Lavoro di Istituto (GLHI) e di Classe (GLHO) e scarso coinvolgimento delle famiglie nella stesura dei documenti programmatici;
– mancata predisposizione del Progetto Educativo Individualizzato (PEI) nei modi e nei tempi previsti dalla legge, indispensabile per una richiesta tempestiva delle risorse per l’integrazione;
– cronica carenza di insegnanti specializzati anche per il blocco dei corsi di specializzazione;
– scarsa presenza delle figure sanitarie nelle attività di programmazione e verifica delle iniziative rivolte all’integrazione scolastica;
– scarsa formazione sulle tematiche dell’inclusione scolastica dei docenti di classe, del personale addetto all’assistenza di base e dei dirigenti, che dovrebbero essere i principali “garanti” del successo formativo di tutti gli alunni;
– diminuzione – in alcuni casi taglio netto – del servizio di trasporto scolastico da parte degli Enti Locali nelle scuole superiori;
– taglio massiccio delle ore di assistenza educativa nel primo ciclo da parte dei Comuni e rimpallo di competenze tra Comuni e Province per la copertura economica delle ore di assistenza all’autonomia e alla comunicazione nelle scuole superiori;
– indisponibilità di assistenti di base (bidelli) per l’igiene personale e l’accompagnamento degli alunni (in molti casi è richiesta la presenza a scuola dei genitori);
– richiesta da parte di alcuni Enti Locali alle famiglie di compartecipazione alle spese per i servizi di “supporto organizzativo” (trasporti, assistenza educativa)».
Per tutto quanto detto, la LEDHA «attende risposte urgenti dalle Istituzioni (Ministeri, Ufficio Scolastico Regionale ed Enti Locali) e iniziative concrete quali: aumento delle deroghe per gli alunni in situazione di gravità o sulla base delle “effettive esigenze rilevate” e documentate, con nomina di docenti specializzati; sdoppiamento delle classi troppo numerose in presenza di uno/due alunni con disabilità; reintegro delle ore di assistenza educativa e del servizio di trasporto previsti nei Progetti Individualizzati degli alunni con disabilità; formazione iniziale e aggiornamento obbligatorio sulle tematiche dell’integrazione per tutti gli operatori scolastici (insegnanti di classe e di sostegno, dirigenti, assistenti di base) e per tutte le figure educative coinvolte; stesura dei documenti programmati per l’integrazione, nei modi e nei tempi previsti dalla legge, con la collaborazione delle famiglie degli alunni con disabilità; coinvolgimento degli operatori sanitari non solo nelle fasi di individuazione e accertamento della disabilità, ma anche nella redazione e verifica dei documenti programmatici».
«A fronte della difficile situazione sopra descritta – conclude il comunicato della LEDHA – vogliamo sottolineare come la “questione scuola” – se inserita nell’ambito più generale dell’attacco ai diritti delle persone con disabilità che si sta attuando nel nostro Paese attraverso tutti i tagli ai fondi sociali già perpetuati con le ultime Finanziarie e in previsione della prossima Riforma dell’Assistenza che punterà a recuperare risorse agendo sugli assegni di accompagnamento e sulle pensioni di reversibilità, oltre che ai tagli alle deduzioni e detrazioni fiscali – possa risultare paradossalmente marginale, in quanto il vero problema sarà che i bambini e i ragazzi con disabilità non potranno neanche avere l’opportunità di ipotizzare un reale accesso scolastico, a causa dei nuovi problemi in campo assistenziale ed educativo». (S.B.)
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