Rio e il suo regalo di Natale è l’immagine che ha spiegato più di mille parole la Paralimpiade e quanto quest’ultimo evento sia importante. Rio e il suo sorriso quando scarta il pacco sotto l’albero illuminato spazzano via ogni dubbio e mille discussioni su quello che lo sport paralimpico riesce a dare in termine di speranza, divertimento, gioia. La sua è stata la storia di Natale dei sei quotidiani più letti in Gran Bretagna, ma ha un sapore universale.
Rio ha quattro anni. Aveva 14 mesi quando gli fu amputata sopra il ginocchio la gamba destra. A scegliere di fare l’intervento furono i suoi genitori, Trevor e Juliette, dopo che Rio era nato con una rarissima sindrome (uno su un milione), l’aplasia tibiale, con la gamba sviluppata senza tibia, ginocchio e caviglia. Ha sempre usato una protesi rigida, che però non gli permetteva di correre.
«Questa estate ha passato tanto tempo a vedere le Paralimpiadi e i campioni con le “gambe speciali”, come le chiama lui», racconta la mamma. Fra questi vi era è Jonnie Peacock, diciannovenne idolo di casa: prima dello start della finale dei 100 metri T43-44 (gara riservata ad atleti amputati a una o a entrambe le gambe sotto il ginocchio), quelli, per capirsi, dove lui ha vinto con il record del mondo e Oscar Pistorius è finito quarto, c’erano ottantamila persone allo Stadio Olimpico di Londra a urlare il suo nome.
Jonnie ha saputo la storia di Rio e l’ha incontrato. Ha messo in contatto il papà Trevor, che fa l’idraulico, e Juliette, con una clinica che lavora sulle protesi. La Dorset Orthopaedic si è offerta di aiutarli gratuitamente con una gamba da corsa per Rio del valore di circa 4.000 sterline.
E così un Babbo Natale è andato a casa sua con un pacco strano: c’era una lama in fibra di carbonio decorata con il suo personaggio preferito della tv, il pompiere Sam.
«Mi piace molto – ha detto – la mia “gamba speciale”. Ora posso fare un sacco di cose che mai avevo fatto prima». Per Rio il regalo di Natale più bello, come conferma la mamma: «Sì, un sogno che diventa realtà. Dopo che le aveva provate, non smetteva di saltare e correre. Aveva partecipato a piccole gare alla scuola materna e lì avevamo visto quanto gli piaceva correre, pur con le difficoltà delle protesi che aveva prima. Ora non si riesce a fermare. Ama la Paralimpiade e anche se ha solo quattro anni, penso che ci arriverà».
Dato il ritmo di crescita, la protesi dovrà essere cambiata ogni sei-nove mesi e questo comporterà una spesa di circa 2.500 sterline, che i genitori stanno cominciando a raccogliere.
Rio ha visto Jonnie a Londra 2012 e ha avuto voglia di correre. Jonnie ha incontrato Rio e gli ha cambiato la vita. È la Paralimpiade. Il resto, con polemiche che ancora qualcuno alimenta, sono parole. Quasi sempre vuote.