“Pensiero Imprudente”: sono la “E”, ovvero il dilemma tra uguaglianza o diversità

«Sono la lettera “E” – scrive Claudio Imprudente nella sua rubrica “Pensiero Imprudente” – e rispetto alla lettera “O” ho un ruolo diverso: io collego, unisco, sommo, mescolo… non divido in categorie, ma includo! Sarebbe bello che questo concetto fosse ben radicato a livello sociale, politico e culturale. Ha sicuramente un impatto e un risvolto diverso parlare di bianco e nero, ricchi e poveri… uguali e diversi, anziché di bianco o nero, ricchi o poveri, uguali o diversi e via dicendo!»

Lettera E: disegnoCiao a tutte e tutti! Mi chiamo E, e senza nemmeno rendermene conto mi sono già presentata a voi lettori e lettrici!
Sono la seconda vocale dell’alfabeto! I miei usi possono essere molteplici nella lingua italiana. Dipende se mi trovi all’interno di una frase, alla fine di una parola per indicarne il genere, il numero  (singolare o plurale), oppure se dopo la punteggiatura divento maiuscola, o ancora se ho quello strano ciuffo chiamato “accento”. Così potremmo andare avanti all’infinito.
Però vorrei soffermarmi su una delle mie funzioni più importanti: come ben sapete, posso essere una congiunzione, e un giorno, guardando la TV, ho visto una pubblicità che ha detto sul mio conto delle cose davvero interessanti.
Parlo della recente campagna pubblicitaria istituzionale dell’impresa di energia Eni S.p.A (in origine acronimo di Ente Nazionale Idrocarburi), “E”: così nasce l’energia, in onda su tutte le emittenti televisive italiane dallo scorso 24 dicembre.

A prescindere dall’obiettivo che la nota azienda multinazionale si pone, la pubblicità in questione fa le seguenti considerazioni: «Eppure con una semplice “E” le cose cambiano / Una “E” unisce/ Parla a me “E” a te».
Ecco che si parla di me in un’ottica un po’ differente: in una prospettiva di cambiamento culturale, di unione, e perché no, di inclusione.
Qui mi si contrappone alla “O”, e in generale, infatti si parla spesso di buoni o cattivi, di giusto o sbagliato, bianco o nero, tutto o niente, ricchi o poveri e così via dicendo…
Abbiamo, senza sminuire l’operato della mia cara collega, ruoli diversi: in questo caso specifico la “O” ha un valore disgiuntivo, vale a dire introduce un’alternativa tra due parole, concetti o frasi, a volte escludendo uno dei due.
Come “O” mantengo con fierezza la mia natura di congiunzione, ma con un’altra sfumatura: io collego, unisco, sommo, mescolo… non divido in categorie, ma includo!
Sarebbe bello che questo concetto fosse ben radicato a livello sociale, politico e culturale. Ha sicuramente un impatto e un risvolto diverso parlare di bianco e nero, ricchi e poveri… uguali e diversi!

Claudio Imprudente

Claudio Imprudente, che cura per «Superando.it» la rubrica “Pensiero Imprudente”

Ci risiamo! L’eterno dilemma tra uguaglianza o diversità. Pensate che ne ho sentito parlare persino in una fiaba, quella di Re 33 e i suoi 33 bottoni d’oro (pubblicata dalla casa editrice la meridiana), attraverso i concetti di giustizia, democrazia e libertà, e dallo stesso autore che l’ha creata, in numerosi suoi incontri, laboratori e giochi dedicati a bambini, ragazzi, insegnanti, e non solo!
In entrambi i contesti, che sia quello fiabesco e/o puramente formativo, affermare che non siamo uguali “O” diversi, bensì uguali “E” diversi, aiuta a soffermarci sia sulla nostra identità – siamo uguali in quanto persone, essere umani – sia sulla nostra unicità. “E” siamo diversi poiché abbiamo caratteristiche, peculiarità e predisposizioni differenti.
Quindi, io sono E, non voglio un mondo di “categorie”, ma un mondo inclusivo, pieno di autenticità.
Ora non mi resta che salutarvi. Ciao a tutte “E” a tutti!
Scrivete a claudio@accaparlante.it oppure sulle mie pagine Facebook e Instagram.

Pensiero Imprudente
Dallo scorso mese di dicembre Claudio Imprudente è divenuto una “firma” costante del nostro giornale, con questa sua rubrica che abbiamo concordato assieme di chiamare Pensiero Imprudente, grazie alla quale ha già incominciato a impreziosire le nostre pagine, condividendo con Lettori e Lettrici il proprio sguardo sull’attualità.
Persona già assai nota a chi si occupa di disabilità e di tutto quanto ruota attorno a tale tema, Claudio Imprudente è giornalista, scrittore ed educatore, presidente onorario del CDH di Bologna (Centro Documentazione Handicap) e tra i fondatori della Comunità di Famiglie per l’Accoglienza Maranà-tha. All’interno del CDH ha ideato, insieme a un’équipe di educatori e formatori specializzati, il Progetto Calamaio, che da tantissimi anni propone percorsi formativi sulla diversità e l’handicap al mondo della scuola e del lavoro. Attraverso di esso ha realizzato, dal 1986 a oggi, più di diecimila incontri con gli studenti e le studentesse delle scuole italiane. In qualità di formatore, poi, è stato invitato a numerosi convegni e ha partecipato a trasmissioni televisive e radiofoniche.
Già direttore di una testata “storica” come «Hp-Accaparlante», ha pubblicato libri per adulti e ragazzi, dalle fiabe ai saggi, tra cui Una vita imprudente. Percorsi di un diversabile in un contesto di fiducia e il più recente Da geranio a educatore. Frammenti di un percorso possibile, entrambi editi da Erickson. Ha collaborato e collabora con varie riviste e testate, come il «Messaggero di Sant’Antonio», per cui cura da anni la rubrica “DiversaMente”. Il 18 Maggio 2011 è stato insignito della laurea ad honorem dall’Università di Bologna, in Formazione e Cooperazione.

Nella colonnina qui a fianco (Articoli correlati), i contributi che abbiamo finora pubblicato, nell’àmbito di Pensiero Imprudente.

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