Andare in barca produce benessere (e la nautica accessibile si diffonde)

Andare in barca produce benessere, in mare e fuori e la nautica accessibile è sempre più diffusa in diverse località del nostro Paese. Qui parliamo di quello che succede a Chiavari, in Liguria, presso la locale Sezione della Lega Navale Italiana, con le “HANSA 303”, barche per persone con disabilità a due posti che permettono di regatare a persone in carrozzina e non

Barche "Hansa 303" in navigazione di fronte a Chiavari

Barche “Hansa 303” in navigazione di fronte a Chiavari

Ricordo le uscite in barca al largo di Bovalino in Calabria. Piccole barche, prevalentemente gozzi fuoribordo. Si andava a pesca e io non ero neppure bravo. Oppure a fare un giro. Predominavano il silenzio e la sensazione di lontananza spaventosa e affascinante. Condita dal timore sfidante della consapevolezza dell’abisso sotto di me.
Da persona disabile non sono più andato in barca: difficile. Ma la nautica accessibile è sempre più diffusa e qui parlo di quello che succede a Chiavari (Genova) e di come accedervi. Attraverso le voci di una studiosa, una fuoriclasse della comunicazione e un genio del mare. E l’attività non si svolge solo a Chiavari.
A Chiavari ci sono le HANSA 303, barche per persone con disabilità a due posti. Non si trovano solo lì. Permettono di regatare a persone in carrozzina e non, e l’amica Elisa Vavassori, project specialist, disability manager and communication specialist presso Cisco, racconta che hanno creato appositamente per lei un’imbragatura speciale che sorregge collo e testa per essere calata in barca in sicurezza grazie al sollevatore a disposizione della Lega Navale.
L’esempio insegna che alle volte basta mettere insieme quello che c’è con buona volontà, creatività e arguzia per favorire la partecipazione alla vita. L’inclusione si fa anche così.

Racconta Elisa: «Ha anche creato per me un seggiolino che, posizionato in barca, mi permette di essere dritta e di non cadere sul lato. Grazie a lui qualsiasi soluzione può essere trovata in base al tipo di difficoltà della persona».
Ora, o Elisa parla per eccesso di euforia o tale lui, Umberto, è una specie di Padreterno. Né l’una né l’altra. Umberto Verna è un sessantaquattrenne impegnato nella formazione nautica, istruttore di vela professionista, specializzato sui temi della sicurezza a bordo e titolare della Safety World di Lavagna, che da sempre ha navigato con persone con disabilità e ha ideato e partecipato a progetti di inclusione sociale. È anche istruttore e allenatore di vela paralimpica e con tale curriculum si capisce perché è riuscito a mettere in piedi questo progetto di nautica accessibile.

Come nasce il progetto e come funziona?
«Il progetto a cui ha aderito Eleonora Ferroni [che parlerà di seguito, N.d.R.] è nato nel 2016 a Chiavari presso la sezione della Lega Navale Italiana dove ho fatto nascere il Polo Vela e Voga per Tutti. Grazie alle barche a vela Hansa 303 e a remi Happy è stato possibile offrire, piano piano ma costantemente per tutto l’anno, l’opportunità di avvicinarsi alla vela e alla voga».

Difficoltà incontrate?
«A parte gli spazi e le aree accessibili sia a terra che in acqua, la difficoltà maggiore è garantire la costanza dell’offerta. Per dare continuità servono persone capaci e attente ai rapporti umani. E poi servono fondi, pochi ma duraturi».

Metodo di sopravvivenza?
«Abbiamo iniziato con la Banca del Tempo: ogni socio ha dato il suo tempo. Però siamo arrivati a cinque anni di attività solo grazie ad un progetto regionale che si chiuderà a fine settembre. Ogni tanto avviamo una raccolta fondi a tematica. In questo momento è attiva quella per sostenere la trasferta di Eleonora agli europei in Spagna e ai mondiali in Portogallo».

Il vostro obiettivo?
«A parte gli obiettivi condivisi con gli utenti di mese in mese, l’obiettivo cui personalmente miro è creare nella marina di Chiavari una struttura più adatta e accogliente. E poter contribuire così, a fianco alle altre Associazioni, a sensibilizzare la popolazione sulle potenzialità che abbiamo per creare nuove opportunità non solo per persone con disabilità, ma per tutti, anziani e giovanissimi insieme».

Riscontri ottenuti?
«Il più grande è la gratitudine che riceviamo non solo da chi partecipa, ma anche da familiari e amici cui offro la possibilità di partecipare direttamente ai progetti. Quest’anno ho fatto navigare insieme un padre col figlio con disturbo dello spettro autistico, due fratelli di cui uno con sindrome di Down e un marito con la moglie con atrofia muscolare spinale».

E ora tocca a Eleonora Ferroni, la prima e unica donna convocata dal tecnico federale della Federazione Italiana Vela a partecipare agli allenamenti nazionali della classe velica paralimpica Hansa 303. Ma che ci fa una fisica nucleare in barca?
Eleonora si presenta: «Sono velista e atleta del Polo Vela e Voga per tutti della Lega Navale Italiana di Chiavari & Lavagna. Mi divido tra il lavoro presso l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Genova, la mia attività agonistica sulle Hansa 303 e l’attività sociale».

Come hai conosciuto l’organizzazione?
«Nell’estate del 2017, grazie a un open-day organizzato dalla Lega Navale Italiana di Chiavari & Lavagna, ho scoperto l’Hansa 303 e la vela. Su questa imbarcazione, a fianco del mio allenatore Umberto, ho provato le prime uscite, scoprendo e vivendo il mare da un’altra prospettiva e provando un altro tipo di libertà. L’anno successivo inizia la mia attività agonistica, prima in doppio e poi in singolo. Attualmente mi divido tra lavoro, attività agonistica e attività sociale, partecipando ai progetti sociali organizzati dalla Lega Navale Italiana e accompagnando tutti coloro che vogliono provare l’esperienza della vela».

Difficoltà e vantaggi dell’esperienza?
«Sono diverse anche a seconda dell’attività che svolgo. Per la parte agonistica, non essendo una professionista, devo dividere il tempo a disposizione anche con il mio lavoro. Ci vuole un grande impegno per combinare professione e allenamenti e uscite. Inoltre le spese di ogni trasferta per me sono importanti: la mia disabilità mi costringe ad avere un accompagnatore che mi aiuta nelle faccende quotidiane e che non sempre può essere un familiare. Soddisfazioni e risultati ottenuti mi portano a superare queste difficoltà. Nella parte sociale l’incontro con persone e problematiche diverse mi costringe ad adattare il mio modo di approcciarmi agli altri».

La vela ti ha aiutato nel sociale?
«I progetti sociali organizzati dalla Lega Navale Italiana di Chiavari & Lavagna per il Terzo Settore mi hanno permesso di scoprire mondi diversi: non sempre è facile, ma i riscontri entusiastici e positivi degli utenti e i numeri in costante aumento danno la spinta, non solo a me ma anche ad Umberto e a tutti i volontari che ci aiutano, a continuare con queste attività e a permettere a un numero sempre maggiore di persone di vivere il mare dal mare e di provare nuove sensazioni di libertà che questa attività offre».

Andare in barca produce benessere, in mare e fuori. Chi volesse provare le Hansa a Chiavari può scrivere una mail a chiavari@leganavale.it. Verrà girata la richiesta a Umberto Verna (e chi, sennò?) che contatterà gli interessati. Molte Sezioni della Lega Navale Italiana hanno Hansa e con un po’ di pazienza si può chiedere loro, anche se resta valido chiedere informazioni all’indirizzo e-mail segnalato.
Le news sulla Sezione di Chiavari & Lavagna della Lega Navale Italiana si trovano a questo link. E, per gli amanti dei social, ci sono anche Facebook e Instagram.

Direttore responsabile di «Superando.it». Il presente servizio è già apparso in “InVisibili”, blog del «Corriere della Sera.it», con il titolo “Navigare accessibile, il progetto di Chiavari con le istruzioni per l’uso”, e viene qui ripreso, con minimi riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.

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