Come inizierà questo anno scolastico per alunni e alunne con disabilità?

«Ci auguriamo che gli alunni e gli studenti con disabilità possano iniziare le lezioni in condizioni di parità con i coetanei, senza ritardi e senza incertezze»: lo dicono dalla Federazione lombarda LEDHA, in questi giorni di avvio del nuovo anno scolastico. «E tuttavia – sottolinea la legale Laura Abet, coordinatrice del Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi della LEDHA – l’esperienza degli anni scorsi e le prime segnalazioni ricevute ci fanno temere che ancora una volta molte alunne e alunni con disabilità vivranno una condizione di svantaggio e discriminazione rispetto ai compagni»

Bimba con disabilità motoria a scuola«Ci auguriamo che anche i circa 50.000 alunni/alunne e studenti/studentesse con disabilità della nostra Regione possano iniziare le lezioni in condizioni di parità con i loro coetanei, senza ritardi e senza incertezze»: lo dicono dalla LEDHA, la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità che costituisce la componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), alla vigilia dell’avvio del nuovo anno scolastico anche in Lombardia. «E tuttavia – sottolinea la legale Laura Abet, coordinatrice del Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi della LEDHA – la nostra esperienza degli anni passati e le prime segnalazioni ricevute a fine luglio dal nostro Centro ci fanno temere che, ancora una volta, molte alunne e alunni con disabilità si troveranno in una condizione di svantaggio e discriminazione rispetto ai loro compagni».

«Una delle principali difficoltà con cui le famiglie devono fare i conti ogni anno – argomentano dalla LEDHA – è il ritardo nell’assegnazione degli insegnanti di sostegno, che spesso avviene ad anno scolastico già iniziato e con supplenze temporanee, a causa della mancanza di figure qualificate. Durante l’anno scolastico 2021-2022, ad esempio, erano oltre 70.000 i supplenti senza specializzazione a livello nazionale. Quello che succede in alcuni casi è che a un solo insegnante di sostegno vengano assegnati due o più minori con disabilità».
«Anche per quanto riguarda l’assistenza educativa – proseguono dalla Federazione lombarda – può succedere che l’assistente all’autonomia e alla comunicazione, figura fondamentale per garantire la frequenza scolastica degli alunni con disabilità, venga assegnato in ritardo, con un numero di ore insufficiente rispetto a quelle stabilite nel PEI (Piano Educativo Individualizzato) o che debba farsi carico di più minori all’interno dello stesso plesso».
«La carenza di queste figure professionali – rileva Abet – fa crescere il rischio che i bambini e i ragazzi con disabilità vengano portati fuori dalle loro classi per “facilitarne” la gestione da parte del personale dedicato. Si tratta però di situazioni che non rappresentano semplicemente un disagio, ma che espongono bambini e ragazzi con disabilità a una discriminazione sanzionabile ai sensi della Legge 67/06, che vieta ogni forma di discriminazione basata sulla disabilità. Occorre inoltre ricordare che nessun problema di carattere gestionale, economico o politico può giustificare la mancata attivazione dei servizi necessari o il mancato riconoscimento di diritti fondamentali, come quello allo studio».

«Lo strumento fondamentale per garantire che vengano rispettati i diritti degli alunni e degli studenti con disabilità – ricordano dalla LEDHA – è il PEI, che deve essere redatto di anno in anno sulla base delle effettive esigenze e dei bisogni dell’alunno e dell’alunna con disabilità. Nel PEI, infatti, sono indicate le risorse necessarie sulla base delle specifiche esigenze del singolo e non, ad esempio, in base alle risorse disponibili o ad automatismi basati sulla tipologia e la gravità di disabilità.
«Una volta che nel PEI è stato indicato il numero di ore di sostegno e/o di assistenza educativa necessaria – sottolinea Giovanni Barin, referente del Gruppo LEDHA Scuola – le amministrazioni competenti non hanno alcuna discrezionalità e, pertanto, devono garantire le risorse così come stabilite nel documento. In altre parole, assegnare a un alunno o studente con disabilità un numero di ore di sostegno o di assistenza inferiore rispetto a quelle quantificate nel PEI costituisce la violazione di un diritto fondamentale e quindi una discriminazione indiretta sanzionabile ai sensi della Legge 67/06».

«Qualora i genitori riscontrassero delle difformità tra quanto indicato nel PEI e la quotidianità della vita scolastica dei loro figli – ricordano in conclusione dalla LEDHA – possono contattare via e-mail il nostro Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi (antidiscriminazione@ledha.it), che mette gratuitamente a disposizione delle persone con disabilità, dei loro familiari e delle loro organizzazioni uno strumento concreto di difesa legale dei propri diritti». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: ufficiostampa@ledha.it.

Please follow and like us:
Pin Share
Stampa questo articolo