È stato presentato nel corso di una conferenza stampa presso il Comune di Ancona lo spettacolo teatrale Anna dei miracoli, che andrà in scena nella serata del 9 novembre al Teatro delle Muse del capoluogo marchigiano, una produzione de La Pirandelliana per la Fondazione Lega del Filo d’Oro, organizzazione che dall’ormai lontano 1964 è impegnata in favore delle persone sordocieche e con pluriminorazioni psicosensoriali.
All’incontro sono intervenuti, tra gli altri, Anna Maria Bertini, assessora alla Cultura del Comune di Ancona, Patrizia Ceccarani, direttore tecnico scientifico della Fondazione Lega del Filo d’Oro, gli attori dello spettacolo Mascia Musy, Fabrizio Coniglio, Anna Mallamaci e Laura Nardi e la regista Emanuela Giordano. La conferenza stampa ha rappresentato anche l’occasione per annunciare l’importante anniversario della Lega del Filo d’Oro che il prossimo anno celebrerà i sessant’anni anni dalla propria fondazione.
La vicenda al centro di Anna dei miracoli è assai nota: è quella che si ispira alla vera storia della persona sordocieca Helen Keller, che riuscì ad imparare a parlare, leggere, studiare e ad avere una vita autonoma – proprio come Sabina Santilli, fondatrice della Lega del Filo d’Oro – grazie all’intervento dell’insegnante Anne Sullivan. Ed è la stessa vicenda al centro del celebre film The Miracle Worker, diretto nel 1962 da Arthur Penn.
«Non appena ho letto Anna dei miracoli – ha dichiarato la protagonista della rappresentazione, l’attrice Mascia Musy -, ho creduto fortemente in questa storia e ho desiderato interpretarla. Sono felice di realizzarlo insieme alla Lega del Filo d’Oro che da quasi sessant’anni si prende cura in modo straordinario delle persone sordocieche. Ho così a cuore questo spettacolo perché è la storia di un amore grandissimo, forse il più grande. Non ci racconta di un amore fra maschio e femmina, neppure di quello immenso e folle fra Romeo e Giulietta, e neppure di quello genetico e assoluto come quello fra un genitore e un figlio, o come quello fraterno; l’amore di questa storia è quell’amore universale e straordinario di chi si prende cura del più debole semplicemente perché è “diverso” e proprio per questo ha bisogno di aiuto e di amore più di chiunque altro».
«Anna dei miracoli – afferma dal canto suo Rossano Bartoli, presidente della Lega del Filo d’Oro – è una storia vera e racconta in modo emblematico la storia di tutte quelle famiglie che arrivano da noi dopo essersi sentite dire tante volte che non c’era nulla da fare con i loro figli, del loro senso iniziale di sconfitta e di impotenza e di quella fiducia che ripongono nella nostra organizzazione la quale, passo dopo passo, oltre ad assistere i figli, dà un supporto e un metodo anche alle famiglie per gestire e comunicare con i propri ragazzi. Ma non solo, questa opera teatrale, infatti, narra il passaggio alla Lingua dei Segni, un bene immateriale dell’umanità, una rivoluzione linguistica che ha permesso di aprire un dialogo tra chi parla e chi non parla. La Lingua dei Segni, in questo caso tattile, permetterà a Helen di raccontare la sua storia, di apprendere, di esprimere sentimenti e necessità, di crescere e di farsi rispettare». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Alessandra Dinatolo (a.dinatolo@inc-comunicazione.it); Chiara Ambrogini (ambrogini.c@legadelfilodoro.it). Virginia Matteucci (v.matteucci@inc-comunicazione.it).
La Lega del Filo d’Oro
Era il 1964 quando Sabina Santilli, una caparbia e lungimirante donna sordocieca, decise di fondare – assieme a un piccolo gruppo di volontari – un’Associazione che potesse rappresentare il «filo aureo della buona amicizia», per aprire al mondo le persone sordocieche e fare in modo che la società si accorgesse di loro. E questo filo prezioso che unisce il sordocieco con il mondo esterno è il concetto che ha ispirato sia il nome che l’attività della Lega del Filo d’Oro, realtà unica in Italia, che da allora fornisce un servizio altamente qualificato alle persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali.
La mission – di quella che dal 1998 è divenuta una ONLUS – consiste nell’assistenza, nella riabilitazione, nell’educazione e nel reinserimento in famiglia – e in molti casi anche nella società – delle persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali.
La Lega del Filo d’Oro ha da sempre svolto campagne di comunicazione e di sensibilizzazione per diffondere la corretta conoscenza della sordocecità e delle problematiche ad essa correlate presso l’opinione pubblica, i media e le Istituzioni ed è oggi punto di riferimento in Italia per la rappresentanza e l’affermazione dei diritti delle persone sordocieche e delle loro famiglie.
Ad Osimo, in provincia di Ancona, si trova la Sede Nazionale, al cui interno vi sono il Centro Diagnostico, che formula una valutazione globale ed effettua interventi precoci per bambini al di sotto dei 4 anni, i Servizi Educativo-Riabilitativi, il Settore Medico, il Centro di Ricerca e il Centro di Documentazione.
Con circa 600 dipendenti, più di 650 volontari e circa 500.000 sostenitori, la ONLUS è presente oggi in Italia in 8 Regioni con 5 Centri Residenziali, a Osimo, Lesmo (Monza Brianza), Modena, Molfetta (Bari) e Termini Imerese (Palermo) e 5 Sedi Territoriali a Padova, Roma, Napoli e, più recentemente, a Novara e a Pisa.
L’Associazione può contare su un team completo di professionisti, composto da una parte da operatori educativo riabilitativi, fisioterapisti, psicologi e assistenti sociali, dall’altra da medici specializzati, come neurologi, ortopedici, oculisti, pediatri, genetisti, dentisti, logopedisti e fisiatri, oltre a tutto il personale amministrativo e dei servizi generali.
Per ogni ospite della Lega del Filo d’Oro viene elaborata una terapia riabilitativa personalizzata e sistemi adeguati di comunicazione, per permettergli di stabilire relazioni col mondo e recuperare, quanto più possibile, una dimensione fatta di dignità e autonomia.
Le attività svolte vengono attualmente finanziate solo in parte da fondi pubblici, mentre circa il 65% delle entrate arrivano grazie alle risorse donate da privati. La Lega ha anche fondato un proprio Centro di Ricerca e collabora in Italia con numerosi istituti universitari, così come, a livello internazionale, con altri enti e organizzazioni che perseguono i medesimi obiettivi. (S.B.)