Bene quel contratto nazionale, ma per le case famiglia crescono le difficoltà

«Il nuovo contratto nazionale dei lavoratori e delle lavoratrici delle cooperative del settore socio-sanitario assistenziale, educativo e di inserimento lavorativo è una bella notizia, che però genera nuove difficoltà per le nostre case famiglia, già a rischio di chiusura per l’insostenibilità dei costi da affrontare per la cura di persone con disabilità, minori e donne in difficoltà»: lo dicono da Casa al Plurale, Associazione di coordinamento delle case famiglia di Roma e del Lazio, che da anni denuncia il mancato adeguamento delle tariffe da parte dell’Ente Pubblico

Casa famiglia del Lazio

Una persona con disabilità insieme a un’operatrice in una casa famiglia del Lazio

«Il nuovo contratto nazionale che migliora le condizioni salariali dei lavoratori e delle lavoratrici delle cooperative del settore socio-sanitario assistenziale, educativo e di inserimento lavorativo è certamente una bella notizia, ma tuttavia essa genera purtroppo timori e nuove difficoltà per le case famiglia di Roma e del Lazio, già a rischio di chiusura per l’insostenibilità dei costi da affrontare ogni giorno per la cura di persone con disabilità, minori e donne in difficoltà»: lo dicono da Casa al Plurale, l’Associazione di coordinamento delle case famiglia di Roma e del Lazio, che ormai da anni, anche sulle nostre pagine, solleva con forza la questione dei costi divenuti ormai insostenibili, a causa del mancato adeguamento delle tariffe da parte dell’Ente Pubblico.

«L’approvazione attesa da tempo del nuovo contratto – sottolinea a tal proposito Luigi Vittorio Berliri, presidente di Casa al Plurale – porta, finalmente, ai lavoratori un aumento salariale che riconosce l’aumento del costo della vita e la professionalità di tanti operatori sociali. Se da un lato, dunque, plaudiamo a questa bella notizia, non possiamo non preoccuparci moltissimo, chiedendoci: con quali soldi pagheremo il loro lavoro, se fino ad oggi erano già totalmente insufficienti le risorse stanziate dal Comune di Roma».
Casa al Plurale, infatti, ha ricalcolato che tale rinnovo contrattuale determinerà un aumento dei costi pari a +13,41%. E del resto l’Associazione i “conti”, come accennato, li ha resi pubblici da tempo e ogni mese provvede ad adeguarli nel proprio sito al costo della vita e alle norme di legge. In particolare si tratta di dati consultabili e scaricabili nell’ultimo report Quanto costa una casa famiglia?, aggiornato ad oggi, tenendo conto appunto dei costi previsti dal nuovo contratto nazionale.

«Senza l’adeguamento delle tariffe – conclude Berliri -, prima o poi queste case famiglia per persone con disabilità, minori e donne in difficoltà saranno costrette a chiudere e alcune hanno già deliberato di farlo. Lancio perciò l’ennesimo appello al Sindaco di Roma: “Caro Sindaco, più di due anni fa ci facesti una promessa, noi contiamo su una risposta concreta e a brevissimo!”». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Ufficio Stampa Casa al Plurale (Carmela Cioffi), carmelacioffi@gmail.com.

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