Alunni con disabilità: costruire quella banca dati nel miglior modo possibile

Come riferito dal Ministero dell’Istruzione, i dati singoli sugli allievi con disabilità e sui PEI (Piani Educativi Individualizzati) verranno presto raccolti dal Ministero stesso. «Tutti ci auguriamo – scrive Carlo Hanau – che il nuovo Osservatorio per l’Inclusione Scolastica sia in grado di pilotare al meglio la costruzione di quella banca dati, perché questa grande innovazione possa esprimere tutte le sue potenzialità, ai fini di razionalizzare questo caotico settore, dove si impiegano più risorse umane e materiali di qualunque altro Paese, ma manca la verifica dei risultati»

Un laboratorio scolastico cui partecipa un alunno con disabilitàSi invoca da più parti la programmazione della politica scolastica per l’inclusione, alla base della quale deve stare la conoscenza dei numeri dei bisogni, dell’efficacia e dell’efficienza. Ebbene, vi è ora un’importante realizzazione proposta dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, che può dare tali risposte: i dati singoli sugli allievi con disabilità e sui PEI (Piani Educativi Individualizzati), presi uno per uno, saranno infatti presto raccolti dal Ministero stesso.

È dai tempi in cui ero presente come tecnico nominato dal ministro dell’Istruzione Berlinguer nell’Osservatorio sull’Integrazione Scolastica, che chiedevo questa innovazione e sono molto contento di avere vissuto abbastanza per vederne l’attuazione.
Questa sarà la banca dati dalla quale attingere i numeri della disabilità, che finora mancava in Italia. Come dimostra l’esperienza sull’autismo dei CDC di Atlanta (USA) [Centers for Disease Control and Prevention, ovvero “Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie”, N.d.R.], l’impegno della scuola accanto a quello della sanità fa la differenza per trovare i numeri reali dell’autismo e di altre condizioni di disabilità che spesso si tende a nascondere. Nel 2010, va ricordato a tal proposito, si era raggiunto il livello dell’1,5% dei casi di disturbi dello spettro autistico su tutti i bambini di 8 anni, che era dello 0,7 nel 2000, e poi si è stabilizzato nel 2012 sempre intorno all’1,5%.
Da noi in futuro sarà poi sufficiente travasare questi dati riferiti all’età scolare nella banca dati sanitaria per tutte le età, via via che le coorti di età usciranno dalla scuola, per avere i dati di tutte le età.

Nel nuovo Osservatorio Permanente per l’Inclusione Scolastica costituito a fine anno, non c’è più il nostro gruppo degli esperti nominati dal Ministro, che non prendevano alcun compenso per la loro funzione, ma che erano forse troppo liberi di esprimere il loro parere, come dimostra il fatto che il Ministro precedente ci ha convocati molto raramente e mai prima di prendere provvedimenti importanti.
Restano nel nuovo Osservatorio i Funzionari del Ministero stesso e i Presidenti delle nostre Associazioni, ai quali si aggiungono i Presidenti delle Società Scientifiche dei Pedagogisti, dei Medici e Neuropsichiatri dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
Tutti ci auguriamo che il nuovo Osservatorio sia in grado di pilotare la costruzione della banca dati nel migliore dei modi possibile, perché questa grande innovazione possa esprimere tutte le sue potenzialità, ai fini di programmare gli interventi e razionalizzare questo caotico settore, dove si impiegano più risorse umane e materiali di qualunque altro Paese, ma manca la verifica dei risultati.

Già docente di Programmazione e Organizzazione dei Servizi Sociali e Sanitari nell’Università di Modena e Reggio Emilia e nell’Università di Bologna.

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