Una Sentenza esemplare sui docenti “in deroga”

«Va accolta con grande favore – scrive Gianluca Rapisarda – quella recente Sentenza del TAR Lazio che entrando per la prima volta nel merito di come vengono determinati gli organici dei docenti di sostegno, ha stabilito che il ricorso frequente e indiscriminato a un numero eccessivo di insegnanti “ballerini”, non specializzati né abilitati, lede il sacrosanto diritto degli allievi con disabilità alla continuità didattica»

Disegno di insegnante di sostegno con allievoVa accolta con grande favore la recente Sentenza del TAR Lazio (Tribunale Amministrativo Regionale), prodotta il 7 gennaio scorso, che ha condannato l’Ufficio Scolastico Regionale della Sicilia per il meccanismo con il quale quest’ultimo ha determinato i posti per gli alunni con disabilità relativi agli anni scolastici 2017-2018 e 2018-2019.
La diretta conseguenza di tale provvedimento è stata l’annullamento di tutti gli atti amministrativi collegati alla determinazione degli organici di sostegno nell’Isola, con una probabile stabilizzazione di migliaia di posti.

Si tratta di una Sentenza che avrà senza dubbio ripercussioni anche a livello nazionale, perché per la prima volta i Giudici Amministrativi sono entrati nel merito di come vengono determinati gli organici di sostegno.
In Sicilia, quest’anno, per gli oltre 27.000 alunni con disabilità sono previsti 18.506 insegnanti di sostegno, di cui il 38% coperti da docenti “in deroga”, non specializzati né abilitati, e che, cosa ancora più grave, non appartenendo all’organico di diritto, cambiano ogni anno. Troppi per i Giudici Amministrativi!

In pratica, il TAR Lazio ha stabilito – ed è la prima volta nel nostro Paese – che il ricorso frequente e indiscriminato a un numero eccessivo di insegnanti “ballerini” lede i diritti dei lavoratori, ma soprattutto quello sacrosanto della continuità didattica degli allievi con disabilità.
Una cosa è certa: i vari Uffici Scolastici Regionali non potranno più emettere il “solito” Decreto Direttoriale con cui dispongono un numero crescente di posti “in deroga”, non variando i posti di diritto. Siamo pertanto di fronte a una sentenza realmente esemplare e spartiacque con la quale, d’ora in poi, i nostri Governanti dovranno giocoforza fare i conti, anche in vista dell’imminente preannunciata riforma del sostegno.

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