Marco D’Aniello, campione di nuoto con autismo: la sua storia ora è in un libro

Marco D’Aniello è nato a Taranto 22 anni fa. Nel 2019 ha conquistato il record italiano assoluto nella categoria Juniores 50 metri stile libero ai Campionati Nazionali della FISDIR (Federazione Italiana Sport Paralimpici degli Intellettivo Relazionali). La sua storia speciale di giovane con autismo che diventa un campione dello sport è diventata ora il libro “Il mio tuffo nei sogni”, pubblicato dalla giornalista Rossella Montemurro

Copertina di Rossella Montemurro, "Il mio tuffo nei sogni"Marco D’Aniello è nato a Taranto 22 anni fa. Nel 2019 ha conquistato il record italiano assoluto nella categoria Juniores 50 metri stile libero ai Campionati Nazionali della FISDIR (Federazione Italiana Sport Paralimpici degli Intellettivo Relazionali). La sua storia speciale è ora diventata il libro Il mio tuffo nei sogni, che la giornalista Rossella Montemurro ha curato per Altrimedia Edizioni.

Quella di Marco è una vicenda speciale perché «fin da bambino lui era un po’ pigro sia a parlare che a camminare», ricorda la madre Cinzia, nel libro nato da un’idea di Lorenzo La Porta. «In breve tempo – aggiunge – diventò ogni giorno più scatenato, era impossibile tenerlo tranquillo. Correva velocissimo e si buttava violentemente con le ginocchia per terra, tanto da far tremare il pavimento. Non dormiva mai, giorno e notte era sempre estremamente attivo». E, allo stesso tempo: «acquisiva una forza incredibile: con una semplice spinta riusciva a spostare una persona adulta o alcuni mobili».

Considerati questi aspetti del carattere del bambino, i genitori iniziarono a valutare l’ipotesi di farlo visitare da un neuropsichiatra infantile. Raccontano Cinzia e Roberto: «Solo il nome ci faceva rabbrividire, ma se poteva essere un aiuto per escludere alcune patologie dovevamo provarci».
Così il tempo scorre tra il pellegrinaggio da un medico all’altro. La diagnosi ricorrente era quella del disturbo pervasivo dello sviluppo, l’iperattività. Ricordano ancora i genitori di Marco: «Allora nessuno nominava la parola autismo, tutti i medici consultati si limitavano a prescrivere qualcosa per farlo stare un po’ più calmo, perché, dicevano, il bimbo ha bisogno di dormire». E così poi, aggiungono nel loro racconto affidato a Montemurro, «all’ennesimo consulto, arrivammo a Bari dal dottor Donato Torelli, un medico che per la prima volta ipotizzò una forma di autismo abbastanza grave».

Era il 2000, ventuno anni fa, Marco aveva 3 anni quando ancora non si parlava di autismo come oggi e le prospettive che si ponevano davanti alle persone con autismo erano altamente drammatiche. E tuttavia ai suoi genitori fu riferito che c’erano delle buone possibilità per un miglioramento delle sue condizioni e ricevettero ottimi consigli, per far capire soprattutto al bambino che avrebbe dovuto riconoscere in loro l’autorevolezza genitoriale.

I genitori di Marco sono stati un vero e proprio faro nella sua vita, ma gli episodi di bullismo nei suoi confronti non sono di certo mancati a scuola e nella società. Come ricordano Cinzia e Roberto, «sono stati talmente tanti che sarebbe difficile e troppo doloroso raccontarli tutti e alcuni, più di altri, hanno lasciato il segno».
Discriminazioni subite non soltanto dagli amici e dai compagni di scuola: i genitori, infatti, riferiscono anche del rapporto problematico con un’Associazione locale che era al servizio dei ragazzi bisognosi, ma che, di fatto, aveva infranto il principio più importante del proprio agire, «perché il fratello bisognoso lo avevano accanto e non se ne curavano, anzi cercavano di sbarazzarsene senza pietà».
Così Marco decise di lasciare quell’Associazione, non avendovi trovato il calore auspicato. Anzi, era stato proprio isolato dagli altri ragazzi. Secondo l’Associazione stessa, invece, non c’era niente di vero nei racconti di Marco, il quale voleva soltanto attirare l’attenzione. «Marco ha bisogno non di pietà, ma solo di umanità che evidentemente cercava nel posto sbagliato», replicano Cinzia e Roberto.

Un’umanità che Marco ha trovato da molto tempo nel Gruppo Sportivo Delfino di Taranto. Dopo avere infatti frequentato un semplice corso per imparare a nuotare, i tecnici che lo seguivano videro in lui delle potenzialità e gli proposero di farlo entrare in un gruppo di atleti con disabilità intellettive che negli anni precedenti aveva vantato anche campioni nazionali e mondiali.
Qui il ragazzo incontra anche Simona con cui vive una storia d’amore. E, soprattutto, una vera famiglia sportiva, dove ciascuno può essere libero di esprimersi con le proprie potenzialità.
Allo stesso tempo, arrivano i successi sportivi: le prime medaglie d’oro nel settore promozionale della FISDIR e, in seguito, ai Campionati Assoluti di Fabriano, dal 1° al 3 marzo 2019, Marco stupisce tutti, conquistando un oro e un bronzo, ottenendo la vittoria nei 50 metri stile libero e il terzo posto nei 50 farfalla.

Direttore responsabile di «Superando.it». Responsabile dell’Ufficio Stampa della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).

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