Opinioni

È questa nostra società che va “riabilitata”, non le persone con disabilità!

È questa nostra società che va “riabilitata”, non le persone con disabilità!

«C’è la preoccupazione – scrive Gianluca Rapisarda – che spenti i riflettori sulla Giornata del 3 Dicembre, la disabilità torni ad occupare il solito e desolante ruolo marginale e settoriale. Manca infatti, nel ”sistema Italia”, una visione capace di programmare a medio e lungo termine in favore delle persone con disabilità. Per questo credo che non sia la persona con disabilità, ma la nostra società, a dover essere “riabilitata”, perché disabili non si nasce, ma lo si diventa ogniqualvolta si viene esclusi, emarginati, discriminati nell’esercizio dei propri inalienabili diritti»

La bocciatura di quella Legge Regionale sul neurosviluppo diventi un’occasione

La bocciatura di quella Legge Regionale sul neurosviluppo diventi un’occasione

«Più che una bocciatura, è un’occasione, per la Regione Campania, per strutturare meglio i rapporti e la comunicazione tra Giunta Regionale e Struttura Commissariale e per fare fronte comune con le Associazioni di rappresentanza aderenti alla FISH»: lo scrivono Roberto Speziale e Salvatore Parisi, presidente nazionale e coordinatore regionale per la Campania dell’ANFFAS, commentando la decisione del Consiglio dei Ministri, che ha impugnato la Legge Regionale della Campania sui servizi per persone con disturbi del neurosviluppo, patologie neuropsichiatriche e disturbi dello spettro autistico

La gioia profonda di quei tredici giovani subacquei con disabilità

Il gruppo di DDI Italy nella piscina più profonda del mondo a Montegrotto Terme (Padova)

«Sindrome di Down, paraplegia, disturbi dell’attenzione e dell’apprendimento, amputazioni, disabilità fisiche, sensoriali, mentali, autismo… diversi punti di partenza, differenti piani di lavoro per un obiettivo comune da centrare insieme. La passione unisce, le persone vincono!»: così Serena Tognon di DDI Italy – organizzazione che forma le persone con disabilità alle discipline subacquee – racconta la “gioia profonda” di quei tredici giovani con disabilità che si sono immersi nella piscina più profonda del mondo, a Montegrotto Teme (Padova), struttura il cui motto è proprio “The Deep Joy”

Follereau, profeta degli ultimi

Raoul Follereau (Nevers, 18 agosto 1903-Parigi, 6 dicembre 1977), il "profeta dei malati di lebbra", che nel 1954 istituì la Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra

«Dotato di eccezionale carisma – scrivono dall’Associazione AIFO – Raoul Follereau si è battuto per una società aperta e inclusiva, dove la libertà e la dignità di ciascuno fossero rispettate, dove ogni persona potesse trovare il proprio posto senza ledere i diritti altrui, contro “tutte le lebbre del mondo”». Domani, 6 dicembre, cadrà il 40° anniversario dalla scomparsa di questo grande profeta della seconda metà del Novecento, che nel 1954 volle la Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra, via via rivolta in seguito all’inclusione di tutti gli ultimi

Bene quel fondo per i caregiver, ora definire i criteri

Una madre-caregiver insieme al proprio figlio, persona con grave disabilità

«Finalmente prendersi cura di un proprio caro non è più considerata esclusivamente come una scelta d’amore, un obbligo totalmente a carico del caregiver, ma una corresponsabilità e un dovere anche dello Stato verso un suo cittadino che si trova a vivere condizioni di criticità. Ora vanno definiti i criteri, per stabilire chi avrà diritto e con quali tutele ogni caregiver potrà accedere a quel fondo»: l’Associazione Genitori Tosti in Tutti i Posti commenta con favore la decisione della Commissione Bilancio del Senato di destinare un fondo di 60 milioni in tre anni ai caregiver familiari

L’inclusione scolastica (e sociale) si fa con la partecipazione di tutti

«La rotta comune – scrive Antonio Ferraro – è l’inclusione sociale e scolastica, raggiungibile solo con la partecipazione attiva di tutti. E a livello nazionale, il luogo più adatto, sia per l’elaborazione di analisi e proposte che per monitorare e vigilare l’applicazione delle norme, sembra essere l’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Mettiamoci al lavoro!»

Nuove opportunità per i giovani, ma doppiamente inaccessibili

«La somma dell’inaccessibilità alle persone sorde come il sottoscritto – scrive Raffaele Puzio, riferendosi a un recente convegno tenutosi a Napoli sui giovani del Sud – e di un luogo non fruibile liberamente dalle persone in carrozzina è gravissima, perché ha creato una doppia situazione inaccettabile: da un lato ha impedito a tanti giovani, e non solo, con disabilità di essere partecipi a un incontro importante, dall’altro ne ha letteralmente mortificato le ambizioni di autonomia e indipendenza, trasmettendo messaggi stereotipati»

Più coerenza, please!

«Tanta roba la disabilità in TV – scrive Antonio Giuseppe Malafarina -, su YouTube e dove c’è un dominio a disposizione! Affolliamo i pixel, ma non i posti di lavoro, la scuola come si deve, i negozi d’abbigliamento, le case senza lo stress dei caregiver familiari. Ma di quel 100% di pubblico che al programma televisivo “Tu sí que vales” ha approvato la pizzeria gestita da persone con autismo, quanti poi tornano a casa e rispettano le persone con disabilità ogni giorno? Più coerenza, please!»

Una donna sorda che fa onore all’Italia

Umbria di nascita e trentina di adozione, Vanessa Migliosi, quarantacinquenne donna sorda, ha ricoperto alte cariche nelle organizzazioni dello sport praticato da persone sorde, distinguendosi anche per i suoi studi biologico-molecolari sulla sordità, oltre a impegnarsi ad alto livello nel mondo del volontariato. «Come sarebbe stato lieto e orgoglioso Francesco Rubino – scrive Marco Luè -, al quale Milano ha intestato la “Via Francesco Rubino, ideatore dello Sport per non udenti”, se avesse oggi conosciuto questa signora sorda, tanto acculturata e determinata socialmente»

Perché sarò alla Manifestazione di Roma

Insieme ad altre donne con disabilità, ci sarà anche Nunzia Coppedé, presidente della FISH Calabria (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), alla Manifestazione Nazionale “Non Una di Meno”, in programma il 25 novembre a Roma, nella “Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne”. Questa è la sua testimonianza, in cui scrive tra l’altro: «Credo che sul tema della doppia discriminazione subìta dalle donne con disabilità si debba tenere sempre più alta l’attenzione e che ci sia ancora molto da lavorare»

Rilanciare subito la cultura e soprattutto la prassi dell’inclusione scolastica

«Per oltre quarant’anni – scrive Salvatore Nocera – ci siamo, Associazioni e Amministrazione Scolastica, impegnati a “sfornare” norme sempre più inclusive, confermate e rafforzate dalla Magistratura; ma non ci siamo preoccupati con la stessa solerzia di attivarci perché tali norme venissero correttamente applicate in funzione di una migliore qualità di fatto dell’inclusione dei singoli alunni ovunque, nei grandi come nei piccoli centri. È dunque giunta l’ora di metterci tutti insieme al lavoro in tal senso»

Alle radici di quella mozione sulla vita indipendente

«Credo che di fronte a quella recente mozione sulla vita indipendente approvata dal Consiglio Regionale del Piemonte – scrive Domenico Massano – nell’augurarci il pieno recepimento e il concreto riconoscimento del diritto alla vita indipendente per tutte le persone con disabilità, sia importante ricordare persone come Alessandro Frezzato e Nicola Vono i quali, con il loro contributo, la loro lungimiranza politica e la loro battaglia, hanno avuto forse il merito di aprire una strada che altri hanno percorso successivamente con maggior successo»

Insieme alle Società Pedagogiche, per migliorare l’inclusione

Nel condividere quanto rivendicato recentemente dalla Consulta delle Società Pedagogiche, rispetto all’importanza di un’adeguata formazione per i docenti di sostegno, Vincenzo Zoccano e Gianluca Rapisarda aggiungono tuttavia che «non basta solo un’adeguata formazione universitaria specifica sulla Didattica Inclusiva e sulla Pedagogia Speciale dei docenti per il sostegno e curricolari, ma, soprattutto, è indispensabile realizzare contesti “flessibili”, dotati di ambienti, strumenti e materiali resi accessibili anche grazie alla presenza costante di figure educative di riferimento»

Ad ogni fine anno c’è il welfare sardo con l’acqua alla gola

«È davvero necessario aggravare sistematicamente la vita di chi è già in situazione di disagio per rincorrere un diritto, o non occorrerebbe invece cambiare priorità e tempi, per garantire una corretta erogazione di fondi, provvidenze e servizi, nei tempi e nei modi adatti a uno Stato di Diritto in cui il Sociale abbia il giusto riconoscimento?». A chiederselo è Francesca Arcadu, denunciando i ritardi di cui anche quest’anno si sta rendendo protagonista la Regione Sardegna, sui rinnovi dei piani personalizzati per l’assistenza delle persone con disabilità e sull’attivazione dei nuovi piani

Le donne con disabilità e quell’incrocio fatale

Prende spunto, Simona Lancioni, da uno spot di sensibilizzazione realizzato per la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne del 25 novembre, che come tanti altri non tiene conto di vari aspetti riguardanti le donne con disabilità, per proporre un’ampia riflessione sulla discriminazione multipla vissuta da queste ultime, guardando con fiducia all’impegno in questo àmbito della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), che coinciderà anche con la partecipazione di varie donne con disabilità alla Manifestazione Nazionale “Non Una di Meno” del 25 novembre a Roma

Piccolo manuale dell’imperfetto caregiver

È cosa quanto mai gradita veder tornare sulle nostre pagine Giorgio Genta, dopo un lungo periodo di silenzio (e di malattia), con alcune riflessioni di taglio talora umoristico, ma al tempo stesso assai serie, su un tema attuale come quello del caregiver familiare, ovvero colui o colei (più spesso colei) che si prende cura in modo gratuito, continuativo e quantitativamente significativo, di familiari del tutto non autosufficienti a causa di importanti disabilità. Sulla materia Genta dichiara di essere un autorevole esperto in materia, in virtù dei trent’anni di caregiving finora svolti

Altre considerazioni su quel Testo Unico

Tra i vari commenti alle riflessioni pubblicate nel nostro spazio “Opinioni” e dedicate da Antonio Cotura al Testo Unico approvato al Senato, con il titolo “Legge quadro sui diritti di cittadinanza delle persone sorde, con disabilità uditiva in genere e sordocieche”, abbiamo scelto quelli di Giuseppe Petrucci, presidente nazionale dell’ENS (Ente Nazionale Sordi) e di Dino Giglioli, presidente nazionale dell’ANIMU (Associazione Nazionale Interpreti di Lingua dei Segni Italiana), dei cui testi abbiamo estratto una serie di brani utili a un dibattito costruttivo sulla questione

Inclusione scolastica: storia di un “modello mai nato”

«Proviamo a capire il perché – scrive Luciano Paschetta -, dopo quarantacinque anni dall’inserimento dei primi alunni con disabilità nella scuola di tutti, un vero modello inclusivo non sia mai nato, con l’inserimento prima, l’integrazione poi e l’inclusione oggi, ancora realizzati “a macchia di leopardo” da gruppi di docenti di “buona volontà”, che sembra quasi continuino a “sperimentare” con successo buone prassi di modelli dai quali il “sistema scuola” resta però al di fuori»

Vita Indipendente: dopo anni, ancora promesse deludenti e inadeguate

«Dietro a questi fondi assolutamente insufficienti, stanziati col contagocce, ci sono delle persone con disabilità, nei confronti delle quali ogni Amministratore Pubblico dovrebbe sentire un forte senso di responsabilità, perché sono cittadini con gli stessi diritti degli altri, ai quali, però, non vengono assicurate le stesse opportunità»: lo scrivono dal Comitato Marchigiano per la Vita Indipendente delle Persone con Disabilità, dopo l’ennesimo incontro con i rappresentanti della propria Regione, sulle prospettive e i fondi – ritenuti insufficienti – per la Legge Regionale in questo àmbito

Bando o lotteria?

«Dopo anni di lavoro – scrivono Fernanda Fazio e Nicola Striano -, dopo avere attivato presso ogni Centro Territoriale di Supporto (CTS) servizi per l’inclusione, sportelli per l’autismo, iniziative per la formazione diffusa, vengono di fatto tolti i finanziamenti annuali a queste strutture territoriali che svolgono una funzione di snodo tra le realtà scolastiche, fondamentale per il processo di inclusione. Bisogna invece finanziarle in maniera strutturale e applicare quel comma del Decreto sull’inclusione aggiunto grazie alle pressioni del mondo della scuola e delle Associazioni»