Le sette regole base del “Design for All”

L’approccio alla progettazione del cosiddetto “Design for All” (“progettazione universale”) si configura come una metodologia attraverso la quale il progettista e il designer assicurano che i prodotti, o i servizi, rispondano ai bisogni del maggior numero di persone, indipendentemente dall’età o dall’abilità, ovvero dalle condizioni psico-fisiche. Ma quali sono le regole base, per un progetto coerente con il “Design for All”? Se ne occupa Alberto Arenghi, responsabile del Laboratorio sull’Accessibilità dell’Università di Brescia, in un articolo pubblicato dalla testata «Ingegneri.info»

Persona con disabilità in carrozzina in una cucina accessibile

Una persona con disabilità in carrozzina in una cucina accessibile

«L’approccio alla progettazione del Design for All [“progettazione universale”, N.d.R.] si configura come una metodologia attraverso la quale il progettista e il designer assicurano che i prodotti, o i servizi, rispondano ai bisogni del maggior numero di persone, indipendentemente dall’età o dall’abilità, ovvero dalle condizioni psico-fisiche. Ma quali sono i princìpi, o le regole base, per un progetto che operi coerentemente con il Design for All? Che cosa deve far parte del bagaglio di ogni progettista? Come progettare?».
Si apre così un interessante articolo pubblicato dalla testata «Ingegneri.info», a firma di Alberto Arenghi, ingegnere civile, professore associato in Architettura Tecnica, direttore del Laboratorio Interdipartimentale BrAL (Brixia Accessibility Lab – Accessibilità al Patrimonio Culturale & Benessere) dell’Università di Brescia.
Nel suggerire senz’altro ai Lettori la consultazione di tale testo (a questo link), ne elenchiamo qui le sette regole base citate da Arenghi, per una progettazione che sia realmente universale: Uguaglianza nell’uso – Flessibilità d’uso – Semplicità e intuitività d’uso – Leggibilità dell’informazione – Tollerabilità dell’errore – Basso sforzo fisico – Dimensioni e spazi per l’avvicinamento e l’uso. (S.B.)

Ringraziamo per la segnalazione la Rete dei CAAD (Centri per l’Adattamento dell’Ambiente Domestico) dell’Emilia Romagna.

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