Ausili, nuove tecnologie e tecnologie assistive: una guida per orientarsi

Gli ausili più comuni e conosciuti, le più raffinate tecnologie informatiche, altre tecnologie specifiche per determinate forme di disabilità: chi ha diritto ad usufruirne a carico del Servizio Sanitario Nazionale, chi prescrive, quali centri, strutture o testate nel web informano o forniscono consulenze: presentiamo un’ampia guida curata da Andrea Pancaldi, ricordando che si parla di un settore in forte e costante espansione, a fronte di gravi ritardi nello stare al passo con i tempi, presenti in molte Regioni d’Italia

Realizzazione grafica dedicata alle tecnologie assistive

Una realizzazione grafica dedicata alle tecnologie assistive (ausili)

Si va dagli ausili più comuni e conosciuti, come carrozzine, deambulatori, letti ortopedici, apparecchi acustici, sollevatori, apparecchiature servoscala… alle tecnologie informatiche raffinate, come puntatori oculari, tastiere per PC modificate, comunicatori, sensori di comando, programmi software specifici, lettori di schermo, per finire, ad esempio, con le tecnologie specifiche per le persone prive della vista, come screen reader, barre Braille, sistemi di sintesi vocali, stampanti Braille. Un settore che, per l’invecchiamento della popolazione da una parte, e un progresso tecnologico di incredibile velocità dall’altra, è in continua evoluzione. Si pensi all’utilizzo, e a volte forse abuso, delle app, o a tutto il dibattito, e relative sperimentazioni, avviatesi sull’intelligenza artificiale.
Le persone con disabilità, a determinate condizioni, hanno diritto a una serie di ausili e protesi, a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Ma spesso accade, specialmente nel caso di persone che a causa di incidenti o malattie diventano non autosufficienti, arrivando improvvisamente, con le loro famiglie, nell’“universo della disabilità”, che queste non conoscano tali opportunità e non sappiano districarsi tra i vari passaggi del percorso che porta alla loro acquisizione e al corretto utilizzo.
Va dunque detto innanzitutto che gli ausili possono essere prescritti a queste tipologie di persone:
° soggetti che hanno ottenuto il riconoscimento dell’invalidità (invalido civile, di guerra, per servizio, cieco civile, sordo);
° minori di anni 18 (per prevenzione, cura e riabilitazione di una menomazione e/o disabilità permanente);
° soggetti che sono in attesa di riconoscimento dell’invalidità (per i quali l’invalidità è stata già accertata dalla commissione medica) o in attesa di accertamento dell’invalidità;
° persone ricoverate in strutture pubbliche o private, bisognosi di protesi e ausili prima delle dimissioni ospedaliere.

L’elenco degli ausili prescrivibili è contenuto nel cosiddetto Nomenclatore Tariffario degli Ausili e delle Protesi che, sotto forma di Decreto, viene aggiornato periodicamente; l’ultima versione è del 2017 (se ne può consultare a questo link una versione semplificata nel sito del SIVA, il Servizio Informazione Valutazione Ausili che la Fondazione Don Gnocchi gestisce per conto del Ministero della Salute). Essi possono essere prescritti in maniera totalmente gratuita o con partecipazione alla spesa a seconda dei casi. Possono, anche qui a seconda dei casi, essere dati in via definitiva o in comodato, ovvero da restituire al termine del loro utilizzo, perché molti ausili, una volta ricondizionati, possono essere utilmente riutilizzati da altre persone.

Chi prescrive gli ausili
Alcune limitate tipologie di ausili molto diffusi e utili per una maggiore autonomia in casa (materasso anti decubito, letto a manovella, sollevatore, sedia a rotelle standard, montascale, sedia per wc e doccia) vengono prescritti dal medico di medicina generale. Invece per tutti gli altri ausili, al di là della tipologia e della funzione per cui risultano utili (ci limitiamo ad alcuni limitati esempi come carrozzine elettroniche. tastiere modificate per il PC, puntatori oculari, calzature ortopediche…), siano di serie o su misura (per i quali, in questo secondo caso, c’è bisogno di un’accurata valutazione e di un eventuale addestramento all’uso) è richiesta una visita apposita e la prescrizione da parte del medico specialista di una struttura pubblica (fisiatra, ortopedico, neuropsichiatra, oculista).
La stessa prescrizione specifica serve anche per i cosiddetti “ausili salvavita”, come ventilatori per la respirazione, aspiratori di muco, pompe per l’infusione che, ricordiamo, possono godere anche di facilitazioni sui costi energetici per la loro alimentazione (bonus elettrico per “disagio fisico”), così come pure l’acquisto di prodotti o strumentazioni anche di serie che, pur non risultanti tra quelli prescrivibili, svolgono funzione di ausilio per una persona con disabilità, può fruire, a determinate condizioni, di agevolazioni fiscali e/o eventuali contributi previsti da leggi regionali.
A questo riguardo è utile consultare:
– nei siti degli Assessorati alla Sanità delle varie Regioni la sezione dedicata ai servizi di protesica delle Aziende Sanitarie Locali e la sezione sugli interventi per le aree anziani e disabili;
– le sezioni Le spese sanitarie e i mezzi di ausilio, L’IVA ridotta per i mezzi di ausilio e i sussidi tecnici e informatici e Le altre agevolazioni per non vedenti nella Guida alle agevolazioni fiscali per persone con disabilità, curata e aggiornata periodicamente dall’Agenzia delle Entrate;
– utile, anche se specialistica, la banca dati nazionale sugli ausili del già citato SIVA e i tredici Centri Ausili ad essa collegati, sparsi in varie Regioni.

I Centri di consulenza su ausili elettronici e non
Per consulenze gratuite in tema di ausili e tecnologie, oltre ovviamente che ai servizi pubblici dedicati alle disabilità di minori, adulti e anziani, ci si può rivolgere anche a Centri Ausili specializzati indipendenti, alcuni dei quali dispongono anche di mostre/ausilioteche in cui prendere visione degli ausili stessi e provarli anche in situazione, ovvero, ad esempio, in una vera e propria cucina, in camera da letto o in un ambiente di studio/lavoro presenti presso queste sedi.
Ci riferiamo ai Centri aderenti alla Rete GLIC, alcuni gestiti dalle ASL, altri da Associazioni o Fondazioni, che si possono trovare in tredici Regioni italiane (Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana, Trentino Alto Adige, Umbria e Veneto) e i cui riferimenti sono disponibili a questo link.
Questi Centri, circa una trentina, sono tutti specializzati sulle tecnologie di ausilio elettroniche (pensiamo all’àmbito scolastico, alle necessità di comunicazione, di controllo ambientale…) e alcuni anche su tutte le tipologie di ausilio in generale. Hanno anche elaborato un modello comune di standard di personale, organizzativo e di presa in carico degli utenti.
Se l’interesse in materia è legato a motivi di lavoro o impegno associativo, per rimanere informati può essere utile:
° seguire i canali autonomia/ausili/tecnologie di «Superando.it», «SupeAbile.it», «Disabili.com»;
° iscriversi ad agenzie stampa di taglio sanitario, come «Quotidiano Sanità» o «Panorama Sanità»;
° iscriversi alla rassegna stampa mensile del GLIC, al servizio di rassegna Press Inn, scegliendovi i temi dell’area disabilità di interesse e anche al Bollettino Siva News, curato dalla Fondazione Don Gnocchi e ricompreso nella sua newsletter.
Tutto quanto sopra indicato può essere ricercato facilmente in internet e viene diffuso gratuitamente.

Adattare la casa alle non autosufficienze
Esistono poi tipologie di Centri (come i vari Centri, locali o regionali, aderenti alla Rete CAAD in Emilia Romagna, il CRIBA Friuli Venezia Giulia, il CRABA e il SAV in Lombardia, il CLIBAS in Liguria, il Centro Regionale per l’Accessibilità della Toscana, il Centro Vita Indipendente in Umbria, il CAAD in Provincia di Bari e altri variamente denominati e organizzati), che sono specializzati sulle consulenze per adattare la casa alle esigenze delle persone non autosufficienti, intervenendo sia sulla parte edilizia (barriere architettoniche: accesso agli stabili, ascensori, interno della casa, bagno ecc.), sia su quanto le tecnologie e la domotica possono offrire per una maggiore autonomia e per facilitare il lavoro di cura di operatori e caregiver.
Queste strutture hanno competenze e organizzazioni diversificate, nascendo in tempi diversi e in Regioni diverse e a volte si occupano anche di accessibilità dell’ambiente urbano (strade, trasporti, edifici pubblici…) e non solo domestico.
Un elenco di queste risorse è disponibile nel sito della Rete CAAD dell’Emilia Romagna a questo link.

In generale, nello specifico dell’adattamento domestico, è materia questa che sempre più tende ad essere integrata in una concezione complessiva di accessibilità,  attorno ai seguenti assi:
– anziani/disabili;
– ambiente domestico/ambiente urbano;
– barriere/tecnologie;
– erogazione gratuita pubblica/mercato delle tecnologie assistive;
– prodotto specifico/prodotto di serie non pensato specificatamente per le disabilità;
– intervento per la persona disabile/intervento per caregiver (familiari o professionali);
– competenze sociali/sanitarie/economico-fiscali/tecnico edilizie-tecnologiche.
Qui, per rimanere informati, si consiglia di visitare i siti delle strutture segnalate e/o di iscriversi alle newsletter della Rete CAAD Emilia Romagna e dell’Associazione Abitare&Anziani di Roma, che edita anche l’omonima rivista disponibile online.

In prospettiva
È un settore, quello di cui parliamo nel presente approfondimento, in forte espansione, sia per l’aumentare, con la crescita delle aspettative di vita, delle non autosufficienze degli anziani, sia per l’attenzione che nell’àmbito della disabilità c’è ora sui temi dell’autonomia, dell’autodeterminazione e della vita indipendente delle persone con disabilità giovani e adulte. Già in alcune Regioni si pensa ad esempio di attivare centri di consulenza per il “progetto di vita delle persone con disabilità” che inevitabilmente si occuperanno anche di questi aspetti. Tutto ciò mentre il nuovo Nomenclatore Tariffario, approvato nel 2017 all’interno del Decreto sui LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), ha visto approvati solo recentissimamente alcuni provvedimenti applicativi e vede, nelle varie Regioni, una sua effettiva applicazione ancora molto in ritardo e disomogenea.
Una recente indagine di AssoAusili presentata al convegno annuale 2023 della SIMFER (Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa), rivela che in dieci Regioni viene usato ancora il vecchio Nomenclatore del 1999 (pensiamo ai passi enormi in avanti che lo sviluppo tecnologico e la cultura della disabilità hanno fatto da allora!!), e che solo cinque Regioni usano quello introdotto con il Decreto del Presidente del Consiglio del 2017, contenente, ad esempio, anche numerosi ausili elettronici non presenti nel precedente Nomenclatore (se ne legga anche in «Panorama Sanità» a questo link).

Per ulteriori informazioni
Per ulteriori informazioni su queste materie, oltre ai vari riferimenti sopra citati, ci si può rivolgere al proprio medico di medicina generale, agli Uffici Protesici delle Aziende USL e ancora agli URP (Uffici Relazioni con il Pubblico) delle stesse ASL, agli Sportelli Sociali dei Comuni o agli eventuali Sportelli Informahandicap se presenti. Ovviamente anche le sedi associative locali dell’area disabili e anziani possono essere fonti preziose di informazione.

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