Come spesso ci capita di scrivere, le belle parole vanno sempre verificate con i fatti concreti e quanto accade in questi giorni sull’ETR 600 Freccia Argento, uno dei più recenti “fiori all’occhiello” della flotta di Trenitalia, presentato nel dicembre scorso tra “squilli di trombe” («Sei nuovi pendolini di ultima generazione uniscono Roma a Bari e a Lamezia Terme in 3 ore e 59 minuti con una diminuzione dei tempi di percorrenza nel primo collegamento di 40 minuti e nel secondo di ben un’ora. Più veloci anche i collegamenti per Lecce – 5 ore e 21 minuti – e per Reggio Calabria – 5 ore e 14 minuti – con un recupero medio su entrambi di ben 64 minuti», testo tratto da «FS News», disponibile integralmente cliccando qui), ne costituisce un’ulteriore dimostrazione.
Un’altra premessa è necessaria e fa riferimento alla lodevole iniziativa della stessa Trenitalia, che qualche mese prima dell’inaugurazione, aveva invitato a Bologna Bruno Tescari, presidente della Lega Arcobaleno, per un sopralluogo alla stessa nuova carrozza ETR 600 che entro l’anno sarebbe stata immessa in dodici Treni ad Alta Velocità, allo scopo di verificarne l’accessibilità per i viaggiatori con disabilità.
Interessante, in tal senso, appare riportare quanto rilevato allora dalla stessa Lega Arcobaleno, riprendendolo dal sito di quest’ultima:
«Valutazioni positive: la carrozza è dotata di un “elevatore incorporato”: era dal 1984 che l’associazionismo tentava di convincere le Ferrovie dell’opportunità di costruire carrozze così equipaggiate, rendendo i viaggiatori con disabilità motoria più autonomi e in maggiore sicurezza in caso di fermate impreviste ma necessarie; il corridoio che separa le due file di poltrone è largo 42 cm: con una carrozzina più stretta si può passare direttamente al bar-ristoro che sta in piano nella carrozza successiva; diffuse segnalazioni tattili in Braille o in rilievo e segnalazioni visive garantiscono l’autonomia dei viaggiatori con disabilità visiva o uditiva; la toeletta è sostanzialmente priva di barriere. Valutazioni negative: l’intera parete esterna della carrozza è monocolore e quindi con notevoli difficoltà per i viaggiatori ipovedenti. Analoga barriera esiste nella parete interna del bar/ristoro; l’intero bancone del bar/ristoro è assai più alto degli 80 cm stabiliti dalla normativa; l’aggancio per la sicurezza della carrozzella e la cintura per chi la utilizza presentano qualche difficoltà di utilizzo».
E veniamo ai fatti del giorno, che fanno riferimento proprio a quell'”elevatore incorporato” di cui la Lega Arcobaleno evidenziava correttamente la positività.
Quanto mai attendibile il nostro “testimone”, Giampiero Griffo, membro del Consiglio Mondiale di DPI (Disabled Peoples’ International), oltre che componente – negli anni scorsi – della delegazione italiana che ha fatto parte dell’Ad Hoc Committee, l’organismo che dopo alcuni anni di lavoro ha portato alla definizione della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità.
Proprio a Griffo, dunque, è capitato di viaggiare nei giorni scorsi sulla Freccia Argento, da Roma a Napoli e da Napoli a Lamezia Terme, confermando senz’altro la presenza dell'”elevatore incorporato” nella carrozza dedicata alle persone con disabilità, ma informandoci anche di un altro fatto che a tre mesi dall’inaugurazione ci sembra tanto semplice quanto grave: l’elevatore non funziona ancora, e siccome da quella carrozza si può accedere solo tramite tale ausilio, questo costringe la persona con disabilità a salire sul treno dalla carrozza a fianco, con evidente disagio anche di tipo “sociale”.
Diventa quindi quanto mai urgente, da parte di Trenitalia, rimediare quanto prima a questo disguido, che lascia assai perplessi, viste anche le premesse riguardanti un treno “nato finalmente con l’accessibilità incorporata”. Ed è quanto ci aspettiamo in tempi brevi. (Stefano Borgato)