Alessia, che grazie allo sport e all’amicizia ha tirato fuori il meglio di sé

Alessia Zucchelli ha 23 anni e ha esordito con successo nel badminton ai XVI Giochi Mondiali Estivi di Special Olympics, il movimento internazionale dello sport praticato da persone con disabilità intellettive, in svolgimento a Berlino. Alessia ha un volto dolcissimo e gli occhi verdi incorniciati da lunghi capelli neri e gioca a badminton da dieci anni. Quando era piccola le è stata diagnosticata una patologia dello spettro autistico. Oggi è una persona consapevole e realizzata, grazie allo sport e all’amicizia di chi la circonda e la ama. Senza etichette. Senza limiti. Oltre l’impensabile

Alessia Zucchelli

Alessia Zucchelli

Lodigiana di Boffalora d’Adda, Alessia Zucchelli ha 23 anni e ha esordito con successo nel badminton* ai sedicesimi Giochi Mondiali Estivi Special Olympics, il movimento internazionale dello sport praticato da persone con disabilità intellettive, in corso di svolgimento a Berlino [se ne legga la presentazione su queste stesse pagine, N.d.R.].
Alessia ha un volto dolcissimo e gli occhi verdi incorniciati da lunghi capelli neri e gioca a badminton ormai da dieci anni. Quando era piccola le è stata diagnosticata una patologia dello spettro autistico. Dimostra meno dei sui 23 anni e comunica l’entusiasmo di chi, grazie allo sport inclusivo di Special Olympics, ha dato un senso alla vita, alla fatica degli allenamenti forieri di vittorie in Nazionale, di chi ha provato la gioia di sentirsi coccolata da una famiglia allargata con fratelli e sorelle acquisiti e sogna ancora ad occhi aperti.

Ha le idee chiare, Alessia, che ama attaccare e difendere, colpire da fondo campo, gli occhi incollati a questo buffo oggetto piumato di 5 grammi, come Harry Potter a caccia del suo boccino d’oro.
Alessia è forte e non nasconde una felicità, incontenibile. «Il mio sogno, oltre a quello di vincere – come dice lei – è quello di portare in valigia tanti bei ricordi. E spero di vincere soprattutto per portare in alto l’orgoglio italiano! Sono orgogliosa di me stessa: mi metto la maglia azzurra, ho di fronte squadre di tutto il mondo e rappresento l’Italia. Di trasferte ne ho fatte tante, mi hanno insegnato ad adattarmi a tante situazioni. Ora tutti insieme [con il compagno di squadra Andrea Aloisio e all’atleta partner** Stefania Herendeu, N.d.R.], ci impegneremo per la conquista di una medaglia, magari come i due ori che abbiamo vinto ai Giochi Nazionali di Torino».

Mamma Antonietta e papà Giovanni raccontano che «Alessia non parlava. A tre anni non voleva giocare con nessuno. Era bloccata nel suo mondo. La diagnosi di autismo ci ha portato ad affrontare con lei terapie e a cercare di darle tutte le opportunità per sbloccare le sue potenzialità».
Lo sport unificato di Special Olympics arriva alla fine della scuola secondaria di primo grado, dopo un’esperienza nella pallamano, e subito si rivela un alleato per tirare fuori il meglio da lei.
Oggi Alessia è una persona consapevole e realizzata, grazie allo sport e all’amicizia di chi la circonda e la ama. Senza etichette. Senza limiti. Oltre l’impensabile. Forza Alessia. Forza Azzurri! (Giampiero Casale)

*Il badminton è uno sport che consiste nel colpire con una racchetta un oggetto leggero di forma conica aperta, chiamato volano, facendogli oltrepassare la rete e mandandolo nella metà campo opposta, dove dovrà essere ribattuto al volo dall’avversario.
**Gli atleti partner di Special Olympics sono atleti senza disabilità intellettive che gareggiano insieme a persone con disabilità intellettive, all’insegna del cosiddetto “sport unificato”.

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