Azzurri di Special Olympics, fate tesoro della ricchezza acquisita a Berlino!

76 medaglie totali: è il lusinghiero bilancio dell’Italia ai Giochi Mondiali Estivi di Special Olympics, il movimento internazionale dello sport praticato da persone con disabilità intellettive, svoltisi a Berlino. Ne scrive Alessandra Palazzotti, che dirige la Nazionale di Special Olympics Italia e che agli Azzurri dice tra l’altro: «Ora che siete tornati a casa, fate tesoro di questa nuova ricchezza di cui siete portatori, di una maggiore autonomia, unita alla scoperta della bellezza della condivisione: è il traguardo che avete conquistato e che potete conquistare ancora ogni giorno»

Berlino, Italia Special Olympics, campione del mondo

La squadra italiana di calcio unificato, subito dopo la vittoria nei Giochi Special Olympics di Berlino

23 medaglie d’oro, 29 d’argento e 24 di bronzo: è il bilancio a dir poco lusinghiero degli atleti e delle atlete italiane ai sedicesimi Giochi Mondiali Estivi di Special Olympics, il movimento internazionale dello sport praticato da persone con disabilità intellettive, svoltisi a Berlino e che in sede di presentazione avevamo prefigurato come «nove intense giornate di impegno sportivo, emozione e inclusione». E tali sono effettivamente state, come ben si evince anche dalle parole di Alessandra Palazzotti, che dirige la Nazionale di Special Olympics Italia e che qui di seguito proponiamo a Lettori e Lettrici.

Le lacrime di gioia di Giulio dopo aver vinto la prima medaglia d’oro dell’Italia nel bowling, la determinazione di Alessandro nell’open water, il sorriso, i capelli lunghi e colorati di Grace che corre e la dolcezza della più piccola “Stella” nascente che brilla nella ginnastica ritmica insieme all’espressione di chi, come Patrizia, vive invece i Giochi Mondiali Special Olympics da adulta.
“Sboccia” anche lei comunque, perché aspettava un’opportunità del genere da tutta la vita. E poi gli Azzurri del calcio a 5 unificato* protagonisti prima di una semifinale avvincente con la Germania e poi di una vittoria finale ai rigori con il Porto Rico. Non c’è dubbio, hanno riportato in campo quella magia dei campionati del mondo del 2006.
E poi, non ultima, la condivisione e la grande commozione in particolare dei genitori sugli spalti e quella dei tecnici a bordo campo. Nessuno tra loro si è mai arreso alle difficoltà e ha affiancato ogni atleta in un percorso di crescita, non solo sportiva. Dalla fatica e dalle difficoltà dell’inizio oggi hanno celebrato insieme, con infinita gioia, il meritato riscatto su un palcoscenico mondiale.

Questi sono solo alcuni fermi-immagine che abbiamo incisi nella mente e nel nostro cuore azzurro di ritorno dai Giochi di Berlino appena trascorsi.
In 142 avete conquistato ben 76 medaglie, tra oro, argento e bronzo e un’infinità di ribbons [“nastri”, N.d.R.]. Insieme, tutti insieme, vi siete mostrati imbattibili per davvero. Siete diventati, in soli dieci giorni, una squadra forte e unita, un’unica famiglia guidata, supportata e rappresentata con straordinaria passione, competenza ed entusiasmo da Chiaristella Vernole, capodelegazione, insieme ai vicecapo Paola Mengoni e a Cristiano Previti, che ringrazio di cuore.
Al tempo stesso avete anche accolto con generosità nuove amicizie, culture, usanze e tradizioni di altre 189 nazioni. Le tante spillette colorate e diverse che avete scambiato, come gli sguardi d’intesa e le strette di mano a fine gara ne sono la riprova.
Special Olympics è un’unica grandissima famiglia che unisce persone e popoli con e senza disabilità intellettive di tutto il mondo sotto una sola bandiera dello sport e dell’inclusione. Non è forse questa la vittoria più importante?

Per dieci giorni siete stati i protagonisti azzurri ai Mondiali, ora che siete tornati a casa vi chiedo di fare tesoro di questa nuova ricchezza di cui siete portatori.
Come ha imparato a fare Anita, che ha trasformato il «non ce la faccio» in «ci provo», spingetevi sempre un po’ oltre il vostro potenziale, osate non solo nello sport ma anche nella vita.
Nuove consapevolezze e, per gli atleti, una maggiore autonomia unita alla scoperta della bellezza della condivisione è il traguardo che avete conquistato e che potete conquistare ancora ogni giorno.
L’esperienza di questi Giochi non tenetela solo per voi, ma condividetela con chiunque, sfruttate ogni occasione per raccontarla ad altri. Mostrate le medaglie e i ribbons vinti con orgoglio e si leggerà nei vostri occhi un invito che non si potrà rifiutare. Lo ha già fatto Andrea a Berlino, atleta azzurro del badminton, che durante un’intervista della RAI ha invitato spassionatamente i telespettatori ad uscire di casa, a fare sport e a conoscere Special Olympics.
Ci sono ancora tante, troppe, persone con disabilità intellettive che non sanno di avere questa opportunità, di migliorare sensibilmente la propria vita. Aiutateci a trovarle, ad incoraggiarle a lasciare quel “guscio”, a far loro scoprire che esiste un mondo sportivo a misura per tutti.
Scriviamo insieme la storia di tante famiglie e tentiamo – con tutte le nostre forze – di voltare pagina anche per loro, perché il finale è aperto, può ancora cambiare e sorprendere.

E a proposito di futuro, il futuro è qui, perché i prossimi Giochi Mondiali Invernali si svolgeranno per la prima volta in Italia, a Torino nel 2025. E questa sarà un’altra straordinaria storia da raccontare…Voi ne custodite già il senso più profondo.
Grazie Azzurri!

*Lo “sport unificato” di Special Olympis vede gareggiare insieme atleti con disabilità intellettive e atleti partner senza disabilità.

Direttore della Nazionale di Special Olympics Italia.

Per il dettaglio dei risultati di Berlino e per approfondire le storie di una serie di atleti che vi hanno partecipato: stampa@specialolympics.it (Giampiero Casale).

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