Vent’anni dopo i CAAD dell’Emilia Romagna ripensano la propria identità

In occasione dei vent’anni della Deliberazione di Giunta Regionale che ha istituito i Centri Provinciali per l’Adattamento dell’Ambiente Domestico (CAAD), e a diciotto dal loro concreto avvio dopo una fase di progettazione e formazione durata circa due anni, i dieci CAAD dell’Emilia Romagna si sono ritrovati per una giornata di riflessioni e aggiornamenti sulle esperienze maturate in questi anni, ma anche per guardare avanti. Presentiamo le conclusioni di quella giornata, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo

Rete dei CAAD Emilia RomagnaIn occasione dei vent’anni della Deliberazione di Giunta Regionale 2248/03 che ha istituito i Centri Provinciali per l’Adattamento dell’Ambiente Domestico (CAAD), e a diciotto dal loro concreto avvio dopo una fase di progettazione e formazione durata circa due anni, i dieci CAAD dell’Emilia Romagna si sono ritrovati per una giornata di riflessioni e aggiornamenti sulle esperienze maturate in questi anni, ma anche per guardare avanti.

Collocarsi su uno sfondo
In questi ultimi anni il panorama della disabilità, dal punto di vista culturale e organizzativo, è molto cambiato: due Leggi Delega su disabilità e non autosufficienza anziani [Legge 227/21  e Legge 33/23, N.d.R.] stanno proseguendo il loro cammino legislativo, si discute se mantenere i tanti sgravi fiscali per i cittadini, nel dibattito pubblico il tema dell’accessibilità dentro una cornice di vita autonoma è sempre più centrale.
Sullo sfondo anche altre questioni, come il rapido sviluppo tecnologico, i temi della teleassistenza e del telesoccorso, il dibattito sugli “accomodamenti ragionevoli” nel luoghi di lavoro, i nuovi modelli solidali e sociali dell’abitare (…cohousing e altro), l’impatto di alcune linee del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sollecitano a ripensare identità e ruolo dei servizi nell’area della non autosufficienza e il loro raccordo con le tecnologie, da una parte, e l’edilizia, l’urbanistica e le politiche abitative, dall’altra.

Ragionando insieme su luci ed ombre
La giornata del 19 ottobre scorso è stata organizzata dal Centro Regionale Ausili dell’Emilia Romagna (CRA), gestito dall’Ausilioteca AIAS, assieme al CRIBA di Reggio Emilia, l’altro centro regionale di secondo livello specializzato in tema di benessere ambientale e barriere architettoniche e gestito da CERPA Italia (Centro Europeo di Ricerca e Promozione dell’Accessibilità), in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna.
La mattinata, dopo un’introduzione generale di CRA, CRIBA e Regione, ha visto un intervento sulle attività di informazione e comunicazione (sito, newsletter, collaborazione a siti e riviste) che ha sottolineato:
° la necessità di rilanciare la produzione di informazioni sui temi specifici e di sfondo dell’adattamento domestico, anche di origine locale: il rapporto tra notizie locali e notizie nazionali pubblicate nella newsletter è passato da un terzo a un settimo dal 2014 ad oggi;
° la necessità di continuare con determinazione la promozione e la diffusione della newsletter (130 numeri prodotti e 1.500 notizie diffuse) e delle sezioni tecniche del sito;
° l’utilità, nelle attività di informazione, di sottolineare di volta in volta, sulle diverse testate, gli aspetti sociali, educativi, sanitari, tecnologico, edilizi che intrecciano il lavoro dei centri. Un lavoro, quello dei CAAD, che si svolge sempre su una molteplicità di “confini”, tra persone anziane e persone con disabilità, tra sociale e sanitario, tra edilizio e tecnologico, tra lavoro nelle città e lavoro nei piccoli Comuni della Provincia, tra rapporto con la persona non autosufficiente e con familiari caregiver e/o operatori dei servizi.

Il lavoro della mattinata è poi proseguito con gli interventi dei dieci CAAD che hanno illustrato le loro diverse esperienze attorno ad alcuni nodi organizzativi, ossia:
° la composizione delle équipe multidisciplinari, spesso integrate tra personale dell’ente gestore e personale dei servizi locali. Oltre al tema del turnover, presente in alcune sedi, la criticità più sottolineata è la presenza con part time limitati dedicati al CAAD del personale dei servizi locali;
° la rete di collaborazioni e accordi territoriali, in particolare con i servizi sociali, le sedi di ACER (Aziende Casa Emilia Romagna), su cui servirebbe un accordo quadro regionale che fissasse elementi condivisi, per gli interventi nell’edilizia pubblica residenziale, i servizi riabilitativi, spesso ospedalieri;
° la collaborazione di carattere formativo con gli Ordini Professionali, gli Istituti Tecnici, gli operatori dei servizi sociali; quelle informative con la rete degli sportelli sociali circa il servizio e le leggi che erogano contributi (alcuni CAAD raccolgono anche le domande per la Legge 13/89 sulle barriere e per la Legge Regionale dell’Emilia Romagna 29/97 (contributi per arredi, attrezzature, tecnologie).

Il panorama futuro, tra integrazione delle risorse e orizzonti legislativi
Il lavoro pomeridiano ha visto poi la suddivisione degli intervenuti in quattro gruppi di lavoro dedicati a possibili linee di sviluppo delle competenze dei CAAD, all’interno di un panorama nazionale in cui sono ancora in discussione le due Leggi già precedentemente ricordate, sullo sfondo dei temi della sostenibilità riferiti alla Legge Finanziaria per il 2024.
Di seguito, sinteticamente, alcuni degli elementi di possibile sviluppo o di criticità usciti dal lavoro nei gruppi.

Telesoccorso e teleassistenza
Questa tipologia di servizi è rivolta quasi essenzialmente a persone anziane, che vivono sole nella maggior parte dei casi, con problematiche di un certo rilievo e con limitate disponibilità economiche. Cala il numero dei provider di questi sevizi con lo sviluppo delle tecnologie e delle soluzioni anche “fai da te”.

Accesso al lavoro e ai suoi luoghi
Il rapporto tra disabilità e lavoro – pur rimanendo con forti criticità i “numeri” dello stesso – vede recentemente due temi alla ribalta: l’interesse per l’inclusione delle differenze nei luoghi di lavoro e il tema degli “accomodamenti ragionevoli” dei luoghi di lavoro delle persone con disabilità.
La maggiore esigenza emersa è di tipo formativo, dato che solo alcuni dei CAAD e degli enti gestori, avevano esperienza su questa tematica.

Edilizia pubblica
Negli anni di servizio i CAAD hanno operato su un significativo numero di alloggi pubblici valutati nell’accessibilità e nella sicurezza a favore dei cittadini e delle cittadine non autosufficienti. Da questa esperienza emerge nei vari CAAD la necessità di sviluppare meglio i rapporti con gli ACER e la positività, già ricordata, di addivenire ad un accordo quadro regionale.

Casa dell'accessibilitàResidenzialità innovativa
Cohousing, condomini solidali…  hanno preso il posto nel lessico dei vecchi termini di casa famiglia, comunità, cari agli Anni Ottanta/Novanta, intrecciati ad altre parole d’ordine che ne costituiscono lo scenario culturale come “autonomia, vita indipendente, progetto di vita, autodeterminazione”.
Si è sottolineato come rispetto ai temi dell’abitare esistano politiche abitative nel campo degli anziani, sebbene le esperienze più innovative stentino ancora a diffondersi.
Nel campo della disabilità il dibattito rimane ancora molto ancorato alle diverse tipologie di strutture, anche per la diversa matrice di associazionismo che i due àmbiti hanno alle spalle (sindacale da una parte, delle famiglie dall’altra). Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza può essere un’importante spinta a favore di una maggiore diffusione di queste nuove modalità abitative, in grado di coniugare un’elevata qualità di vita con la sostenibilità economica e tuttavia è molto importante curare i progetti fin dall’inizio anche in ottica di continuità a medio e lungo termine.
Alcuni CAAD sono stati interpellati per consulenze presso queste strutture, ma anche qui è emersa la necessità di una formazione, per avere un panorama di riferimento condiviso nella rete.

Alcuni dati del lavoro dei CAAD
Nella giornata di lavoro non si è potuta affrontare la tematica dei “numeri” che l’attività dei CAAD produce. Ne diamo qui, in funzione della pubblicazione del presente contributo in «Superando.it», una sintetica analisi riferita al periodo 2006-2021 (fonte: sito della Regione Emilia-Romagna).
Le persone non autosufficienti che si sono rivolte ai CAAD sono state 36.184. Nei primi due-tre anni c’è stata una prevalenza di anziani di circa un 10% in più, poi l’utenza anziana è diventata prevalente fino a raddoppiare su quella con disabilità. Negli ultimi anni, sarebbe interessante capire il perché (Covid? Fattori culturali prima citati?) parrebbe essere in corso una dinamica di nuovo riequilibrio, pur con una maggioranza di anziani.
Ai CAAD, assieme o autonomamente dalla persona non autosufficiente, si sono rivolte anche 26.377 altre persone, in maggioranza familiari/caregiver, operatori di servizi sociali e sanitari, artigiani installatori, professionisti dell’area edilizia (architetti, ingegneri), personale degli uffici casa delle Pubbliche Amministrazioni e di ACER, oltre ad amministratori di condominio.
Il totale delle persone rivoltesi ai CAAD e di oltre 62.000.
Gli interventi svolti (consulenze, attività di sportello, informazioni a distanza, possibili più volte anche sulla medesima persona e anche in anni diversi al mutare delle esigenze) sono stati in tutto 93.581 di cui 11.969 sopralluoghi presso le abitazioni delle persone interessate, il che, ovviamente, e soprattutto nelle trasferte nei paesi della Provincia, nelle zone di montagna in particolare, dà conto dei tempi necessari al lavoro dei CAAD.
A questi dati va aggiunta infine l’attività informativa svolta tramite il sito (attivo dal luglio 2013) e la newsletter (attiva da marzo 2006), quantificabile, fino al 31 dicembre 2021, in circa 270.000 pagine visitate sul sito e circa 105.000 contatti (ogni volta che una persona la riceve) dal servizio di newsletter diffusa gratuitamente. Attualmente gli iscritti al servizio sono circa 1.100.

Per approfondire: a questo link le sedi dei dieci CAAD dell’Emilia Romagna, a quest’altro link l’archivio delle newsletter della Rete dei CAAD.

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